35 capitolo

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-Ho avuto un problema. Incontriamoci al Coffee Shop dopo l'ora di chiusura-

Dopo due settimane, due settimane in cui Niall non si era fatto sentire fu questo il messaggio che mi inviò. Rimasi sconcertata, non capivo che volesse, credevo fosse tornato in Irlanda ed io fossi rimasta solo una stupida ragazzina incontrata nel breve periodo che aveva soggiornato qui. La prima settimana non la passai bene, continuavo a pensare a lui, a chiedermi cosa facesse o con chi fosse, mi odiavo tremendamente per assomigliare ad una ragazzina innamorata.

Quel lunedi la giornata lavorativa non passava più, Cenè si era lincenziata il venerdi prima, il motivo non me lo disse ma solo quando tornai Sam mi spiegò che lei non avrebbe più lavorato li, togliendo tutte le tazze rotte ed i caffe amari orribili che faceva era una brava cameriera quindi per un po' mi domandai cosa avesse fatto, ma probabilmente aveva trovato qualche posto migliore di quel bar.

Sam quel giorno aveva dei lavori da fare cosi mi lasciò le chiavi per chiudere il bar, quando salutai l'ultimo lavoratore chiusi la serranda e la porta e accesi le luci della piccola cucina mentre l'intero salone restava al buio. Mi cambiai la divisa indossando una maglia a maniche corte semplice e dei jeans stretti azzuri. Presi una bottiglietta d'acqua e mi sedetti sul bancone di marmo dove erano soliti perparare i croissant, pulito e lucidato dalle mia stanche mani, e lasciai cadere i piedi a penzoloni dal ripiano.

Tenevo il telefono stretto in mano cercando qualsiasi segno di Niall, rumore o profumo, girando la testa più volte.

"Ehi" la sua voce mi fece sobbalzare scendendo immediatamente dal bancone ed allontanandomi di qualche passo.

"Ehi" sussurrai incerta sul cosa dire.

"Come va?" chiese sorridendo ed avvicinandosi di qualche passo.

Odiavo il modo in cui si comportava, come se fosse tornato e fosse stato via solo cinque minuti.

"Che vuoi?" domandai in tono più serio e freddo che potessi.

"Sapere come va" riprese scherzoso disperdendo una mano dietro al suo capo come faceva sempre quando era in imbarazzo.

"Perchè sei tornato?" continuai riprendendo il mio posto sul bancone dandogli le spalle.

"Perchè dobbiamo parlare..." sussurro ora serio portandosi di fronte a me.

"Allora parla" lo incitai abbassando lo sguardo, non riuscivo più a guardarlo negli occhi.

"E' tutto complicato Sky ma devi cercare di capire, ok?" si avvicinò di più a me e poggiò le mani tremanti sulle mie cosce.

Annui continuando a guardare le sue mani poggiate delicatamente su di me, quasi con paura.

"Non sono chi credi che io sia. Non sono un essere umano..beh detta cosi fa paura vero?" emise un sorrisetto nervoso "Si pù dire che ero un umano, no ok cosi fa davvero paura. Sono un angelo o meglio sono un anima" si fermò per qualche secondo.

Aspettavo che scoppiasse a ridere o che urlasse "Scherzavo!" ma non successe nulla di tutto quello che mi aspettavo.

[Niall's pov]

Mi continuavo a ripetere di occultare l'unica informazione che avrebbe rovinato tutto.

"Si, sono morto il 14 Aprile di otto anni fa" rilasciai un profondo respiro al ricordo di quel maledetto giorno.

Skyla non parlava ma notavo che si era spostata con il busto poco più in la, era sempre stato facile prima confessare che ero un angelo e farmi credere, ma ora era tutto più difficile con lei. Capendo che non avrebbe parlato continuai.

"Vedi quando si muore succede che...come posso dire... c'è una selezione, ecco! Le anime vengo prescelte in base alla famiglia di appartenenza. Se si è un anima libera, cioè senza una famiglia di appartenenza significativa, devi superare delle fasi in cui accetti la tua morte e raggiungi il " paradiso". Ma se invece si appartiene ad una famiglia importante, essendo un anima segnata, si diventa Angeli Custodi. Quando si è Angeli si hanno un certo numero di persone da aiutare ed aiutate tutte queste si raggiunge anche noi la Libertà" ripresi fiato e mi persi nei suoi occhi terrorizzati.

Era tutto cosi contorto ed i suoi occhi interrogativi me lo facevano capire.

"Liam" sussurrò quasi come fosse presa da un ricordo o un flash.

"Famiglia Payne, si può dire una delle famiglie più importanti, gli mancavano solo due persone e poi avrebbe potuto trovare la Libertà, per questo usciva con te" spiegai velocemente al ricordo di quello stronzo.

"E' impossibile!" quasi urlò staccandosi velocemente da me ed indietreggiando sul bancone.

"Ascoltami Sky lo so, ma dovevi saperlo..tante cose devi ancora sapere." spiegai allungandomi sul bancone.

Al mio tocco si allontanò di più aveva gli occhi terrorizzati e guardava ovunque tranne che me.

"E' impossibile....è impossibile" sussurrò tra se e se quasi ridendo della situazione.

"Non lo è Sky. Io sono qui per te" continuai allungando  una mano.

Trasse la gambe al petto e nascose il volto nelle mani, sapevo che faceva cosi ogni volta che voleva estraniarsi dal mondo interno.

"Se non mi credi lascia che te lo dimostri" continuai in tono più dolce allungando di più la mia mano protesa verso lei.

Alzò lievemente gli occhi e mi guardò stranita.

"Ti prego lasciami mostrartelo" supplicai un ultima volta allungando la mano vuota in attesa della sua.

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