[Sky's POV]
Sentì un tremendo vuoto nel petto, come se ogni cellulla del mio corpo fosse stata risucchiata via da me. La sensazione di leggerezza che ne provenì fu qualcosa che mi travolse a pieno facendomi riaprì gli occhi di scatto.
"Ben tornata" sorrise Sam sopra di me, spostandosi poi di qualche passo per farmi alzare.
Mi accigliai nell'osservare due ragazzi alle sue spalle, Luke e Ashton se non sbaglio si chiamano. Sam seguì il mio sguardo verso loro e poi si sedette accanto a me poggiandomi una mano sulla spalla provando dolcemente a farmi sdraiare nuovamente.
"Devo parlarti di tante cose Sky" incominciò dolcemente come un padre che parla alla figlia "Tom era un demone, ora capisco che potrà sembrare strano ma.."
"Si, lo so. I demoni esistono cosi come gli angeli.." lo interruppi facendolo un attimo arretrare "ma dov'é Niall?"
"Niall?..Oh, beh ti abbiamo dovuto portare lontano da lui, il sangue di Tom faceva si che quando lui si avvicinava a te ti avrebbe ferito, la sua presenza ti avrebbe potuto uccidere per la troppa vicinanza..una vecchia maledizione molto comune. Con la morte di Tom questa si é dissolta"
"Quindi puó avvicinarsi a me?" chiesi speranzosa di un si.
La testa del ragazzo si alzò e abbassó con un piccolo cenno e un sorriso appena accenato.
"Lui e gli altri torneranno a momenti" mi assicuró Luke alle sue spalle.
Più lo vedevo più mi chiedevo come stesse la ragazza che un tempo consideravo mia collega, non avevo più sentito nulla di lei e per quanto odiassi ammetterlo mi mancava. Mi alzai sulle mie gambe per quanto il gesto potesse sembrarmi strano dopo tutto il tempo passato a letto e mi avviai per la casa. Appena fuori dalla porta osservai Chris addormentato sul divano con un lieve cipiglio preoccupato in volto. Salutai i tre ragazzi che mi avvisarono della loro uscita e tornai alla poltrona dove il mio migliore amico si era lasciato andare.
"Drago!" sorrisi e sussurrai scrollando la spalla del mio amico.
Quello era solitamente il soprannome che amava quando giocava ai giochi di ruolo e io non lo sopportavo. Le sue palpebre sbatterono qualche volte prima di aprirsi del tutto. La sorpresa esplose nei suoi occhi e le braccia mi catturarono facendomi cadere sul suo petto.
"Santo cielo Sky..non farlo mai più!" rise stringendomi a lui.
"Okay ti lasceró dormire la prossima volta..va bene?" sorrisi intuendo che non era ció che richiedeva.
"Idiota intendevo farti rapire!"
"Sisi la prossima volta fermerò il rapitore e gli diró con tono solenne -Mi dispiace non puoi rapirmi Christopher Jamie McCoin non vuole!-..cosi sei più tranquillo?"
Chris alzó gli occhi al cielo stringendomi a lui in un mondo tanto possessivo quanto grato e non potei interrompere quel gesto, nemmeno quando i miei polmoni rischiarono di collassare per la forza troppo impressa.
Io e Chris stavamo ancora parlando o meglio ridendo, ed era bello staccare il cervello e ridere dopo tutto il casino successo, ero stanca forse troppo ma l'adrenalina del benessere si era impossessata di me; quando la porta si aprí le nostre teste scattarono verso quella.
Niall si fece avanti con il capo basso e il viso sul pavimento che non gli fece presente la mia mancata assenza. Ma io lui lo vedevo bene, era lí come un angelo in attesa. Stanco, provato e distrutto ma comunque perfetto nella sua miseria. Ogni singola cellula del mio corpo esplose prendendo fuoco alla vista del ragazzo, un sospiro pesante fu tralasciato dalle mie labbra segno che ogni peso sul mio petto era sparito. Gli occhi iniziarono a bruciare dalla visione tanto attesa ed ormai non ero più io, ormai era il mio cuore a correre come una calamita. Scesi dalle gambe di Chris correndo a lunghi passi verso la figura ancora sulla porta.
[Niall's POV]
Il viaggio era stato lento. Il pensiero di tornare da quella ragazza per provocargli nuovo dolore mi faceva soffrire.
"Era un Inamé" continuó Louis "una vecchia maledizione per tenere lontane due persone. Una soffre se l'altra si avvicina".
