84. Veritaserum

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Hermione sospirò quando uscì dal camino.
L'ufficio della McGranitt era illuminato solo da una piccola lanterna accesa sulla scrivania. Pensò che non ci fosse nessuno, quando sentì la voce della preside esclamare: "Signorina Granger!", così si spaventò e sobbalzò.
"Preside McGranitt", la strega le andò vicino.
"E la signorina Parkinson?" Hermione si girò verso il camino.
"Sta arrivando" disse indicando le fiamme. Così lei sapeva che al Ministero ci sarebbe stata la Serpeverde? Avrebbe potuto avvertirla.
"Per Salazar! Granger, potevi aspettarmi!" La Serpeverde arrivò subito dopo, sul tappeto davanti al camino. "Buonasera preside. La Granger qui, può testimoniare che stavolta non è stata colpa mia. Sono stata trattenuta contro la mia volontà. Dal Ministero!"

Pansy calcò un po' sull'ultima frase per far capire alla preside quanto fosse seria la questione e sperare di non beccarsi un'altra punizione. Vide la McGranitt annuire distrattamente e prese la palla al balzo.
"Perfetto. Allora andiamo. Buonanotte!" Trascinò fuori dall'ufficio anche una sorpresa Granger e uscirono nel corridoio. Lì si bloccò: non pensava di trovare qualcuno lì fuori. "Oh. Buona... sera" balbettò.
Una manciata di Grifondoro e una manciata di Serpeverde stavano giocando a carte seduti per terra nel corridoio. Camille si alzò appena la vide e le corse incontro abbracciandola e piangendo.
"Pansy! Pensavo non tornassi più!" La stritolò forte e singhiozzò. Pansy sentì una stretta allo stomaco. Le accarezzò i capelli.
"Camille, non dovevi preoccuparti. Lo sai che non ti libererai facilmente di me" disse ironicamente, ma non doveva esserle riuscito bene forse perché era così stanca.

Camille aveva alzato lo sguardo appena la porta si era aperta.
Quando aveva visto la sorella uscire, si era alzata dal pavimento e le era corsa incontro. Non era mai stata così felice di vederla. Aveva avuto paura.
Non riusciva a trattenere le lacrime. Si era davvero spaventata. All'inizio era incattivita perché Pansy era andata da sola, ma poi Potter le aveva spiegato che per i minorenni c'erano giorni prestabiliti e non avrebbe potuto prenderla su neanche se avesse voluto.
Pansy era andata a vedere se Azkaban fosse un posto terrificante e se lei avesse potuto andarci senza problemi. Anche questo glielo aveva spiegato Potter. Era stato così gentile.
E Ginny l'aveva tranquillizzata ogni volta che, spaventata, pensava che Pansy non sarebbe tornata più.

Ginny si alzò anche lei e le andò vicino. "Perché non ci hai detto che andavi ad Azkaban? E perché ci hai messo così tanto? Cos'è successo?"
Pansy la guardò teneramente. "Perché volevo evitare tutte queste domande".
"Ci hai fatto preoccupare!" La rossa si avvicinò e l'abbracciò forte.
"Non era mia intenzione. Io volevo solo... Andare e tornare senza far sapere niente a nessuno."
"Perché non volevi dire niente a nessuno?" Daphne si era avvicinata e l'aveva abbracciata anche lei.

Pansy si leccò le labbra. Tentò di stare zitta, ma perse contro se stessa.
"Non sono abituata a persone che si preoccupano per me. Mi piace fare le cose da sola". Draco si avvicinò e vide avvicinarsi anche gli altri. No, no. Ginny le chiese dove fosse stata tutto il pomeriggio. Si girò verso di lei, forse avrebbe potuto parlare con lei e basta. Se non avesse fatto domande dirette.
"Al Ministero e non voglio parlarne. Adesso ho fame e sono stanca. Voglio andare in camera" rispose.
"Perché non vuoi parlarne?" Daphne aveva una curiosa ruga sulla fronte, mentre faceva quella faccia.
"Perché è stato umiliante e lei mi ha detto di non dirlo a nessuno". Non riuscì a frenare la frase. Si maledisse. E maledisse il Ministero. Sbuffò. "Non c'era bisogno che aspettaste tutti qui. Ma grazie. Ora vado nei sotterranei".
Lanciò uno sguardo a tutti e si fermò un po' di più su il rosso Grifondoro. Come le mancava. Si leccò le labbra per non parlare.

