93. Appuntamenti, anelli e dichiarazioni

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"Sabato andiamo a Hogsmeade."
Nott si era seduto vicino alla Parkinson in biblioteca. Lei alzò la testa dalla pergamena e lo guardò. "Spero non per un appuntamento romantico!"
Dopo lunedì, quando lui si era svegliato nell'aula di pozioni in piena notte, l'aveva avvicinata più volte, ma lei non era molto propensa a farsi vedere con lui.
Il giorno dopo era stata ricoverata in infermeria (gli aveva detto di essersi sentita male dopo il liquore bevuto con lui lunedì sera) e poi aveva avuto le sue cose. Ma quanto durava alle ragazze? Sbuffò. Non aveva il coraggio di dirle che non si ricordava niente di quella sera (che quel famoso liquore avesse fatto danni anche a lui?), nonostante lei gli avesse lasciato un biglietto smielenso ma in cui diceva anche che preferiva che non si facessero vedere troppo in giro per non creare sospetti sui loro genitori. Lui non ci aveva neanche pensato.
Così si era avvicinato e quella proposta assurda gli era uscita da sola. Lei stava succhiando un bastoncino di liquirizia. Non aveva capito più niente. Perché non riusciva a togliersela dalla testa? Merlino.
"No, non per un appuntamento romantico. Vieni a parlare con mio padre."
Lo decise sul momento. Forse poteva essergli utile.
"Cosa?"

Quando Nott aveva nominato suo padre, aveva dovuto fare uno sforzo per non esultare. Aveva continuato a succhiare quello stupido bastoncino e gli aveva chiesto che intenzioni avesse. Lui aveva alzato le spalle e si era guardato intorno.
"Vieni, andiamo via". L'aveva presa per mano e trascinata a forza fuori dalla biblioteca. Non sapeva dove stessero andando. E non aveva idea di cosa fare.
Nel corridoio incontrarono Ron che parlava con una ragazzina di Corvonero. Ma lui era girato e non li avrebbe visti passare. Non sapeva chi fosse la ragazzina, ma ringraziò che fossero proprio lì, in quel corridoio.
"Aspetta, Nott."
Rallentarono quando passarono dietro il rosso e la ragazzina e lei alzò la voce: "Ehi, Weasley, le rimorchi sempre più piccole? Cos'è la prossima volta passi direttamente dall'asilo?"
Lui si voltò sgranando gli occhi. Lei sperò che capisse.

Quando quella ragazzina si era avvicinata mentre passava dal corridoio, Ron non aveva capito che lei lo stesse aspettando, ma poi lo confessò.
"Mio fratello... mi ha chiesto di darti questo", gli allungò una pergamena arrotolata e mentre l'apriva vide un disegno fatto con i pastelli.
C'era lui disegnato con un ciospo di capelli arancioni e il nome sulla maglietta che volava con la bacchetta spianata, lanciando maledizioni su una folla di omini dai tratti indicibili, tutti neri (immaginò che fossero i mangiamorte).
La ragazzina era molto imbarazzata, così lui cercò di metterla a suo agio sorridendo. "Grazie mille, sei la sorella di Jake?" Lei annuì.
Com'è che si chiamava? Cercò di ricordarsi quello che la signora mora aveva raccontato al tiri vispi durante le vacanze natalizie. Ma proprio non si ricordava... All'improvviso sentì una voce alle sue spalle che lo denigrava.
"Ehi, Weasley, le rimorchi sempre più piccole? Cos'è la prossima volta passi direttamente dall'asilo?"
Ron riconobbe la voce di Pansy e si voltò. Lei e Nott stavano andando da qualche parte. Notò che lui la stava trascinando per un polso. Oh. Aveva voluto attirare la sua attenzione.
"Sì, Parkinson, preferisco le cose usate poco."
Merlino. Cosa aveva detto. Però doveva essere stata la cosa giusta da dire, perché Nott si mise a ridere e la guardò ghignando. Lei aveva abbassato lo sguardo, ma quando il Serpeverde aveva ripreso a guardare avanti a sé, gli aveva lanciato un sorriso. "Scusami, devo andare via. Ringrazia tuo fratello da parte mia, ok?" La ragazzina lo aveva guardato con uno sguardo strano e lui era corso dietro ai due Serpeverde.

Il ragazzo la portò al sesto piano, nel bagno in disuso. "Cosa facciamo qui?"
Pansy, un po', era spaventata. Che intenzioni aveva Nott? E quanto poteva reggere la scusa del ciclo per non farsi toccare?
"Qui non c'è nessuno" disse lui. E già. Lo aveva notato.
"Giusto. Andiamo a Hogsmeade, allora?" Lui annuì e si portò la mano fra i capelli. Doveva essere un po' agitato. Di' qualcosa di stupido si ordinò. "Ma non voglio andare alla sala da te. Sembreremmo una coppietta e non mi piace. Andiamo da Mielandia?"
Di sicuro lui non sapeva che lei non entrava da Mielandia da anni.

Ritorno a HogwartsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora