37 capitolo

306 19 3
                                    

Mi lanciai sul letto portandomi le gambe al petto e le stretti il più possibile lasciando che la testa mi ricadesse sulle ginocchia. Non poteva essere vera quella situazione, non poteva succedere davvero a me.

"Svegliati, ti prego svegliati"mi sussurravo tra me e me.

"Non potrai" mi interruppe Niall "Non potrai svegliarti perchè questa purtroppo è la realtà"

Cercai di rielaborare piano piano, avevo visto cosi tanti film sugli angeli e pensato fosse tutta stupida finzione e invece le mie convinzioni mi stavano crollando davanti agli occhi.

"Perchè?" sussurrai provando a farmi più piccola contro il muro.

"Perchè la relatà è cosi e..."

"No, perchè dovresti salvarmi? Hai detto che venite mandati per salvare la gente, no? Perchè proprio me? Io non devo essere salvata" 

"Beh questo non è quello che dice la tua anima. Noi veniamo assegnati alle persone senza saperne la storia, dobbiamo scoprirla noi ed aiutarli. Tutto qui" rispose con una voce compiaciuta come se capisse che ormai mi stavo lasciando andare a questa nuova realtà surreale.

"Raccontami tutto" sussurrai decisa verso la figura che si andava delinenado mentre gli occhi smettevano di appannarsi per le lacrime e la paura.

[Niall's POV]

Spiegarle tutto? Da dove potevo iniziare con quel casino di mondo?

"Allora" lasciai un sospiro profondo "come ho detto siamo Angeli custodi ma non siamo solo noi, ci sono tante forse troppe altre specie. Ci sono gli Angeli caduti, i Nephilim, i Demoni e tanti altri, troppi per elencarteli.

Il nostro mondo a differenza del vostro non è affatto pacifico, c'è dell'odio che scorre nel nostro sangue che ci deriva da anni e anni di guerra. Ad esempio noi Angeli contro i Demoni o i Nephilim con noi. Ma forse è meglio se ti parlo di me...ogni Angelo custode viene assegnato ad una persona, appunto, da salvare ma non ci viene detta la storia solo il  nome e l'etá. Mi sei stata assegnata circa questo Aprile ma non sono mai riuscito ad avvicinarmi a te per vari problemi, e quanto l'ho fatto...beh...diciamo che mi sono avvicinato un po' troppo"

"Un po' troppo?" la sua voce tremava ancora il per l'incertezza e la paura di quella confusione.

Stavo trovando le parole adatte per cercare di non farle capire cosa provavo, non era il momento adatto per ricordarle del nostro passato.

Un rumore acuto bloccó le parole in gola mentre entrambi puntammo il volto all'ingresso.

"Aspetta sará Chris, anche se credevo uscisse a mangiare" si alzó provando a sistemarsi il trucco sbavato e i capelli arruffati.

Mi sistemai meglio sul letto osservando un po' la stanza intorno. Ha sempre amato la musica, ha sempre preferito rifugiarsi in quel mondo per non sottostare ai suoi pensieri o al mondo reale, lo ricordo bene, e come fa lei a non ricordarsi di me?.

Un urlo.

Un urlo acuto mi fece riemergere dai miei pensieri. Un urlo acuto di terrore, di paura. Un urlo, uno di quelli che ti fanno venire i brividi. Ed erano le sue labbra ad averlo lasciato sfuggire, le sue sottili e fragili labbra.

Mi precipitai fuori dalla stanza come se una forza mi avesse strappatto violentemente dal letto. Il silenzio stava regnando tra quelle mura ed era quasi spaventoso. La porta era spalancata e sentivo i brividi di freddo causati dal vento che proveniva da fuori.

"SKYLA!" urlai a vuoto girandomi per il salotto.

Uscì dall' appartamento correndo e sempre con il suo nome pronunciato dalle mie labbra disperate.

I passanti mi osservavano di traverso e credo che qualche vecchietta terrorizzata abbia anche chiamato la polizia, ma non mi importa...mi importa di lei, di lei che ora non c'è più.

"Cazzo" riuscì solo a dire ritornando nella casa.

Non sapevo dove poteva essere, non sapevo chi poteva averla presa non sapevo nulla e tutto quello mi stava uccidendo piano piano. Non sapevo da dove iniziare e riuscivo solo a stare immobile in quella stanza ripensando a lei e a cosa potrebbe essere successo. 

Presi il telefono di fretta e chiamai Sam avvertendolo che a poco lo avrei raggiunto e guardandomi un ultima volta indietro, scorgendo ancora quel letto che ci aveva ospitati entrambi, disperdendo il suo sorriso nell' aria, mi decisi ad uscire con il cuore bloccato in gola dalla paura.

"Amico" mi salutò Sam, una volta che entrai in casa sua.

"Skyla" riuscì solo a pronunciare teso dalla paura.

"Nome familiare" scherzò sedendosi sul divano.

"Sam, è scomparsa" inizia agitato mentre il suo volto si contorceva in una smorfia di disappunto.

Gli spiegai la vicenda e tutto ciò che era accaduto e lui restò ad ascoltarmi immobile come acquisendo ogni più piccolo particolare.

"Io....io non so chi possa essere stato Niall. Probabilmente dovresti chiedere a qualcuno che fa parte del Concilio. Conosco un amico che ci fa parte, se sei pronto partiamo subito" suggerì alzandosi lui.

Annuì e dischiusi le ali pronto a partire e a seguirlo mentre lui faceva lo stesso.

[Sky's POV]

Quella figura non era umana ne animale...era un qualcosa di contorto, di estremamente terrorizzante una figura che ti fa rigirare lo stomaco. Era alto e aveva le zampe di un lupo, il volto era deformato e lugubre mentre dalla concavità degli occhi uscivano due serpenti, dalla bocca uscivano rigori di sangue ed emanava un odore stantio, le zampe erano come in putrefazione e il corpo gobbo e ricurvo.

Le mie labbra lasciarono un urlo inconsapevole a quella vista mentre una zampa si protendeva verso di me graffiandomi il volto.

Fu un attimo, fu tutto troppo veloce, i miei occhi si chiusero come pesanti, un tocco leggero mi sfiorò la schiena e crollai a terra perdendomi nell'oscurità che mi avvolgeva, quasi amorevolmente.

Riaprì gli occhi lentamente, sentivo come se qualcosa mi opprimesse come se fossi a terra con le forze, tanto da non riuscire a muovere un solo dito. Sentivo una guancia andarmi a fuoco e sentivo che faceva male, ma non riuscivo ad alzarmi come se i miei muscoli si fossero bloccati.

La stanza era bianca e aveva delle foto appese al muro, ero troppo lontana per scorgerne i soggetti ma so che erano diverse persone, tutte intente a ridere e fare facce buffe, vari disegni erano sparsi sul muro e su una piccola scrivania che era collocata sotto un ampia finestra. Non riuscivo a scorgere al di fuori per colpa delle tende spesse e bianche ma sembrava fosse giorno. Possibile che avessi passato una notte intera inerme?

"Buongiorno principessa, finalmente ti sei svegliata" sussurrò una voce entrando nella stanza, che mi risuonò familiare.

Voltando lo sgaurdo lo scorsi, quel volto familiare ma quasi dimenticato: Tom.

Fallen.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora