"Ehi. Luke giusto?" sapevo benissimo che si chiamava Liam ma volevo essere il più fredda possibile, volevo il più alto distacco tra noi.
"No. Liam!" sorrise portandosi una mano tra i capelli chiaramente a disagio.
"Ah si..e chi se lo ricordava!"
"Già"
I suoi gesti esprimevano più di mille parole in base a ciò che provava, era chiaramente a disagio e non sapeva da che parte girarsi.
"Ti va di fare un giro al parco?" mi chiese dopo qualche minuto di silenzio.
-Ovvio che no! Ma chi sei tu? Solo un idiota che è entrato di prepotenza nella mia fottuta stanza facendo il carino e incasinandomi il cervello!- pensai.
"Certo!" però contraddirono le mie labbra.
Mi voltai verso Niall per avvertirlo che non tornavo a casa, i suoi occhi persero il bagliore rosso che avevano acquistato poco prima, quando intravide Liam al mio fianco.
"Andiamo" gli sussurrai poco dopo, giusto poco prima che Niall ci raggiungesse.
Il parco era appena dietro al bar e lo conoscevo ormai meglio delle mie tasche, era il parco che raggiungevo ogni volta che avevo dei problemi, l'unico posto che mi tranquillizzava al mondo.
"Beh parlami di te!" iniziò per rompere il ghiaccio.
"Sono una ragazza. E sai già troppo di me. Tu?" risposi fredda.
"Niall ti ha detto qualcosa?"
"Niall? Perché parli di lui proprio ora?"
"No nulla, solo curiosità. Comunque mi chiamo Payne, Liam Payne. Sono inglese e credo tu lo abbia già capito dall'accento. E anche tu ora sai troppo su di me"
"Che lavoro fate tu e Niall?"
"Diciamo un lavoro...movimentato" sorrise grattandosi una spalla.
Solo in quel momento mi resi conto che sulla spalla destra campeggiava in grassetto il numero "5", era strano dato che avevo visto un disegno simile sul braccio di Niall, che invece raffigurava il "3".
Decisi di non chiedergli troppo su quei tatuaggi per non sembrare una stalker, o una bambinetta stupida curiosa.
"Inglese? Anche Brian, il mio migliore amico è inglese!"
"Si, l'ho conosciuto. Se non sbaglio però lui viene dal sud io sono giusto più in alto"
"Beh...sempre Inghilterra è!" sorrisi.
"Vieni li c'è una gelateria buonissima!"
Ci dirigemmo in un piccolo bar, mi resi conto solo in un secondo momento che aveva quadri simili a quelli del bar di Sam, gli autori erano certamente gli stessi.
"Per me nocciola e cioccolato e...per te?" iniziò subito lui a parlare.
"Ehmm...cioccolato e menta. Grazie" risposi verso il gelataio.
Il ragazzo dietro al bancone era molto giovane e dal modo in cui lui e Liam si parlavano faceva intendere che si conoscevano da molto. Quel gelato era la cosa più buona che avessi mai assaggiato in vita mia, era cremoso e allo stesso tempo rinfrescante, davvero una prelibatezza.
Liam ed io continuavamo a parlare, non di argomenti particolari ma semplicemente delle cose che ci vedevamo intorno quando lui dal troppo ridere mi tirò una gomitata facendomi versare tutta la menta sulla canottiera bianca.
"Diamine scusa!" cercò subito di scusarsi.
"No no va bene, andiamo li che c'è un rubinetto dell'acqua" risposi tenendo la maglia staccata dalla mia pancia per non farla appiccicare troppo.
"Aspetta, aspetta" sussurrò lui prendendo dalla tasca un fazzoletto.
Bagnò la stoffa bianca e piano premette contro di me, era sempre più vicino, tocco dopo tocco.
Osservavo la macchia ingrandirsi e non mi resi conto che lui era ormai arrivato a pochi centimetri dal mio corpo accaldato. Alzai gli occhi al cielo quando mi sentì osservata e nel giro di istanti le sue labbra posavano sulle mie. Fu un tocco leggero, un tocco quasi assente, che però riusciva a trasmettere una forza inaudita.
Non mi mossi, non mi scostai, restai fermai ad assaporare quel lieto momento. Le farfalle non esplosero nella mia pancia e la mia mente non si incasinò, ma d'altronde non avevo mai creduto alle esagerate sensazioni che i libri ti illudevano avresti provato.
"Ora è asciutta la maglia?" chiesi poco dopo che le sue labbra lasciarono le mie.
"Credo proprio di si!" sorrise portando una mano ad accarezzarmi il volto.
Mi spostai alla svelta dal suo tocco allontanandomi velocemente da lui e muovendomi di un passo indietro.
"Scusami! E' che io non sopporto quando la gente mi tocca il viso" gli risposi imbarazzata dal mio atteggiamento.
Lui mi sorrise ancora e mi prese una mano nella sua intrecciando le dita, qualcosa che nessuno aveva mai fatto.
"Forza andiamo!" riprese trascinandomi letteralmente via.
Rimanemmo cosi, mano nella mano a camminare e scherzare, a ridere...ridere davvero dopo molto tempo che non succedeva.
Sul tardi mi riaccompagnò a casa dicendo che aveva altri impegni e continuando a chiedermi scusa e a ripetermi che se fosse stato per lui non mi avrebbe mai lasciato.
Era tenero...diamine troppo tenero! Non avevo mai conosciuto una persona cosi dolce, troppa dolcezza non mi era mai piaciuta, ma lui era qualcosa di diverso.
"Sono a casa" urlai aprendo il portone d'ingresso dopo un lungo bacio di Liam.
"A nessuno importa" ringhiò Niall dalla cucina.
"Non troppa simpatia mi raccomando!" scherzai dirigendomi verso camera mia per lanciarvici le scarpe.
"Sky!" mi chiamò Chris dal salotto.
Chris era completamento sdraiato sul divano con un pacchetto di patatine vuote ai suoi piedi e qualche bottiglia di birra che lo circondava mentre beatamente guardava la televisione.
"Dimmi" risposi subito ai piedi del divano.
"Niente volevo salutarti!" sorrise infantilmente aprendo le braccia ed invitandomi a lui.
"Chris mi dicono che hai bevuto poco poco!" sarcasticai chiudendomi tra le sue braccia mentre lui ridacchiava.
Nel giro di pochi secondi un tonfo mi fece rialzare in fretta notando che Niall era appena entrato in camera sua chiudendo pesantemente la porta.
STAI LEGGENDO
Fallen.
RandomSkyla ha 19 anni ed un passato burrascoso alle spalle che l'ha portata a non fidarsi più di niente e di nessuno se non del suo unico ed inseparabile amico Chris. I due vivono insieme all'amico Brian in un piccolo appartamento le cui mura imprigionan...