15. Tempo di scuse

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Draco ritornò nei sotterranei, sperando di trovare Pansy nella sala comune, ma lei non c'era. Un po' era dispiaciuto. Avrebbe dovuto scusarsi. Lo sapeva, con tutto quello che lei aveva fatto per lui, glielo doveva. E sapeva che non avrebbe dovuto dirla, quella stupidaggine, in treno, ma aveva voluto scandalizzare la Granger, ed era sicuro di esserci riuscito.
Quello che non aveva previsto, era stato Lenticchia. Un nemico tanto stupido quanto imprevedibile era pericoloso. Peccato fosse ancora amico della strega più bella della scuola.
Strinse forte il pugno e lo sbattè contro il muro. Dolore e un po' di sangue. Sorrise guardandosi la mano.
Si incamminò verso la sua stanza e quando entrò si stupì di trovarla vuota. Erano rimasti in tre a occuparla. Mancavano Tiger, morto nella stanza delle necessità a maggio e Goyle, che non aveva più rivisto. Probabilmente era fuggito. Una parte di sè sperò che stesse bene e che non facesse del male a nessuno.
Gli altri letti erano occupati da lui, Zabini e Nott. Nessuno si immaginava che Nott tornasse a scuola, ma il primo di settembre si era presentato lì ed era stato accolto insieme agli altri.
Si sdraiò vestito sul letto e pensò a come salvare la situazione con Pansy. Quello che aveva detto era vero. Erano amici, non voleva creare dissapori. Anche perché in quel momento aveva bisogno di amici come della bacchetta.
La porta si aprì ed entrò Zabini che lo guardò con il suo solito modo di sorridere, quando sembrava che prendesse in giro tutti.
"Oh, Dra-Dra, che hai combinato?"
Il biondo si alzò a sedere e disse, con gli occhi socchiusi, studiando l'amico: "Odio quando mi chiamano così..."
Zabini ridacchiò divertito togliendosi le scarpe. "Oh, lo so. Me l'ha detto," E ammiccò divertito "Dra-Dra".
Draco si ributtò sul letto. Era stato da Pansy. "È molto arrabbiata?"
Blaise, sempre sorridendo, iniziò a sciogliersi il nodo della cravatta con estenuante lentezza. Se la sfilò, la piegò con cura e l'appoggiò sul baule. Quando iniziò a togliersi anche il maglione con la stessa flemma, il ragazzo sbuffò. "Dai! Smettila! So che lo fai apposta. Sta bene?"
Zabini sorrise ancora. "Non so cosa avete fatto, tu e Weasley, ma siete stati fortunati a non essere stati nei paraggi. Quando è arrivata stava per piangere, poi si è ripresa e si è infuriata, con voi. Alla fine era arrabbiata con se stessa per non aver lanciato qualche incantesimo a Weasley. Ma, per fortuna, non ce l'aveva con me..." E ridacchiò "Ha detto cose che la mia nobile bocca non può ripetere ma ce l'aveva a morte sia con te che con il pezzente". Draco alzò un sopracciglio.
"L'ha chiamato così?" Il ragazzo era stupito. Di solito era lui che offendeva gli altri per il loro status, non Pansy. Anzi, non si ricordava di averla mai sentita dire niente in merito.
"No, effettivamente no. Ma se lo avesse fatto, sarebbe stato il complimento più bello, fra tutti i nomi che gli ha dato!" Il biondo sorrise. Questo aveva senso.
"Ora dov'è?"
"In dormitorio."
Draco annuì e chiese ancora: "L'hai calmata?" Blaise si fece serio.
"Non nel modo che pensi tu." Ah.
"No?"
"No" continuò Blaise.
Draco si incuriosì."Pensavo che..."
"Pensavi male!" sbottò il moro. Ma se non con lui, né con Blaise, con chi...?
In quel momento la porta si aprì di nuovo ed entrò Nott. Per Salazar. Non Nott, vero? Il ragazzo, palesemente ubriaco (doveva essere stato da Corvonero anche lui), ruttò e si buttò di pancia sul letto.
"Oh, che scopata, ragazzi!" Per le calze sporche di Merlino.
Draco cercò di usare un tono di voce indicato per la situazione: "Nott, bentornato. Chi era la fortunata stasera?" Il ragazzo si voltò e alzò la testa.
"Una ragazzina che ho visto da Corvonero."
Draco sospirò sollevato. Non era Pansy. "La conosco?"
Nott ghignò. "Penso di no. O forse sì. Oh, che ne so..." E si addormentò russando.
"Veramente un signore!" Blaise guardò schifato e infastidito. Draco alzò le spalle.
Velocemente si spogliò e quando anche Blaise fu a letto, con la bacchetta, spense le lanterne.
Nel buio l'amico gli disse a voce bassa: "Comunque, quella ragazza ha un sacco di demoni".
Draco, girandosi su un fianco gli rispose: "Tutti li abbiamo, Blaise. Tutti..."

***

"Mi ha schiantato!" Ron era furioso. Con Malfoy. Ma molto di più con Hermione.
"L'hai già detto, Ron" gli rispose Hermione.
"E tu non hai fatto niente!" La strega sospirò e prese un sorso di tè.
Il tavolo della prima colazione, essendo domenica, era quasi deserto.
"Niente!" continuò. Sembrava un disco rotto. Hermione sospirò ancora. Bambini. I maschi erano dei bambini.

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