57 capitolo

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[Sky'sPOV]

Le sue spalle si curvano sotto il peso dei ricordi dei suoi sentimenti mentre io cerco di sistemare tutti i pezzo del puzzle. É cosi complicato e non riesco a respirare se penso che davanti a me ho James, lui é Jam, lui è il ragazzo di cui ero fottutamente innamorata quando ero piccola, lui é quello che mi faceva sorridere sempre, quello che mi abbracciava forte quando c'era una tempesta fin troppo grande, il bambino che mi teneva la mano quando piangevo e che fin dalla nascita mi aveva dato forza.
Eravamo cresciuti insieme con la sua casa a pochi passi dalla mia e da sempre siamo stati inseparabili. L'ho sempre amato, anche se amare é una parole davvero troppo grande per dei ragazzini, eppure non lo nego. Io quel ragazzo l'ho amato. Quando mi stringeva al suo petto mentre piangevo, quando mi prendeva la mano e iniziava a correre anche senza una vera e propria meta solo per portarmi in salvo, solo per portarmi lontano, quando la notte lanciava i sassolini sulla finestra e poi si arrampicava sulla quercia dietro casa mia per raggiungere la mia camera, quando mi raccontava stupide barzellette solo per non vedermi piangere, quando canticchiava sussurrando sotto il piumone che ci copriva perché avevo appena fatto un incubo....in tutti questi momenti lo sapevo, sapevo di amarlo, sapevo di appartenergli.
"Non avrei mai e dico mai potuto rifiutarti. Ti ho aspettato per cosi tanto tempo. Aspettavo mantenessi la tua promessa e mi venissi a salvare portandomi lontano. Lo desideravo ogni notte. Ed ora....ora sei semplicemente qui e giuro che non potrei chiedere di più" la mia voce esce adrenalinica mentre gli lancio le braccia al collo.
Ricordai la sera che dovetti partire perché dovevamo trasferirci, avevo deciso di non avvertirlo prima pensando che se fossi scomparsa da un giorno all'altro avrebbe fatto meno male del dovuto eppure lui se ne accorse, non che una macchina stracolma di valigie sia proprio facile da nascondere. Ricordo lui tutto trafelato che correva verso di me ancora in pigiama, più che altro solo in calzoncini e calze. I suoi capelli castani erano spettinati dalla stanchezza e i suoi occhi azzurri illuminavano la sera ormai buia.
Mi supplicò di non andare ma gli spiegai che non era colpa mia, che io sarei sempre voluta rimanere con lui. Ricordo che iniziai a piangere nello stesso istante in cui anche lui lo fece. I suoi occhi rossi potevano distruggerti l'anima dalla quantità di dolcezza che possedevano. Volevo rassicurarlo ma ricordo che il mio respiro mancava cosi come le parole. Ricordo che rimanemmo abbracciati per un tempo infinito, forse eterno, senza volerci lasciare, senza volerci abbandonare. Rimase li, fermo in mezzo alla strada mentre con la macchina io mi stavo allontanando verso l'alba di quella mattina. Ricordo di averlo sentito, il rumore del cuore che si spezza consapevole che non guarirà più.
Jam rimase nei miei pensieri ogni giorno di ogni anno aspettando e aspettando che lui comparisse da quella porta. Mi aveva detto che mi avrebbe cercato eppure non era mai arrivato, mi rassegnai a credere si fosse dimenticato di me e con quella ferita pesante sul cuore andai avanti.
Ma sapevo che in quei gesti con Niall qualcosa ti troppo familiare c'era, sapevo di aver già assaporato quelle labbra e di essermi già innamorata di quegli occhi. Ed ora ne avevo la piena certezza.
Le braccia di Niall chiuse intorno al mio corpo si fecero più strette mentre io appoggiavo la guancia sul suo petto. Il respiro cosi regolare che andava su e giù, e per quanto fossi premuta contro lui non sentivo il suo cuore battere ed era cosi...cosi strano.
"Perché dopo la tua morte non hai perdonato l'uomo che ti ha ucciso?" chiesi ricordando parte della sua spiegazione.
"Non potevo. Era una persona che conoscevo, era totalmente ubriaco e solo per aver detto una parola sbagliata quello mi ha spaccato in testa una bottiglia. Come può averlo fatto? Io non c'entravo nulla! Io ero solo andato a scambiarci due chiacchiere. Quella sera ero finalmente riuscito a trovare un indizio concreto su come poter arrivare da te e quella stessa sera lui mi aveva tolto la vita. Non lo posso perdonare Sky" mi sussurró.
Lo abbracciai rendendomi conto che non avrei saputo dirgli nulla per farlo stare meglio.
"Quindi ora come ti chiamo? James, Niall o William? ... Hai troppe personalità" risi tentando di alleggerire l'aria intorno a noi.
"No, non William. Tuo padre mi chiamava William e non mi é mai piaciuto" i suoi cocchi sono più strani del solito nel pronunciare quel nome e mi chiedo come mai.
Mentre scrollo la testa sorridendo mi riappare come un fulmine un vecchio incubo che avevo fatto su mio padre. Era successo molto tempo prima ed ora mi spaventa. Ricordo di aver sognato mio padre che mi diceva di aver ucciso William, ricordo le sue mani sanguinenti e la sua voce tremante.
Ma non riesco a capire come collegare quel sogno al ragazzo davanti a me.

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