39. In cerca di Hermione

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Il mattino dopo Ginny scese a colazione con Latonya Cooper, una delle sue compagne di stanza, che insistette per seguirla fino al posto vicino a Ron e Harry. Non aveva visto Hermione, né nel corridoio del dormitorio né in camera sua. Aveva pensato che fosse già in sala grande, invece non c'era.
"Dov'è Hermione?" chiese mentre si sedeva di fronte ai ragazzi.
"Ciao Ron" Latonya salutò solo il rosso. E con un gran sorriso. Ginny si voltò verso di lei. Ecco perché aveva voluto scendere insieme. Sbuffò. Almeno non aveva salutato Harry con quello sguardo. Altrimenti avrebbe dovuto lanciarle una fattura Orcovolante. Ron alzò lo sguardo dal piatto e le fece un cenno con il capo.
"Cooper" la salutò.
Poi si voltò verso Ginny e le rispose: "Pensavamo fosse con te".
La rossa scosse la testa. Stupendo. Aveva passato la notte con il Serpeverde? Si voltò verso il tavolo dei verdeargento e cercò Malfoy. Lo vide quasi subito. Lui la guardò alzando un sopracciglio. Ma se lui era lì... Dov'era Hermione?
"Non c'è neanche la Parkinson" disse Harry, casualmente. Si girarono verso di lui. "Dici che sono insieme?" chiese Ron. Harry scosse le spalle.
"Era una constatazione. Non so dove siano. Nessuna delle due" Ginny non prestò molta attenzione ai ragazzi, lei sapeva benissimo dove fosse Pansy, voleva sapere dove fosse Hermione.
Si alzò e andò al tavolo dei Serpeverde e si sedette di fronte a Malfoy, vicino a Zabini.
"Buongiorno, piccola Weasley, accomodati pure. Gradisci una tazza di te?" le disse Malfoy, ironico. E Ginny sarebbe stata al gioco, se non fosse stata preoccupata. Lanciò un occhiata a Zabini, che le fece un cenno con il capo e riprese a mangiare, e si rivolse al biondo: "Dov'è Hermione?"

Draco alzò subito la testa dal piatto. Perché lo chiedeva a lui? La rossa dovette leggergli in viso perché continuò: "Era con te, ieri sera?" Lui scosse la testa.
"No, ci siamo visti nel pomeriggio. Ieri sera aveva la ronda. Era stanca e mi ha detto che sarebbe andata direttamente a letto. Cos'è successo?" le chiese, con una calma che era ben lungi dal provare. Era successo qualcosa a Hermione? Il suo petto si riempì di una nebbia grigia. La teppistella scosse la testa.

