21. Mezze parole

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"Ron stai bene?" Ginny aveva guardato due volte in direzione del fratello e per ben due volte lui aveva avuto una faccia strana. Sembrava... pensieroso. E non era per niente da Ron.
Il fratello si voltò verso la rossa e annuì, dicendo: "Sì sì, scusa dicevi?" Ginny alzò le spalle.
"Veramente non dicevo niente" rispose lei, guardandosi ancora intorno.
Ginny pensava alla maniera migliore per aiutare Hermione. Era abbastanza sicura che nella settimana appena passata lei non avesse fatto niente per avvicinare Malfoy. E se Hermione non faceva niente, lei non avrebbe potuto studiare la reazione del biondo per capire le sue intenzioni. E Ginny non voleva che Hermione potesse farsi male. Doveva lasciare che la riccia si buttasse e, se necessario, lei avrebbe dovuto salvarla. SE ce ne fosse stato bisogno.
Sperava così tanto che non ce fosse bisogno....

Ron era davvero pensieroso. Aveva passato una settimana a battibeccare via gufo con la "Fan della puffola" (come avevano iniziato a chiamarla lui e George). Alla fine, come aveva detto suo fratello, era finita che lui portasse dal Tiri Vispi una (stridula e fastidiosissima) puffola pigmea rosa shocking, l'avesse data alla McGranitt (che li aveva guardati incuriosita, lui e la puffola) dicendo che qualcuno sarebbe presto andato a prenderla. Non aveva capito chi fosse, ma si era divertito un mondo a scriverle e aspettare una sua risposta.
In quel momento, nel giorno dopo la consegna, si sentiva perso.
"Chi è che compie gli anni oggi?" chiese allora a sua sorella.
"In che senso? Della nostra famiglia?" Ron scosse il capo, mentre mangiava una fetta di pane.
"No, qui a scuola. Una ragazza dovrebbe compiere quindici anni oggi, ma non so chi..." Ginny ci pensò su un po' e scosse il capo.
"No, non saprei, mi spiace. Perché questa domanda?"
Ron non aveva raccontato a nessuno della richiesta della puffola né del suo scambio di lettere con la ragazza, così agitò in aria la mano per liquidare la questione. Era troppo complicato da spiegare.
Si alzò e se ne andò.

Ginny guardò verso il tavolo dei Serpeverde, ma Malfoy non c'era. Si alzò, già annoiata da quella domenica che pensava infruttuosa, quando una ragazza le finì quasi addosso.
"Ginny! Ginny!" La rossa ebbe paura che a chiamarla fosse una di quelle ragazzine che le saltavano attorno quando stava con Harry (a dir la verità le saltellavano ancora intorno, ma lei pensava che lo facessero sempre per lo stesso motivo, ossia Harry) ma poi riconobbe Camille, la ragazza mezza francese. Avevano fatto un po' amicizia e passato dei pomeriggi insieme, la ragazza si sentiva molto sola e le lezioni in cui lei le aveva insegnato le fatture che conosceva, avevano fatto bene a tutte e due.
Ginny sorrise e disse: "Ciao Camille. Che succede?"
La ragazza era contenta e aveva in mano qualcosa di peloso.
"Guarda!! Una puffola pigmea!! Guarda com'è bella!! Me l'hanno regalata oggi. Guarda, guarda!" Ginny rise dell'entusiasmo della ragazza e poi divenne seria.
"Aspetta! È il tuo compleanno?" chiese e la ragazza annuì "E ne compi 15?" domandò ancora. La ragazza annuì un'altra volta, ma questa volta più lentamente, essendo confusa. Ginny le sorrise.
"Auguri! Come si chiama?" chiese accarezzando la puffola che si sdraiò sulla schiena mostrando il pancino.
"Non ha ancora un nome. Vuoi aiutarmi a trovargliene uno?" disse la Ginny rise "Secondo mio fratello, non sono capace di dare dei nomi decenti agli animali. La mia puffola si chiama Arnold!" disse Ginny sorridendo e rise ancor di più quando vide l'espressione della ragazza.

Harry vide Ginny parlare con una ragazza di Serpeverde e si bloccò nel corridoio. Doveva parlarle. Subito. Non poteva aspettare un momento di più. Avanzò di un passo, con l'intenzione di chiamarla ma in quel momento lei si staccò dalla mora, dopo averle detto qualcosa e chiamò a gran voce: "Malfoy! Malfoy! Aspettami!", e scappò nella direzione del biondo.
A Harry caddero le braccia. Guardò Ginny fermarsi da Malfoy e Zabini e parlare con loro. Non riusciva a sentire quello che si stavano dicendo, ma la conversazione andò avanti un po' e lui non aspettò che finisse, si girò e tornò in sala comune.

Malfoy si era fermato ad aspettarla. Vicino a lui c'era Zabini. Va beh, non si poteva avere tutto.
"Tutto ok?" chiese il biondo un po' in agitazione.

"Sì sì. Nessun problema", alzò una mano lei, capendo che lui stava chiedendo di Hermione. Ginny guardò Zabini, che capì di essere di troppo e, per questo, non voleva andarsene.
"Zabini" lo salutò, quando capì che non li avrebbe lasciati da soli.
Così si voltò a Malfoy che la guardava stranito. Effettivamente, adesso non sapeva bene cosa dirgli. Riuscì a fargli capire che quel pomeriggio avrebbe portato Hermione nella stanza delle necessità per 'studiare Aritmanzia', materia in cui lui aveva avuto dei problemi, con la possibilità di studiarla insieme. Riuscì a non dire 'Hermione' né 'stanza delle necessità', ma dalla sua espressione, pensò che avesse capito.
Li salutò e si avviò verso il cortile sbuffando, dove aveva detto a Camille che l'avrebbe aspettata. Diavolo di un Zabini! Sempre in mezzo!

Blaise si fece cupo in viso. "Non mi piace che ti faccia la Weasley" disse contrariato all'amico.
"Infatti non me la faccio" disse lui, piccato. Zabini ritornò di buon umore.
"Oh, bene. Però devo essermi perso qualcosa: non è stata lei a darti un appuntamento oggi pomeriggio?"

Il biondo sorrise. La piccoletta era stata brava.
"Oggi si studia Aritmanzia" disse solamente. Il moro alzò un sopracciglio.
"A te, Aritmanzia te l'ha sempre passata Pansy, lo sappiamo tutti e due. Non hai bisogno di studiarla."

Draco continuò a sorridere mentre spiegava: "Magari adesso mi interessa capirla".

Blaise stette in silenzio qualche minuto. Sapeva che di Aritmanzia, a Draco, non gliene fregava niente. Doveva essere una ragazza per forza.
"Mmm.. ma se non è la Weasley, chi è?" Draco non disse niente. Il moro sbuffò rumorosamente, poi si incuriosì. "E poi, perché hai l'appoggio della Weasley? È la Lovegood?" L'espressione di Draco fece ridacchiare Zabini per tutto il pomeriggio.


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