Hermione stava giocherellando con il cibo. Ed era ancora arrabbiata con Draco.
Lui voleva che lei andasse a casa sua, dove c'era la sua ex, ma non voleva venire a casa dai suoi.
Non aveva niente contro la Parkinson, ma non le andava proprio giù la situazione.
Spostò di nuovo i piselli dall'altra parte del piatto e sospirò. Se n'erano già andati quasi tutti. Buttò un occhio agli altri tavoli: anche lì i ragazzi erano pochi.
Si stava ancora guardando intorno, quando un'ombra le si parò davanti. Alzò lo sguardo e la Parkinson le fece un sorriso strano.
"Ciao, Granger, hai un minuto?"
Hermione si fece più attenta. Annuì e le fece cenno di sedersi di fronte a lei. Avevano passato una giornata insieme in infermeria, avevano chiacchierato e la Serpeverde l'aveva tirata fuori da una situazione scomoda, il giorno prima. Poteva concederle anche più di un minuto. Le sorrise, ma subito dopo le venne in mente che poteva essere lì per conto di Draco, e il suo sorriso scomparve.
"Non verrò a casa sua" le disse, giusto per chiarire la situazione.
Ma la ragazza la guardò confusa.
"Vaaaa beeene" disse Pansy e strascicò un po' le parole dalla sorpresa. Non sapeva di cosa stesse parlando. Ma non glielo disse. Doveva chiederle cose ben più importanti.
"Volevo chiederti una cosa..." iniziò, ma si fermò per pensare a come formulare la domanda senza dare una cattiva impressione "C'è la maniera di controllare qualcuno quando si trova lontano, tipo in un altro stato?"
La grifona la guardò inclinando la testa. "In che senso?"
Hermione vide la Serpeverde sospirare e guardarsi intorno. Come lei aveva già notato, non c'era in giro quasi nessuno. E nessuno era vicino a loro al tavolo.
"Se io volessi controllare qualcuno... tipo cosa fa o dove va... c'è la maniera?" La mora abbassò gli occhi e poi li posò di nuovo su di lei.
"Non penso sia legale. Chi devi controllare?" le chiese, sondando l'argomento.
"Neanche se è minorenne e in pericolo?"
Hermione spalancò gli occhi. "Forse dovresti provare al Ministero".
La Parkinson scosse la testa. "Il Ministero non può fare niente. Ho scritto quando ho chiesto la passaporta, ma non possono fare nient'altro" rispose. Poi sospirò.
Probabilmente non volevano fare nient'altro, ma questo non lo disse alla Granger. Aveva voglia di fumare. Già chiedere una cosa del genere a lei era da matti. Ma non sapeva a chi chiedere. Non voleva far sapere in giro troppe cose.
Daphne e Millicent avevano ripreso a parlarle ma mancava un po' di quella confidenza che avevano gli anni precedenti. E la Granger era la persona più competente in queste cose. E se ci fosse stato bisogno di passare qualche porta al Ministero...
La Grifondoro tossicchiò e concesse: "Ok. Facciamo così: spiegami il problema e troviamo una soluzione. Altrimenti non so come aiutarti".
Vide la Parkinson pensare. Davvero. I movimenti della sua testa e dei suoi occhi le facevano chiaramente capire che stava pensando. E forse valutando la situazione.
"Posso prometterti di non dire niente, ma non farò un voto infrangibile"disse allora la Grifondoro. L'altra spalancò gli occhi.
"Per Salazar, vorrebbe dire raccontarlo anche a qualcun altro!"
Hermione sorrise. Non era male la Serpeverde.
"Ok. Se mi prometti che non lo racconterai a nessuno, ti spiego" disse la mora. Hermione annuì e le porse la mano sopra il tavolo. La Serpeverde gliela strinse. "Però andiamo fuori perché ho bisogno di fumare".
Lei annuì ancora, raccolse borsa e mantello e uscirono. Tanto non avrebbe finito il pranzo comunque.
Appena aspirò, Pansy si sentì meglio.
"Ok, allora io pensavo che quella storia della traccia magica fosse una cosa sempre valida, invece funziona solo se il minorenne fa degli incantesimi fuori dalla scuola. Quindi se le venisse presa la bacchetta..."
"Aspetta aspetta. Faccio fatica a starti dietro. Respira e ricomincia" la interruppe la Granger. Lei aspirò ancora e sbuffò il fumo in alto.
"Allora, mia sorella vuole andare in Francia per le vacanze di Natale, dai suoi nonni. Non so se Ginny ti ha raccontato..." Hermione annuì.
"So di Camille. Che ha frequentato Beauxbatons e che è tua sorella."
La Parkinson annuì. "Io l'ho portata via dai suoi nonni, per questo mi odia".
"Non penso che..." provò a difenderla la Grifondoro. Era carina, ma non c'era bisogno. La Serpeverde sventolò la mano con la sigaretta.
"Lascia stare, non è un problema. Va bene così. Una più o una meno..." Aspirò ancora e Hermione aspettò "Lei vuole andare a trovarli, ma io ho paura che non torni più".
Pansy si sentiva agitata. Non aveva raccontato quella parte a nessuno. Neanche a Blaise.
Di come aveva 'rapito' la sorella: l'aveva trascinata in Inghilterra di corsa e aveva chiesto la sua tutela prima che lo facessero i suoi nonni. Vide la grifona aprire la bocca e chiuderla. Poi aprirla di nuovo. Sapeva cosa voleva chiederle. E infatti, subito dopo domandò:"Perché pensi che non torni più?" Già perché lo pensava?
"Perché vogliono che si sposi con un uomo che non mi piace."
Non vide la riccia spalancare gli occhi mentre faceva sparire il mozzicone della sigaretta.
Hermione rimase di sasso. Sposare? Ma Camille non aveva quindici anni? Quando la Serpeverde tornò a guardarla e le chiese: "Perché non ti piace?", lei scrollò le spalle.
"Oh, non lo conosco, a dir la verità. Ma un uomo che vuole sposare una ragazzina... e poi dovrebbe scegliere lei, chi sposare. Fra un po' di anni, no?" Hermione annuì. Non faceva una piega.
"Ma Camille cosa pensa di..." La mora la interruppe.
"Lei non sa niente. E non voglio che sappia niente. I suoi nonni sono l'unica cosa che le sono rimasta, da quando loro sono ad Azkaban."
Hermione annuì ancora. Non disse che Camille aveva anche lei, sua sorella. Che casino. E ammirò la Parkinson per come voleva proteggerla. Così ridivenne pratica.
"Io penso che qualcosa si possa fare. Scriverò a Kingsley, e chiederò un controllo. Posso guardare in biblioteca se esiste qualcosa. Si potrebbe chiedere al Tiri Vispi se riescono a creare qualcosa tipo la mappa del malandrino al contrario. Non un luogo che ti dice le persone che ci sono, ma qualcosa che ti dice dov'è una persona. Sarebbe utilissimo se funzionasse in un altro stato. Sotto un altro ministero. Forse però bisognerebbe chiedere un permesso. Ma non so se è fattibile per Natale..."
Pansy credette di aver perso la Granger. Parlottava di mappe e controllo (disse anche qualcosa sul fatto che andasse creata una legge per impedire che venisse usato in maniera sbagliata). La Serpeverde non capì più niente.
Finché non le disse: "Preferirei non tirare in ballo il Tiri Vispi. E poi io non voglio controllarla. Voglio solo che stia bene. Esserne sicura. Le ho già detto che deve scrivermi ogni due giorni, però non so quanto un gufo possa metterci, nel caso si trovasse in difficoltà..."
Oh. Niente mappa al contrario, quindi. Però...
"Sai, avevo pensato anche a un incanto Proteus, ma..." disse ancora la Serpeverde e Hermione annuì ancora. Lei aveva usato quell'incantesimo al quinto anno, per l'esercito di Silente. Aveva incantato i finti Galeoni in maniera che quando si incantava un Galeone, si modificavano anche tutti gli altri. Sarebbe stato comodo. Soprattutto a distanza.
"Ma?" chiese Hermione, aveva capito che c'era un ma.
"Ma c'è il solito problema: se le confiscano la bacchetta, non serve più a niente. Ho questo terrore: che le tolgano la bacchetta e che lei sparisca. Non me lo perdonerei mai."
Hermione guardò in aria, pensando.
"Una volta ho creato due pergamente collegate con incanto Proteus e abbiamo tenuto, io e Ginny, una pergamena ciascuno. Quando lei scriveva qualcosa, compariva anche sulla mia e viceversa. Ma se ci allontanavamo troppo le parole si perdevano. Non sono ancora riuscita a trovare la maniera di 'aggiustare' quell'inghippo. E poi resta il problema del Ministero Francese."
Pansy la guardò. Quella ragazza era veramente la strega più brillante della sua età. Annuì.
"Merlino. Sembra una gran bella cosa. Sono sicura che riuscirai a farlo" commentò la mora onestamente.
Hermione non disse niente. Al momento non serviva. Così chiese:"Non puoi andare con lei?"
La Parkinson sospirò e ammise: "Non sono persona gradita, là".
"In Francia?" le chiese la riccia.
La Serpeverde la guardò male con uno sguardo che le provocò un po' di tristezza.
" A casa dei nonni. L'ultima volta non ci siamo lasciati bene. Anche se potrei andare lo stesso, in fin dei conti" ammise la mora.
Poteva andarci lo stesso sì. Non era gradita a un sacco di gente, ma non le importava niente. Aveva imparato a ignorare le persone da così tanto tempo che ormai non ci faceva più caso. Voleva sistemare la casa di suo padre durante le vacanze, ma aveva aspettato quindici anni, poteva aspettare ancora qualche mese. Forse per sua sorella avrebbe potuto farlo.
"Sai cosa? Lo farò, se non troverò altra maniera, farò così: l'accompagnerò. Grazie comunque" disse, oramai decisa.
Avrebbe potuto farlo. Vide la Granger annuire. Sospirò ancora. Ok. Ok. Avrebbe fatto così. Il Natale più brutto di sempre. Ma per una buona causa. Sperò di riuscire a convincersi da sola che sarebbe andato tutto bene.In copertina: https://www.deviantart.com/ragprince/art/Pansy-and-Hermione-Lion-and-Snake-478748044
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Ritorno a Hogwarts
Fanfiction(Completa) Storia vincitrice 'Miglior Sinossi' al Wattpad Pulitzer 2018 È finita la guerra. La scuola viene ricostruita e Ginny, Harry, Hermione e Ron tornano a Hogwarts per i M.A.G.O. Ma non va tutto come ci si aspetta. Hemione e Ron non sembrano f...