Draco si avvicinò a Hermione e le chiese: "Con chi ha parlato al Ministero?"
"Con Audrey Adams."
"E chi è?" chiese il biondo ad alta voce.
Pansy si voltò verso di lui e si leccò di nuovo le labbra. "Non ti ricordi della Adams, Draco? È quella stronza che al terzo anno ci ha detto che non potevamo stare nell'aula del secondo piano a organizzare gli scherzi per i primini", lei fece saettare ancora la lingua. "Sembra ancora che abbia una Firebolt infilata..."
"Ok, ok". Vide Hermione tapparle la bocca con la mano, con sguardo colpevole.
Poi un dubbio si insinuò nella testa del Serpeverde. "Parli troppo. Ti hanno dato qualcosa al Ministero?" Ma, sebbene la domanda fosse rivolta alla mora lui si girò con sguardo severo verso Hermione.
Hermione annuì un po' distrattamente mentre la Serpeverde parlava, dopo essersi leccata ancora le labbra.

"Certo. Non mi credevano mica. Mi hanno fatto bere il veritaserum. Due volte. Ma la prima volta me l'ha data di nascosto. Sai com'è... sono una Serpeverde..." Pansy lanciò uno sguardo di sfuggita al rosso che la guardava senza dire niente.
Ginny fece un passo avanti. "Ok. Si va via, adesso".
Le mise una mano sulla spalla per spingerla verso il corridoio.
"Cosa pensi veramente di me?"
La Serpeverde guardò verso la voce familiare che le aveva parlato e sorrise un po' malignamente. "Mi aspettavo uno scherzo del genere da te, Blaise. Sei un caro amico, ma nascondi la tua insicurezza sotto un atteggiamento veramente stronzo. Ti voglio bene e mi hai aiutato. Io non lo scorderò mai", sorrise, "Ma mi hai sorpreso quando mi hai detto di essere innamorato di Daphne, ero convinta fossi gay". Si leccò le labbra e si girò verso Daphne. "Sappi che se non lo rimetti in riga, farò saltare il vostro matrimonio". La bionda sorrise mestamente, annuendo e lanciando al moro una brutta occhiata.

Ginny tirò fuori la bacchetta. "Se un altro di voi chiede qualcosa lo schianto" disse mettendosi davanti alla Serpeverde. Sentì la mano della ragazza posarsi sulla sua spalla.
"Sei molto carina, Ginny. Avrei dovuto fare amicizia con te anni fa. Ma non c'è bisogno, vado a letto. Buonanotte a tutti."
La rossa si girò verso di lei e la guardò mentre camminava lungo il corridoio, insieme a Camille. "Zabini sei proprio uno stronzo. E anch'io pensavo fossi gay".
E così dicendo si avviò verso le scale.

Ron vide Harry seguire sua sorella e la Greengrass seguire l'amica. Si girò verso Malfoy e Hermione che parlottavano a bassa voce. Poi guardò anche il moro. Aveva una faccia strana. Sembrava serio. Ma poi si riprese e tornò il solito buffone.
"Ah, ah, io gay?" Per un attimo lo invidiò. Avrebbe voluto anche lui chiedere alla Serpeverde cosa pensasse di lui. Ma non lo avrebbe mai fatto. O sì? Oh, se fossero stati soli, probabilmente sì. Si pentì di averlo pensato. Almeno lei stava bene. Per il momento l'importante era questo.
Raggiunse velocemente sua sorella e Harry e andò con loro in sala comune.

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