25. Il problema di Camille

1.8K 89 8
                                    




Camille camminava veloce per raggiungere la biblioteca. Sperava che Ginny fosse lì. La stava cercando da quasi un'ora e lei era l'unica persona con cui potesse parlare. Il giorno prima avevano passato un po' di tempo insieme e lei era stata lì lì, per dirle quello che pensava, ma non ce l'aveva fatta.
Ora però capiva che non poteva più rimandare. E poteva parlare solo con lei. Praticamente era la sua unica amica, l'unica persona con cui parlasse a parte le compagne di stanza.
Non parlava neanche con sua sorella. All'inizio l'aveva ignorata di proposito, per farle dispetto. E sapeva che sua sorella ci era rimasta male, tutte le volte, l'aveva notato, ma era stato più forte di lei. Adesso non era ancora arrabbiata, soprattutto dopo il regalo della puffola, ma non voleva parlare del suo problema con lei. Non ancora. O magari non c'era nessun problema di cui parlare e lei non lo avrebbe mai saputo.
Incontrò la rossa fuori dalla biblioteca. "Ginny! Per fortuna ti ho trovato!"

Ginny stava andando nella stanza delle necessità. Prima Malfoy, e poi Hermione l'avevano informata del fatto che avrebbero studiato come il giorno prima. Lei aveva sorriso: stava funzionando.
"Ciao, Camille. Dimmi, vado un po' di fretta..."
"Ho bisogno di aiuto..." sussurrò la ragazza per non farsi sentire dagli altri studenti "...per piacere...".
Dalla sua faccia Ginny capì che doveva essere una cosa seria, così disse: "Ok. Cerchiamo un posto dove non c'è nessuno".
Finirono in un magazzino circolare pieno di cianfrusaglie e attrezzature per la scuola. "Siediti lì", le indicò uno scatolone e lei si sedette su un altro scatolone, tirando fuori penna calamaio e pergamena.
"Fammi scrivere che tardo a un appuntamento, ok?" La ragazza annuì e aspettò pazientemente che lei scrivesse il biglietto, lo incantasse e che questo volasse via.
Poi Ginny si voltò verso di lei e disse: "Dimmi tutto".
Lei balbettò un po' in imbarazzo: "Io non ho il ciclo da un po'. Dopo quanto tempo devo preoccuparmi?" Ginny sbatté le palpebre. Più volte.
Quella ragazzina aveva appena compiuto quindici anni. Ed era... era incinta? Davvero? Ok. Calma e sangue di drago. Una cosa alla volta.
Le chiese se avesse fatto sesso non protetto (Si! Per Godric!) e le chiese da quanto tempo non avesse più il ciclo. La ragazza era un po' restia a parlare, ma Ginny immaginò che fosse normale e cercò in tutti i modi di metterla a suo agio. Le disse che avrebbero dovuto fare l'incantesimo Quaestiognatio, per togliersi ogni dubbio e sapere se fosse o meno incinta.
"Io, però, non sono sicura di poterti aiutare. Non ho mai fatto quell'incantesimo. Ma l'ho visto fare. Penso che sarebbe meglio se chiedessimo..." La mora scosse i capelli.
"No, ti prego. L'ho detto solo a te. Prova, proviamoci e se poi non ci riusciamo pensiamo a cosa fare, ok?"
Ginny, che non era del tutto convinta, cercò di ricordarsi le parole e come Hermione avesse mosso la bacchetta quando aveva fatto l'incantesimo a Fleur. Merlino, se Fleur fosse stata incinta avrebbero fatto provare anche lei e ora saprebbe cosa fare!
Ripeté almeno tre volte le parole prima di prendere la bacchetta. Poi provò a scuoterla come aveva visto fare a Hermione in camera sua. Aveva un po' paura. Se avesse fatto qualcosa di sbagliato? Se avesse fatto qualcosa di brutto a Camille? Non c'erano professori lì a correggere gli errori che facevano in aula e, per Godric, non c'era neanche Hermione di cui si fidava più di qualsiasi professore.
Si alzò in piedi, scosse la bacchetta verso Camille e disse: "Quaestiognatio" sperando di pronunciarlo giusto e aspettando il filo bianco dalla bacchetta.
Ma dalla bacchetta uscì solamente uno sbuffo di luce candida. Lo rifece. E ancora e ancora. Ma niente. Dopo il settimo fallimento, Ginny guardò sconsolata la ragazza e scosse la testa.
"Mi spiace Camille... non mi ricordo come si fa..." Avrebbe voluto piangere. Per una volta che poteva essere d'aiuto a qualcuno.
Guardò la ragazza che si teneva la testa fra le mani... Cosa avrebbe fatto se fosse capitato a lei? Sarebbe andata da Hermione. Lei l'avrebbe aiutata di sicuro. E cosa avrebbe fatto se avesse scoperto di aspettare un bambino? Ginny rabbrividì. Sua mamma si sarebbe arrabbiata come una furia, avrebbe gridato, l'avrebbe sgridata, e tutti avrebbero dovuto starle lontano per un po'. Ma poi l'avrebbe abbracciata, l'avrebbe baciata sui capelli e le avrebbe detto che sarebbe andato tutto bene. Dov'era la mamma di quella ragazza?
"Potremmo chiedere a Hermione" disse alla fine, ma vide sul volto di Camille un'espressione che le fece cambiare idea "o forse sarebbe meglio se andassi dal tuo caposcuola. Chi è?" La ragazza glielo disse. Era un ragazzo del suo anno, ma, appunto, era un ragazzo. Improponibile.
"E se andassimo da uno dei prefetti della tua casa? Andiamo da una ragazza" propose.
Camille sorrise per la prima volta e chiese: "Verresti con me?"
"Certo."
"E le parleresti prima tu?"
"Oh... sì, se vuoi..." Ginny non si era aspettata quella domanda.
"Allora va bene" concesse la ragazza.
Ok, aveva convinto Camille. Ora doveva convincere se stessa. Andare da un prefetto di Serpeverde. Del suo anno i prefetti verde argento non erano particolarmente simpatici. E preferiva andare da qualcuno di più grande... Rimaneva solo lei... sospirò.
"Da chi andiamo? Hai preferenze? Non c'è molta simpatia con i Serpeverde... forse... la Parkinson?"
Camille annuì contenta e ripeté: "Però vieni con me e glielo dici prima tu!" Per Godric, la Parkinson doveva essere veramente cattiva con i suoi studenti!

Ritorno a HogwartsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora