Harry e Ron entrarono in infermeria subito dopo l'ultima lezione del mattino, prima di andare a pranzo. Ginny li aveva informati di quello che era successo e decisero di andare insieme a trovare l'amica.
Hermione stava ridendo e chiacchierando con qualcuno che loro non vedevano, perché era coperto dalla tenda che separava i letti, aperta solo per metà. Quando furono vicini, scoprirono che era la Parkinson e che le ragazze stavano giocando a scacchi magici.
Hermione aveva una mano ferma fasciata su un pezzo di legno. La scacchiera era appoggiata su una sedia che divideva i due letti. Ron guardò con curiosità le due ragazze e Harry sorrise a tutte e due.
Il sopravvissuto si sedette sul letto di Hermione, allungandole un sacchetto di gommose. La riccia sorrise contenta e ne offrì a tutti, Parkinson compresa, ma questa rifiutò dicendo che non mangiava dolci.
"Come mai anche tu in infermeria?" chiese Ron direttamente alla Serpeverde, rimanendo in piedi fra i due letti. Lei alzò lo sguardo su di lui e disse semplicemente: "Mi tengono rinchiusa".
Hermione ridacchiò e disse: "Non è vero. Lei ha la febbre".
Pansy sbuffò e si passò una mano fra i capelli. In che stato erano? Si guardò intorno: non c'era neanche uno specchio in quel postaccio. E lei era in camicia da notte. Camicia da notte e un golfino disgustoso.
Guardò il rosso di sottecchi. Avrebbe dovuto immaginare che gli amici della Granger sarebbero venuti a trovarla. Sospirò. Doveva smetterla di pensarci.
"Buon pomeriggio gente, avete già mangiato?"
Ginny arrivò con entusiasmo e carica di appunti. Salutò tutti. E il suo sguardo si fermò un po' di più su Harry. Avrebbe dovuto parlare anche con lui.
Harry la salutò e lei appoggiò ciò che teneva fra le braccia sul letto della Serpeverde. "Zabini dice che oggi avevate in comune solo Incantesimi e Storia della magia. Il resto dovrai fartelo passare da qualcun altro. E lui verrà comunque nel pomeriggio."
Pansy prese il malloppo di pergamene e li sfogliò velocemente.
"Grazie Ginny, sei stata gentilissima" la ringraziò Pansy.
La rossa scosse in aria una mano dicendo: "Oh, ma io lo sono sem.... aspetta. Cos'è quella cosa orribile che hai addosso?", e lanciò uno sguardo preoccupato a un manufatto artigianale in sottile lana rosa che le stringeva il petto e le gonfiava le tette in una maniera divina, pensò Ginny.
Pansy abbassò lo sguardo e s'imbarazzò.
"Oh, ho provato a farmi mandare in camera da Madama Chips, dicendo che la mia camicia da notte era troppo leggera per stare qui. Ma non ha funzionato, ha tirato fuori questo coso dal suo armadio e mi ha detto di indossarlo, nonostante sia evidentemente troppo piccolo" spiegò. Ginny la guardò confusa.
" Ma la tua camicia da notte ieri andava bene..."
Hermione rise e disse: "Sì, ma l'abbiamo un po' modificata... Ma non c'è stato verso. Non l'ha lasciata andare via. Ora si ritrova con una camicia da notte troppo succinta e un golfino di dubbio gusto!"
Ginny continuò a guardare l'amica. Si erano divertite eh? Hermione che usava la magia in maniera non convenzionale? Carino. I Serpeverde avevano un buon effetto su di lei.
"E usare un po' di magia? Rimettere a posto la camicia? O un colore più carino per il golfino? O allargarlo un po'?" propose la rossa.
"Ci ha portato via le bacchette, così 'non facciamo più danni'..." disse la Serpeverde, imitando l'infermiera. "Ha già detto che prima di domani non mi fa uscire", poi si voltò verso la riccia "stasera avrei avuto la ronda, dovresti chiedere a qualcuno di sostituirmi" Ginny che non aveva ascoltato tutto il discorso la stava ancora guardando.
"Se te lo sistemo io, prima me lo fai provare?" le chiese Ginny e Pansy spalancò gli occhi.
"Perché vuoi provarlo?"
"Perché voglio vedere se anche a me fa delle tette belle così!" esclamò in risposta. La mora spalancò gli occhi.
Ron si era incantato a guardare la Serpeverde, quando le aveva rivolto la parola e non aveva ascoltato niente di quello che si erano dette le ragazze. Forse qualche parola gli era arrivata al cervello, ma non riusciva veramente a ricordarsi quale.
Un orribile golfino rosa, fasciava il seno della mora in un modo che toglieva tutto all'immaginazione. I bottoni davanti tiravano la lana perché quel coso era troppo piccolo e il tessuto la fasciava così stretta che riusciva a distinguere benissimo la forma rotondeggiante di tutto. Sarebbe stato favoloso appoggiare le mani proprio lì davanti, sull'orribile lana rosa, dove tutto dava l'impressione di confortevole morbidezza. Come sarebbe stato farlo davvero? Gli prudevano le mani.
Ron aveva sentito nominare una camicia da notte succinta (doveva essere stata Hermione, visto che sembrava l'unica a usare quella parola). Se avesse sbottonato quei tre bottoni, cosa avrebbe trovato sotto? Pizzo? Iniziò ad agitarsi.
Poi, improvvisamente, mentre fantasticava, il golfino divenne verdeargento, più lungo, più largo, cambiò disegno delle maglie e i bottoni divennero una fila di bottoncini rotondi grigi. Il rosso non faticò a capire che era stata sua sorella a rovinargli il sogno a occhi aperti.
"Ok, te l'ho sistemato lo stesso, perché sono una buona amica" disse con rassegnazione la rossa. La Parkinson sorrise guardandolo.
"Ora è bello. Me lo porterò via" disse la Serpeverde.
Hermione si allungò a guardare e chiese a Ginny: "E la camicia? L'hai rimessa a posto?"
Sua sorella sorrise sorniona e rispose: "No. Metti caso che riceve visite questa notte..." e ammiccò in direzione della mora.
La Serpeverde sorrise imbarazzata e poi fece una faccia veramente triste, che però scomparve subito. Ron pensò quasi di esserselo immaginato.
***Quel pomeriggio, Ron e Harry si ripresentarono in infermeria poco prima che Hermione uscisse. Lei si meravigliò della cosa e spalancò la bocca stupita.
"Ragazzi! Non vi aspettavo! Come mai siete venuti?" chiese, stupita.
Harry scosse le spalle, mentre Ron rispose: "Servirà mica un motivo per essere venuti da te, vero?" La riccia scosse velocemente la testa.
"No. No, stavo per venire in sala comune, comunque" rispose, ma lanciò un'occhiata verso la porta.
Entro poco sarebbe arrivato Draco a prenderla e non era proprio il caso che si trovassero lì tutti e quattro.
Harry si avvicinò al letto della Parkinson e sussurrò al suo indirizzo: "Speravo di incontrare Ginny..." La Serpeverde scosse la testa.
"Mi spiace, è già andata via. Ma dovrebbe essere in biblioteca, se vuoi provare" disse e il sopravvissuto la ringraziò.
Quando Malfoy entrò in infermeria, Ron fu il primo a vederlo. Sentì montare l'ira. Che cosa era venuto a fare? Perché era lì?
Harry lo vide subito dopo e si domandò la stessa cosa, ma rimase molto più calmo.
Hermione invece per un attimo ebbe proprio paura. Vide il viso di Ron trasformarsi e non sapeva cosa sarebbe successo. Purtroppo Draco non li vide finché non fu troppo vicino per andarsene con nonchalance, così quando sentì il rosso alzare la voce dicendo: "Cosa ci fai qui?", le si spalancarono gli occhi in automatico.
Pansy vide la scena dal letto. Sentì Weasley arrabbiarsi nella sua domanda e vide gli occhi della Granger allargarsi fino a consumarle la faccia.
Stava cercando di attirare l'attenzione del biondo, ma lui, che era stato preso di sorpresa, continuava a fissare i ragazzi. Potter lo guardava a sua volta senza grossi problemi. Pansy l'aveva visto salutare Draco con un cenno del capo, ma poi non fu troppo sicura di averlo visto.