Ascoltavo ormai da lontano la conversazione dei due ragazzi, sapevo cosa aveva fatto Tom e non mi serviva che qualcun'altro me lo ricordasse.
I due amici mi salutarono prima di prendere le strade per le loro case lasciandomi solo di fronte alla porta di quello che era diventato il mio appartamento. La porta cigoló aprendosi e tutto il peso di quella situazione mi crolló addosso, averla li vicino e non poterla toccare, averla a qualche passo senza poterla aiutare, quanto poteva fare schifo?
Gli occhi stanchi vagavano per il tappeto mentre la testa mi torturava con i ricordi più belli di quella ragazza dai capelli neri che per tanto mi aveva incantato.
Dei passi di corsa mi ripresero, pesanti sul pavimento e nervosi al suono. Quando i miei occhi si alzarono con la poca forza rimastami in corpo la osservai alzarsi e aggrapparsi al mio petto cingendo le sue gambe intorno a me. Mi irrigidí all'istante facendo qualche passo indietro per la paura e l'equilibrio perso.
Non soffriva, la smorfia di dolore non vi era più, tutto ció era rimpiazzato dalla felicità sul suo volto e la sorpresa nei suoi bellissimi occhi azzurri. Le mani tremanti si cinsero dietro al mio collo mentre le mie braccia già da tempo si erano fermate sulla sua schiena per darle maggiore sicurezza. E restammo cosi...perfettamente immobili a guardarci negli occhi, a perderci l'uno nell'altro e sono sicuro che in quell'istante i nostri cuori si stessero urlando contro la mancanza di quei giorni. Stavo tremando e lo sentivo dalle mie mani sulla sua schiena, ma anche lei lo faceva con il più bel sorriso di sempre.
"Mi sei mancata" sussurrarono disperate le mie labbra troppo perso per dire altro.
Le sue mani scivolarono sul mio collo lasciando che i pollici mi asciugassero le guance bagnate, non so nemmeno quando inziai a piangere.
Si morse un labbro mentre i suoi occhi erano fissi nei miei, e quel gesto poteva cancellare ogni atrocità intorno a noi. Mi poggiai alla sua mano che ancora mi accarezzava il volto e la strinsi a me più forte. Feci qualche passo con lei ancora tra le mie braccia e feci scontrare la sua schiena con il muro dietro noi.
E cosi fecero anche le nostre labbra.
Il muro la sosteneva e tutto ció che non ero mai riuscito a dirle in tutto quel tempo affiorí in quel gesto. Un gesto disperato che avevamo atteso tanto. Le sue mani scivolarono tra i miei capelli mentre si muoveva insieme a me. Qualche sorriso le spuntava ed ogni volta ci perdevo un battito. Anni, avevo aspettato anni e l'attesa non era nulla ora che lei era mia. Il macigno sul mio petto dissolto come piume al vento grazie a lei...l'aria nei polmoni dispersa...i battiti del mio cuore fermi a contemplare le nostre labbra che giocavano insieme.
Si staccò provocando un mugoliò di nostalgia dal mio corpo e praticamente ridendo mi strinse il collo abbracciandomi di più e frugando il volto tra il mio collo e la spalla, ogni minimo brivido si fece sentire lungo tutta la mia schiena.
"Questo é imbarazzante!" una voce si fece strada lungo il corridoio in quel momento cosi perfetto.
Sky sussultó scendendo a terra e voltandosi dandomi le spalle e arrossendo all'istante. Le sue mani dietro la schiena tenevano le mie mentre provava a balbettare qualcosa di incomprensibile.
"Già..molto, amico" risi spostando le mie mani sui fianchi della ragazza davanti a me per attirarla al mio petto, non sopportavo già più la lieve distanza tra noi.
Chris si avvicinó a noi dando una pacca sulla spalla di Sky sussurrandole "sono felice per te" e si voltó avvertendoci che avrebbe preparato la cena.
Voltai Sky verso di me e lei si aggrappó subito al mio petto abbracciandomi, essendo più piccola di me la sua testa arrivava appena sotto al mio mento. Mi poggiai la guancia sui suoi capelli e lasciai vagare una mano su tutta la sua schiena.
Strinsi di più le braccia intorno a lei.
"Ti salveró da tutto e non ti lascerò più" le promisi.
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Fallen.
RandomSkyla ha 19 anni ed un passato burrascoso alle spalle che l'ha portata a non fidarsi più di niente e di nessuno se non del suo unico ed inseparabile amico Chris. I due vivono insieme all'amico Brian in un piccolo appartamento le cui mura imprigionan...