61 capitolo

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[Niall'sPOV]

Sky era seduta sul divano con Chris che l'avvolgeva con il braccio per le spalle al suo fianco mentre io ero di fronte a lei sull'enorme cuscino a puff. I suoi occhi cercavano i miei disperatamente intuendo subito che c'era qualcosa che non andava, dovevo raccontarle la verità, doveva sapere...ma questo comportava perderla e mi odiavo cosi tanto in quel momento. I suoi bellissimi occhi non tremavano quanto il suo corpo ma era scossa mentre Chris tentava di tenerla ferma e rassicurarla. Osservando Chris ricordai il giorno in cui lo incontrai per la prima volta, aveva un aria spavalda e protettiva. Volevo prenderlo a pugni ma poi quando una sera, qualche giorno dopo il nostro incontro, venne da me implorandomi di salvare Sky e di aiutarla ritrovai parte di me in quel ragazzo tanto disperato per la sua migliore amica.

Mi accorsi di essermi divulgato troppo quanto sentí la mano del ragazzo scrollarmi e chiedermi se andava tutto bene. Annuí riportando lo sguardo a quella bellissima ragazza impaurita di fronte a me e dopo un lungo sospiro inizia il mio discorso incasinato.

"Non sono un Angelo Custode. Non fraintendermi loro esistendo e come ti ho spiegato vengono mandati per aiutare le persone a stare meglio ma io non sono uno di loro. Appartengo ai Saviors, che sono dei particolari angeli..." la mia voce senza il mio consenso si abbassò e si assottigliò troppo mentre cercavo di continuare.

"No, non spiegarglielo..." mi interruppe Chris poggiando una mano sulla mia spalla per conforto mentre io non capivo cosa intendesse.

"Glielo mostrerò" sussurrò in fine voltandosi faccia a faccia con lei che incredula non capiva nulla.

Chris alzo una mano verso di lei e sussurrandole un 'andrà bene' le poggiò la mano sugli occhi mentre io incredulo ancora non capivo.


[Sky's POV]

La mano di Chris era ancora ferma sul mio volto portandomi ad osservare solo l'oscurità tutto era cosi tremendamente surreale, cosa c'entrava il mio migliore amico con tutto quello?

Sentì un freddo improvviso lungo il corpo e poi le mani di Chris persero il loro peso sul mio corpo scomparendo, il buio rimase lo stesso anche senza la sua mano ma secondi dopo la luce torno, all'inizio troppo vivida per i miei occhi. Quando la luce si stabilizza nuovamente ritrovo la casa di sempre, non è cambiato nulla se non che le due figure che prima erano al mia fianco non ci sono più, mi alzo di scatto dal divano e inizio a muovermi per la casa nel disperato tentativo di cercare i due ragazzi. Osservo come ogni cosa che guardo è lievemente sfocata, come se stessi in un sogno. La casa è in un sordo silenzio immane e non ne capisco il motivo.

Prendo un lungo respiro e mi osservo intorno quando sento un lieve singhiozzo da una delle camere, muovo i miei piedi in quella direzione quando la voce robotica del telefono risuona in tutto il salotto.

-Hai un nuovo messaggio di segreteria: "Ehi Sky sono Chris, sto passando a prendere qualcosa da mangiare se ne vuoi un po' chiamami cosi lo prendo anche per te!"-

La voce del ragazzo è alta e felice come una volta era, quel messaggio per non ricordo affatto di averlo mai ricevuto, ho qualche ricordo sfocato di qualche incubo riguardante quella frase ma nulla più. Quando mi rendo conto che sono ancora fissa a guardare il telefono mi ricordo del singhiozzo che ho sentito attimi fa. Comincio cosi nuovamente a dirigermi verso la camera che sorprendentemente è la mia. Un respiro veloce, un respiro mozzato, un respiro frenetico...questo è tutto ciò che esce da quella porta. Inizio a spaventarmi pensando che è camera mia e non so se entrare o scappare.

Poggio una mano sulla porta e noto che la trapassa, non sento nulla se non un formicolio e la ritraggo subito. Sento il cuore accelerare quando lo rifaccio e noto il mio braccio perso in quel pezzo di legno chiudo gli occhi e passo velocemente la porta ritrovandomi nella mia stanza.

L'immagine che mi si prospetta però fu l'ultima a cui mai pensai.

Io ero in terra con la schiena poggiata al letto, la maglia bianca di quei tanti miei incubi mi copriva e si bagnava delle mi lacrime il computer sulle mie gambe continuava ad emettere il fastidioso bip delle notifiche di facebook che continuavano e continuavano e continuavano. Il mio viso era paonazzo e rosso segno che avevo pianto molto e il corpo era smosso da tremende scosse. Mi inginocchiai di fronte ad una me distrutta che guardava quel computer disperata. Non ricordavo di aver mai vissuto una cosa cosi, non ricordavo di aver mai pianto cosi tanto, "è un sogno" pensai "non è la realtà".

Quell'immagine davanti a me tremava finché in fine non allontano il suo computer dalle gambe lasciandolo poggiato a terra a qualche centimetro dai suoi piedi. Mi alzai in un gesto involontario ricordandomi poi che il computer, come la porta, mi sorpassavano come se fossi un fantasma.

Quando fui in piedi un particolare mi colpì, il calendario sul muro segnava che era il 3 Aprile. Era quel giorno. Era il giorno della luce, il giorno dei misteri, il giorno dell'amnesia.

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