Presi un piatto dall'anta bianca e vi poggiai su diverse cose, provando a farci stare su un po tutto e lo poggiai su un vassoio in cui avevo già preparato una tazza di caffé e un bicchiere di aranciata, non conoscevo i suoi gusti quindi provai a portargli di tutto, almeno una cosa di tutto quel ben di dio gli piacerà.
Bussai alla porta piú volte ma l'unica mia risposta era il silenzio della casa.
"Niall...s-sono io. Ti ho portato la colazione!" sorrisi al pensiero di lui che si precipita in piedi, come fa ogni volta che torno a casa con delle pizze o del tipo take away.
Non rispose ancora alcun rumore cosi decisi di entrare senza farmi dare il permesso.
Niall era steso per terra con una coperta che gli arrivava circa sui fianchi lasciando l'intero petto nudo all'aria fredda di quella mattina. Il volto era ruotato verso il muro e le mani, poggiate sul suo addome, si muovevano cautamente su e giú seguendo il suo respiro. Poggiai il vassoio alla scrivania accanto a me e mi inginocchia vicino a quel ragazzo ancora preso dai sogni.
Portai una mano alla sua fronte per scostargli i capelli che disordinati ricadevano sui suoi occhi ma constatai subito che era troppo bagnata. Doveva aver sudato molto quella notte e probabilmente non aveva dormito date le borse sotto agli occhi che si erano andate a scurire rispetto al giorno precedente.
Mi sedetti a gambe incrociate vicino al suo corpo giacente perdendo le dita tra i suoi capelli e osservando le sue guancie arrossate dal freddo. Quel ragazzo riusciva ad infondermi sicurezza anche stando li, immobile a dormire come un angelo.
Iniziava davvero a fare freddo ed io avevo dimenticato la mia coperta di lana in cucina, cosi ritrassi la mano dai suoi capelli e mi alzai per lasciarlo. La sua mano fu rapida e circondó il mio polso velocemente, ritirandomi accanto a lui.
"Resta ti prego" sussurró con la voce bassa.
Aveva gli occhi spalancati, occhi cupi che chiedevano una supplica, occhi spenti che avevano perso la luce. Non fui in grado di negargli la richiesta perchè quegli occhi si erano impossessati di me troppo velocemente.
Mi sdraiai al suo fianco tremando per il freddo e mentre mi aggrappavo al suo petto lui dolcemente mi circondava il corpo con un braccio. Con la mano libera prese una felpa trovata dietro di lui e me la porse senza commentare. Volevo reclinare l'offerta e non farmi vedere troppo invadente, ma un nuovo brivido di freddo mi fece decidere di accettarla. La felpa nera era decisamente troppo grande per me, arrivava poco poco piú su delle ginocchia e le mani si erano disperse nelle maniche troppo lunghe, ma era calda ed estremamente accogliente. Gli risposi con un sorriso mentre mi tiravo su il cappuccio per rimanere piú al caldo. Tornai nella posizione di prima e Niall portó la coperta a coprire entrambi insieme, come fossimo un unica cosa. Restavo fissa a guardare il muro d'innanzi a me mentre appoggiata al suo petto non sentivo altro che il suo respiro caldo tra i miei capelli. Era rilassante stare con lui, riusciva a trasmettermi una sicurezza che mai avevo provato prima.
"Stai meglio?"chiesi alzando il volto verso il suo.
"Ora si" mi rispose stringendo il suo braccio intorno al mio collo.
Le guance presero letteralmente fuoco ed abbassai velocemente lo sguardo a terra.
"Hai sonno?" ripresi ricordando i segni violacei sotto ai suoi occhi.
"Tanto" mi rispose quasi respirando sconfitto.
"Dormi...io rimango qui" gli sorrisi incoraggiandolo.
"Non ci riesco" continuó a tono distrutto.
"I have die every die waiting for you" iniziai a canticchiare dolcemente quasi a trasformarla in una ninna nanna "Darling don't be afraid I have loved you...For a thousand years...I love you for a thousand more"
Era la prima volta dopo anni che cantavo con qualcuno al mio fianco, dopo aver smesso di cantare per mio padre smisi proprio di cantare di fronte a qualcuno, era la timidezza o la rabbia che mi fermava. Eppure con Niall era diverso, con lui mi sentivo diversa. Non rispose ma i suoi muscoli che si rilassavano quasi a fidarsi di me furono la miglior risposta che potessi mai avere. Nel giro di secondi i suoi occhi erano chiusi già dispersi in mille sogni. Continuai a canticchiare finchè la gola non mi brució e smisi riaccogliendo il silenzio intorno a noi. Il telefonò nella mia tasca vibrò riportandomi alla realtà mentre ero dispersa nei miei mille pensieri.
-Fra dieci minuti arriviamo. Vieni a mangiare con noi?-
-Arrivo! :) -
Ammetto che fu difficile staccarmi dalle sue braccia ma dopo minuti che sembravano ore ci riuscì, gli sussurrai se voleva venire a mangiare con noi per non svegliarlo bruscamente e con un mugolio mi disse di no riaccucciandosi sul fianco destro. Presi le vans in camera mia cambiandomi, non credevo ci fosse freddissimo quindi indossai dei jeggins stretti e leggeri e tenni la felpa nera di Niall enorme e raggiunsi il vialetto sul retro dove Chris mi aspettava.
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Fallen.
RandomSkyla ha 19 anni ed un passato burrascoso alle spalle che l'ha portata a non fidarsi più di niente e di nessuno se non del suo unico ed inseparabile amico Chris. I due vivono insieme all'amico Brian in un piccolo appartamento le cui mura imprigionan...