Un pugno sul muro mi fece risvegliare di colpo e in poco tempo mi resi conto che altri ne stavano seguendo senza sosta.
Mi alzai di scatto correndo verso la stanza da dove proveniva il tremendo rumore, la stanza di Niall. Appena aprì la porta Niall era nel suo letto poggiato su un fianco con gli occhi chiusi e le mani che continuavano a battere contro il muro. Le gambe gli tremavano e dalla fievole luce sul comodino notavo il sudore scendere dalla sua fronte, i suo movimenti tremanti e i suoi occhi chiusi in una morsa tremenda mi fecero capire subito che stava avendo un incubo, un terribile incubo.
"Sono innocente" sussurrò nel cuscino.
Sembrava una frase detta allo stremo delle forze, come una resa...una resa a qualcosa di più grande.
"Niall? Niall tutto bene?" chiesi un po' intimidita scrollandogli la spalla.
Aprii gli occhi di scatto e quasi mi venne un infarto, si alzò a sedere velocemente mentre i suoi occhi terrorizzati rivedevano le immagini di quel sogno. Ero inginocchiata davanti a lui e gli tenevo una mano cercando di farlo calmare, il suo corpo ancora tremava e il sudore non accennava a smettere.
"Sto bene" rispose dopo qualche minuto.
Era neutro, la sua voce non esprimeva più alcun sentimento, i suo gesti ancora parlavano da se trasmettendomi perfettamente la convinzione che fosse ancora terrorizzato. Si alzò velocemente scostandosi da me e dirigendosi verso la cucina, io lo seguì per capire se aveva ancora bisogno d'aiuto, non avevo mai visto degli occhi cosi terrorizzati.
"Smettila di seguirmi come un cane bastonato" continuò senza voltarsi verso di me.
"Voglio solo essere certa che tu stia bene!" risposi avvicinandomi e poggiandogli una mano sulla spalla.
"Smettila, cazzo!" urlò questa volta voltandosi e sbattendo la bottiglia d'acqua sul tavolo.
I suoi occhi erano accesi di paura e rabbia, le mani non avevano smesso di tremare e sapevo che da li a poco per la stanchezza, la paura o chissà cos'altro, sarebbe crollato. Mi dava comunque fastidio il fatto che anche se provavo ad aiutarlo lui mi respingeva cosi duramente, questo non lo accettavo.
Lo guardai un ultima volta dalla testa ai piedi e poi senza una parola ritornai in camera mia, ero maledettamente incazzata da come lui si era comportato con me.
La mattina dopo il suono irritante della sveglia mi strappò dal letto, mi preparai con una t-shirt lunga e dei calzoncini di jeans. Dopo essermi sistemata i capelli ed il trucco presi le vans da sotto al letto e il più silenziosamente possibile arrivai in cucina. Niall si era addormentato sul divano in una posizione alquanto strana, trattenni una risata nel vedere quanto buffo era.
Presi un sorso di caffè per riaccendere i pochi neuroni che mi erano rimasti e dopo aver lasciato un post-it a Chris mi diressi verso il Coffe Shop. Il sole stava sorgendo ed il cielo era colorato di un arancione lievissimo, le strade erano quasi deserte, giravano solo vari barboni e uomini ancora ubriachi dalla sera prima. Appena arrivai al bar Sam mi diede una divisa da cameriera orribile, ero tenta dal tirargliela in faccia ma dovevo trattenermi.
"Non ho molto da dirti, tratta bene i clienti e mantieni un linguaggio alto, e quando lavori raccogliti i capelli" mi sorrise un ultima volta prima di lasciarmi sola in cucina.
Mi cambiai in bagno, la divisa consisteva in un maglia a maniche corte nera ed un colletto bianco, una gonna nera alta che arrivava si e no sotto il sedere e delle calze nere alte con decori bianchi, inutile dire che mi sentivo come in un porno amatoriale.
"Tu sei quella nuova, giusto?" mi sorrise una ragazza quando tornai in cucina.
Era alta quanto me e aveva i capelli biondi raccolti in uno chignon alto, la divisa le stava molto meglio che a me d'altronde aveva un corpo molto più gracile del mio.
"Esatto e tu quella vecchia, vero?" risposi sarcastica alzando gli occhi.
Odiavo fare nuove amicizie.
"Bene avremo una nuova simpaticona!" continuò sventolando le mani all'aria.
Mi resi conto solo in un secondo momento che aveva un braccialetto simile al mio, era verde con una perla bianca attaccata. A natale Chris era andato una settimana da sua mamma ed al ritorno mi aveva portato questo stupendo braccialetto verde di stoffa con attaccata una stupenda perla nera.
La ragazza continuava a parlare di quanto bello fosse il bar e altre cazzate varie, mentre io ero concentrata sul suo bracciale, almeno la differenza stava nel fatto che la sua perla fosse bianca.
"Forza al lavoro!" ci urlò Sam da dietro al bancone.
Non era molto difficile, dovevo sorridere chiedere cosa la gente volesse e portarglielo, era tutta gente molto giovane e non c'erano molti anziani, per fortuna. Una signora circa sui trent'anni molto cordiale ad un certo punto mi prese quasi di scatto il polso portandoselo vicino.
"Ma che bel bracciale! Dimmi da quanto ce l'hai?" chiese sorridendo alle amiche.
Ero tentata dal stappare il polso dalla sua mano e lasciargli un pungo in faccia, ma forse non era l'atteggiamento migliore.
"Da circa natale!" sorrisi cordialmente togliendo di forza il polso.
La signora sembrava quasi sconvolta mentre guardava verso le amiche ed io mi allontanai velocemente mentre loro bisbigliavano su quanto in questo periodo fosse rallentato il servizio e di quanto i saviors fossero pigri.
Il servizio? I saviors? Ma di che diamine stavano parlando quelle donne?
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Fallen.
RandomSkyla ha 19 anni ed un passato burrascoso alle spalle che l'ha portata a non fidarsi più di niente e di nessuno se non del suo unico ed inseparabile amico Chris. I due vivono insieme all'amico Brian in un piccolo appartamento le cui mura imprigionan...