66 capitolo

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Una settimana era ormai volata via. Passavo ogni giorno con Niall restando sul divano a guardare film o uscendo di tanto in tanto per prendere qualcosa da mangiare. Chris passava il suo annuale periodo di crisi, era entrato nel momento scolastico in cui tutti gli esami vengono concentrati e lui passa qualche crisi nervosa per cercare di mantenere alti i suoi voti.

Quella domenica non avevo proprio voglia di starmene in casa a guardare un ulteriore film, ovviamente non mi dispiaceva perdermi tra le braccia di Niall, sentirlo sussurrare contro il mio orecchio e percepire le sue labbra che di tanto in tanto seguivano la traccia del mio profilo finendo a mordicchiarmi sempre la solita porzione di pelle.

"Quindi gli sconosciuti possono vedermi ma resto dimenticano la mia faccia mentre le persone che ho conosciuto in vita non possono vedermi?" chiedo cercando di ricapitolare quello che Niall prova a insegnarmi.

"Esatto. Per questo quando qualche mese fa venne il tuo amico della pizza lui non ti sentì ne soprattutto ti vide" spiegò continuando a torturarmi con i suoi baci.

"Allora...che ne dici se tipo andiamo da mia mamma? Lei non può vedermi ma io voglio vederla" la mia voce si spezza più del dovuto e Niall incatena il suo sguardo al mio.

I suoi occhi sono più azzurri del solito in questo periodo e il suo sorriso ci sono volte che fa perdere battiti al mio cuore, se battesse ancora ovviamente. In questa settimana ho scoperto che noi anime non abbiamo un cuore che batte, non abbiamo sangue che scorre e soprattutto non possiamo percepire la presenza di chi ci ha ucciso (o di chi incolpiamo per la nostra morte). Il surreale è ormai diventato il mio nuovo reale e tutto è sottosopra ma non ho paura, non ho paura quando è Niall che mi spiega queste cose.

Il ragazzo biondo difronte a me mi guarda ancora sospettoso cercando non so cosa nei miei occhi, osservo e sento la paura che gli scorre dentro ma non ne percepisco bene il significato.

"Credo...credo che vada bene" bisbiglia intensificando la sua presa sui miei fianchi "Ma non ti accompagno invano, voglio una ricompensa"

Scoppio a ridere prendendogli il volto tra le mani e sdraiandomi sul divano alle mie spalle lo porto giù con me. Il suo corpo mi sovrasta lasciandomi un calore intenso ovunque le sue mani si soffermino, rido mentre lui riprende il suo assalto alle mie labbra. Ogni suo bacio diventa una droga per me, ogni sua carezza mi fa credere che non potrei mai vivere senza di lui, non so bene come questo sentimento si sia evoluto tanto eppure sento come un vuoto immenso al solo pensiero di non averlo accanto. Mi sto affezionando troppo e non è assolutamente da me.

"Forza andiamo!" bisbiglio poggiando le mani al suo petto e cercando di allontanarlo mentre lui continua a baciarmi sorridendo.
Il suo sbuffo mi fa ridere e mi alzo superandolo. Mi segue in camera e resta seduto sul letto mentre io inizio a vestirmi. Fuori ormai sta facendo parecchio freddo cosi opto per un jeans scuro e il maglione del College di Chris, mi arriva circa alle ginocchia e sembro letteralmente una senza tetto ma ho smesso da tempo di pensare ai giudizi altrui. Mi sento su di giri a rivedere mia mamma, non la vedo da tempi remoti magari da fantasma posso fare qualche scherzo al suo compagno bastardo.
Mi avvicino al letto e mi abbasso per indossare le vans, quando ho finito Niall mi circonda la vita con un braccio e mi avvicina al suo petto. Mi accoccolo meglio sul suo petto e resto qualche secobdo ferma mentre le sue mabi si perdono in graziose carezze.
"Grazie" bisbiglio fuori da me mentre alzo gli occhi verso di lui.
Il suo volto è perplesso ma capisce cosa intendo e basta una stretta più forte e un bacio a fior di labbra per capire che ricambia. Non vorrei più staccarmi da lui ma ci sono ancora tante cose che devo capire, ancora tante su questa vita nuova.
Si alza prendendomi su una sola spalla e mentre mi dimeno per scendere ride quasi ignorandomi. Arrivati alla porta lo aspetto mentre si infila le scarpe e poi ci dirigiamo alla macchina. Casa di mia madre dista parecchi chilometri ma a Niall non dispiace e si mette subito alla guida.
"Quindi io posso vederla ma lei no?" chiedo in fine curiosa.
"Esatto!"
"Ma quindi se sposto degli oggetti lei li vede fluttuare?"
"Non è cosi semplice. I suoi occhi le faranno vedere una realtà distorta magari una folata di vento o un gatto che passa. Ad ogni cosa la realtà trova una soluzione"
"Quindi non si possono fare scherzi?" chiedo mettendo il broncio e vedendo i miei piani frantumarsi.
"No...quello lo fanno i demoni" ride Niall osservandomi come a dire «ma che ti salta in testa?».
Dopo qualche minuto di discussione in cui io pretendl di voler fare uno scherzo ma lui non vuole noto il palazzo dove mia mamma vice.
È grigio come sempre ma semvra avere un aspetto più...triste. Osservo le finestre rotte e ingiallite e non posso che provarè ub tobfo al petto ricordando quando ci vivevo, ricordando lei e ricordando lui, ricordabdo i momenti brutti e ricordando ciò che accadeva.
"Possiamo tornare a casa se vuoi?" propone il ragazzo al mio fianco.
"No voglio entrare" cerco di essere convincente pur sentendo la mia voce al limite del tremolio.

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