"Non lo so. Non l'ho vista stamattina" rispose Ginny.
Si girò per cercare Calì o Lavanda, ma non le vedeva. A chi poteva chiedere? Meglio chiedere a qualcuno dei prefetti. Magari a qualcuno che avesse fatto la ronda la sera prima.
Vide Hannah Abbott che entrava in sala grande: lei era un prefetto. Si alzò senza degnare il Serpeverde di altra attenzione e andò incontro a Hannah.
"Hannah, Hannah" la chiamò. La moretta si girò verso di lei. "Ciao, ieri eri alla ronda?"
"No, ma c'era Ernie" rispose lei indicando Ernie MacMillian, già seduto al tavolo a fare colazione. Ginny la ringraziò e corse da lui. Ernie si spaventò quando la rossa si sedette di fianco a lui.
"Ginny, buongiorno" la salutò lui.
Ma Ginny non aveva tempo. Fra non molto sarebbero iniziate le lezioni.
"Ernie, scusa, eri alla ronda dei prefetti, ieri?" gli chiese, un po' frettolosamente e lui la guardò curioso.
"Sì."
"E hai visto Hermione?" domandò la rossa, ancora. Lui annuì.
"Abbiamo fatto la ronda insieme" rispose.
Ginny sospirò. Oh, la. Bene.
"Dopo è andata via con Goldstein" continuò il ragazzo. Con Anthony? E dove erano andati?
"Con chi?" chiese una voce alle loro spalle.
I due ragazzi seduti si girarono di colpo, alla domanda di Malfoy, che doveva aver seguito Ginny. La rossa sorrise, mentre si alzava.
"Cerco Anthony. Grazie, Ernie" disse prendendo Malfoy per la manica.
"Perché è andata via con Goldstein?" chiese il biondo, ma parlava da solo. Ginny gongolò.
"Perché è molto carino?" domandò con un ghigno divertito. Lui la guardò con uno sguardo glaciale e Ginny quasi si pentì di averlo detto. Quasi. Doveva ancora risolvere la questione della pozione. Ma prima dovevano trovare Hermione. Anthony Goldstein entrò in quel momento nella sala grande e Ginny allungò il passo verso di lui.
"Anthony!"lo chiamò a gran voce. Il ragazzo si voltò e si fermò.
"Ciao Ginny..." iniziò, ma lei non gli diede tempo di dire nient'altro.
"Tu sai dov'è Hermione?"
Il moro annuì e disse sottovoce: "È in infermeria: ieri, dopo la ronda abbiamo beccato un ragazzino con degli scherzi esplosivi e lei si è fatta male a un polso".
Ginny sgranò gli occhi. Perché lei non lo sapeva? Perché a Hermione non piaceva far sapere le sue cose. Avrebbe dovuto saperlo, ormai.
"Oh, Merlino! Ma sta bene?" chiese, preoccupata e Anthony annuì.
"Madama Chips le ha aggiustato il polso, ma ha detto che avrebbe potuto uscire stasera, perché l'osso deve rimarginarsi, o qualcosa così..."
Malfoy, che aveva sentito a poca distanza, si girò subito verso le scale e Ginny brontolò perché, dopo aver salutato Anthony, avrebbe dovuto correre per raggiungerlo.

Draco camminava velocemente. Goldstein aveva detto che stava bene, ma lui voleva vederla con i suoi occhi. La piccola teppistella gli trotterellava dietro, aveva le gambe corte, lei.
Quando raggiunsero la porta dell'infermeria, la prima ora di lezione era già iniziata.

Ginny camminò verso l'ufficio di Madama Chips, ma quando raggiunse il letto dove aveva lasciato Pansy la sera prima, con sua sorpresa vide anche Hermione.
"Oh!" Si stupì. Che scema. Se erano tutte e due in infermeria, era logico che sarebbero state vicine. "Hermione! Cosa è successo?" chiese all'amica e poi si voltò verso la Serpeverde e la salutò.
Pansy alzò la mano per salutarla. Malfoy andò a sedersi sul letto di Hermione e le prese la mano non fasciata. Le chiese qualcosa e poi la baciò. La rossa alzò gli occhi al cielo. Poi fece una smorfia in direzione dell'altro letto, ma Pansy sorrise. Le fece cenno di sedersi accanto a lei e si sedette.
Hermione raccontò una versione concisa di quello che le era successo e confermò ciò che aveva detto Anthony. Avrebbe passato la giornata in infermeria. Però l'aveva presa bene, notò Ginny.

Draco disse qualcosa a Hermione e poi chiese a Pansy come mai fosse lì anche lei.
"Oh, ho qualche linea di febbre. Qualcuno...", guardò verso la Weasley, "pensava che non sarei riuscita ad arrivare nella mia stanza" spiegò. La rossa sbuffò.
"Deliravi e non capivi quello che ti dicevo..."

Ginny sbuffò. Nessuno che ringraziava mai. Pansy le sorrise e le accarezzò un braccio.
"Hai ragione, ok? È che quella megera dice che devo rimanere qui finché non va via la febbre. E stamattina ce l'avevo ancora. Mi ha dato quell'intruglio disgustoso... devo ancora scrivere a William e non posso usare l'inchiostro, qui..." tentò di spiegare.
"Se per una volta non scrivi al tuo fidanzato, non succede niente" sbottò ridendo la rossa.
Hermione e Malfoy chiesero insieme: "A chi?" Pansy rise.
"Ginny sta un po' esagerando. Si è inventata un mio fidanzato" spiegò.
"Beh, no. William te lo sei inventato tu" si difese. La Serpeverde rise ancora.
"Non mi sono inventata William: lui esiste. È solo che non è così interessante come te l'ho descritto. Ma non dirlo a nessuno, ok? Meglio che rimaniamo alla nostra versione originale."
"William? William White? Il consulente di mia mamma?" chiese Malfoy. Pansy annuì.
"È anche il nostro consulente, adesso" spiegò la Serpeverde. 
"Ma è vecchio!" Malfoy aveva una faccia strana, secondo Ginny. Pansy annuì ancora "Ma noi abbiamo deciso che lui è... com'è Ginny?" chiese girandosi verso la Grifondoro e lei rispose: "Giovane, biondo, con gli occhi blu".
"Biondo?" chiese Pansy pensierosa. "Mi sa che hai aggiunto qualcosa dall'ultima volta..."
La rossa ammiccò e disse: "E aggiungerò qualcosa la prossima. Così da confondere chi osa troppo" rispose e ammiccò all'indirizzo della mora.

Draco si fece serio e chiese sottovoce: "Nott ti ha ancora dato problemi?"
Pansy s'irrigidì, scosse la testa ma guardò da un'altra parte.
Qualche settimana prima, Nott ci aveva provato con Pansy e lei l'aveva scansato in malo modo. Doveva essere successo qualcos'altro, perché Draco aveva sentito Nott parlare di 'altre volte'. Ma lui non era sicuro di cosa fosse successo e Pansy non si confidava con lui. Una volta lo faceva. Ci pensò un attimo. Forse no, non l'aveva mai fatto veramente. La guardò e si domandò cosa nascondesse, ancora.
Molte cose lui le aveva scoperte dopo tanto tempo. Di sua sorella, di sua madre. Draco aveva raccontato un bel po' di cose a Pansy in quegli anni che erano stati vicini, ma lei difficilmente si era aperta con lui. Se ne rese conto in quel momento. Aveva creduto per anni che lei gli morisse dietro e invece...

"Ragazzi! Cosa fate qui? Le lezioni sono già iniziate!"
Tutti si girarono verso una Madama Chips arrabbiata, con le braccia piegate e le mani appoggiate sui fianchi. Malfoy si alzò in piedi per campare qualche scusa, ma Ginny fu più veloce e disse: "Stamattina la prima ora è un'ora buca, Madama Chips. Abbiamo Erbologia, ma la professoressa Sprite è andata..."
"A Londra. Sì lo so" rispose la guaritrice, guardandola cercando di capire se dicesse o meno la verità.
Ginny le fece il suo faccino da 'Mamma guarda me che sono la più brava di tutti' che aveva perfezionato negli ultimi diciassette anni e Madama Chips se ne andò borbottando.
Alla prima ora Ginny aveva babbanologia, cosa avesse Malfoy lo ignorava (e non poteva fregargliene di meno). I tre ragazzi si girarono verso di lei.
"Fai paura. Davvero" disse Malfoy. Ginny si girò verso Hermione e Malfoy e ghignò.
"Grazie" disse, inchinandosi.
"Non era un complimento!" esclamò Hermione.
Ginny sventolò una mano in aria, dicendo: "Per me sì", e chiuse lì la questione.
Rimasero ancora un po' a chiacchierare e poi Ginny si alzò dicendo che la seconda ora aveva Trasfigurazione e non poteva mancare, in quanto la McGranitt la teneva d'occhio.
"Chissà come mai" disse Hermione sorridendo.
Se ne andò e lasciò lì Malfoy. Che se la vedesse lui, adesso con la sua ex e la sua attuale ragazza, pensò ghignando. La storia della pozione l'avrebbe rivelata a Hermione nel pomeriggio, quando sarebbero state da sole.

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