Così, disse ad alta voce: "Dra! Mi hai portato gli appunti di Aritmanzia?"
Tutti e quattro si girarono verso l'unica occupante di un letto, ma lei non tolse l'attenzione dal compagno di casa.
Hermione sospirò in silenzio. Harry aveva il solito sguardo. Draco aveva imitato la Parkinson mentre gli faceva cenno di annuire e Ron... La faccia di Ron sarebbe stata perfetta per i due Serpeverde, due anni prima: era ancora arrabbiato. O forse di Più.
"Ma tu non fai Aritmanzia!" esclamò infatti il rosso verso il biondo. Draco si riprese subito.
"Certo, troll, che seguo Aritmanzia. Solo perché tu non la capisci, non vuol dire che altri non la possano fare!" lo offese Draco.
Ron si innervosì ancora di più.
Pansy fece cenno con la mano a Draco di avvicinarsi e quando lo fece, lo obbligò a sedersi sul letto. Osservarono in silenzio gli altri che si allontanavano, ma prima di andarsene, sia Weasley che la Granger, in due momenti diversi, si girarono verso di loro: Wealsey aveva uno sguardo da far invidia a un basilisco, mentre la Granger, che aveva guardato lei, aveva mimato 'Grazie' sulle labbra e aveva fatto loro un cenno di saluto.
"Loro non lo sanno?" gli chiese Pansy e lui la guardò senza dire niente "Dovreste risolvere questa cosa..." Draco scosse le spalle.
"Lo so. Ma che ci posso fare? È lei che deve parlarne con loro e non posso obbligarla se non vuole" ammise il biondo.
Perché non glielo aveva ancora detto? Si vergognava di lui? O aveva intenzione di lasciarlo così presto che non valeva neanche la pena di informare i suoi amici? Draco strizzò gli occhi.
Pansy riconobbe quella faccia: era la stessa che faceva al sesto anno e non portava a niente di buono.
"Draco, sveglia!" gridò. Gli schioccò le dita davanti alla faccia e lo obbligò a guardarla. "Non pensare cose brutte..."
Lui fece un faccia strana e poi le chiese: "Hai la pozione, qui?"
"Sì, ma non prenderla. Ce la puoi fare" lo incoraggiò, ma lui aveva già frugato nella borsa dei libri e l'aveva tirata fuori.
"Zabini ti ha portato gli appunti?" chiese, spostando tutte le pergamene.
"Me li ha portati Ginny. A proposito..." iniziò lei, "Ieri, quando mi ha accompagnato qui, è successa una cosa strana..." si fermò indecisa per un attimo su cosa dire "Ginny, sì, la Weasley... lei... lei aveva già visto il boccetto, lo ha riconosciuto... ma è stato strano, non so se fosse perché avevo la febbre, ma lei mi è sembrata... sì, sconvolta, quando ha saputo cos'era..."
Draco alzò lo sguardo dalla boccetta ed esclamò, interrompendola: "Le hai detto cos'è?"
Pansy capì che era qualcosa che lo spaventava e quasi si vergognò quando annuì.
"Devo cercare Hermione" disse lui, alzandosi e procedendo a grandi falcate verso la porta.
La Serpeverde lo guardò andare via, senza capirci niente. Oh, come avrebbe voluto essere fuori di lì. Di sicuro non poteva andarsene senza la sua bacchetta, chiusa ancora nell'ufficio della Chips. Sbuffò. Aveva convinto l'infermiera a lasciarla andare a dormire nei sotterranei se non avesse avuto la febbre per tutto il pomeriggio e la sera. Sbuffò ancora. Non mancava molto.Copertina: http://community.sparknotes.com/2018/07/24/these-moving-portraits-of-harry-potter-characters-are-magical-af/
STAI LEGGENDO
Ritorno a Hogwarts
Fanfiction(Completa) Storia vincitrice 'Miglior Sinossi' al Wattpad Pulitzer 2018 È finita la guerra. La scuola viene ricostruita e Ginny, Harry, Hermione e Ron tornano a Hogwarts per i M.A.G.O. Ma non va tutto come ci si aspetta. Hemione e Ron non sembrano f...