48 capitolo

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Trassi un profondo respiro quando Tom mi si parò davanti. Feci vagare gli occhi per la stanza alla ricerca del nulla..alla ricerca di Niall. Ma lui non c'era, lui era solo frutto di una stupida mente troppo vivace. Una mano di Tom si serró veloce su un mio polso in fare arrabbiato e nervoso, fece girare la mia mano verso di lui e senza mutare espressione estrasse un piccolo pugnale dalla camicia armeggiandolo un po' in una mano prima di alzare il suo sguardo per incrociare il mio terrorizzato. Sogghignó e inizió a fischiettare, ero ipnotizzata dall'oggetto d'argento che scivolava tra le sue dita come fosse un giocattolo, e non riuscivo ad individuare le scritte su di esso.

Fu un atto veloce di cui fui colta alla sprovvista, la lama si abbassó sulla mia mano tracciando un segno lungo il palmo che inizió ad aprirsi sempre di più mostrandomi i diversi strati di pelle ma non sangue. Ero shockata da quella ferita profonda, da cui non usciva altro che aria, per non accorgermi che nel frattempo anche lui si era tagliato il palmo della mano destra, ma lui aveva del sangue...aveva molto sangue che usciva e molto scuro. Fece colare qualche goccia del suo sangue nelle mia ferita che in poco si ricucí non lasciando altro che una lieve cicatrice.

"Grazie" sorrise soddisfatto guardando la mia mano ed ignorando la sua ancora sanguinente.

Uscì come se nulla fosse successo e si chiuse la porta alle spalle. La mia mano era ancora ferma mezza sollevata, immobile da dove lui l'aveva lasciata. Un piccolo segno bianco si estendeva lungo tutto il palmo in obliquo. Ci passai sopra un dito credendo mi avrebbe fatto male o persino bruciato, ma nulla di ció che pensavo accadde. Era lí ma non sentivo altro che la sensazione di un piccolo callo. L'immagine della pelle, degli strati rosati che si scurivano in rosso e la totale mancanza di sangue mi vorticava ancora nella testa. Che stava succedendo al mio corpo?

[Niall'sPOV]

Presi un lungo sospiro prima di ascoltare la voce di Louis che mi ordinava di svegliarmi. Ero rivolto a pancia in giù sul letto, rannicchiato in quel piumone enorme e con un braccio che stringeva possessivamente il cuscino. Mi liberai di tutto raggiungendo i ragazzi in cucina, Chris aveva preparato il caffé per tutti e i miei amici erano seduti intorno al tavolo.

"Buongiorno" bisbigliai alzando una mano e ricevendo un occhiata di ricompensa da tutti.

"Ragazzi dobbiamo vestirci e muoverci" si affrettó Sam quando tutti finimmo la colazione.

Li osservai alzarsi e raggiungere il salotto dove le divise erano appoggiate, ed ognuno si prendeva la sua. Harry mi rivorse un cenno per farmi intendere che la mia divisa me l'aveva lasciata in camera di Sky ed io lo ringrazia silenziosamente. Raggiunsi la camera, le lenzuola ancora disfatte, la divisa piegata, le foto di lei sorridente sul muro e diversi oggetti che la rappresentavano a pieno, come la chitarra elettrica nera ormai distrutta e rovinata. Mi vestí velocemente con la maglia aderente e rinforzata nera e i pantaloni larghi di un tessuto pesante ma davvero comodo. Presi gli anfibi neri e mi sedetti sul tappeto a terra per infilarli con la schiena poggiata al letto, appena poggiai la schiena al letto una scossa elettrica mi percorse il corpo lasciando piccoli brividi ovunque, le braccia tremarono lievemente facendo cadere la scarpa che avevo in mano. Mi alzai velocemente non capendo cosa fosse stato, pensai ad una scossa dispersa attraverso il legno e cercai di non dargli importanza. Finí di vestirmi in salotto dove anche gli altri mi raggiunsero, ognuno con la divisa nera e il numero di casta sul braccio.

"Pronti?" chiese Sam osservandoci tutti.

Annuimmo all'unisono e lo seguimmo fuori dall'appartamento verso la città che si faceva più calda con il sole che si alzava ma sempre con quell'aria fredda e pungente sulla pelle. Seguimmo Sam lungo vari vicoli mentre i suoi occhi attenti sapevano già qual era la meta. Dopo poco raggiungemmo un vecchio palazzo abbandonato, probabilmente un industria in disuso. Le vetrate rotte e giallastre, i muri crepati e ogni elemento di quell'edificio pronto per la demolizione.

Sam ci fece cenno di seguirlo in silenzio e inizió ad innoltrarsi in una porta di ferro arrugginita. Camminavamo mantenendo le distanze l'uno dall'altro per proteggerci le spalle. Sam fece un segno di silenzio ma fu interrotto da qualcosa che gli si schiantó contro. Era un demone minore ma con una forza abbastanza elevata, era una specie di aquila bruciata con gli artigli più grandi e il becco bianco. Ne arrivarono altre che sembravano circa una decina.

"Noi li fermiamo voi proseguite" urló Calum in accordo con Luke e Ashton.

Le mani del ragazzo spedivano veloci saette azzurre da tutte le parti colpendo di tanto in tanto qualche demone.

Seguimmo le sue istruzioni e riprendemmo a camminare lungo i corridoi preceduti da Sam che seguiva ancora l'operazione, intatto dopo l'assalto. Un urlo alle nostre spalle ci fece sussultare e cosi Harry si propose di tornare indietro in aiuto agli altri e Zayn si uní.

Mi posi tra Sam e Louis e ripresi a scorgere per tutte le stanze alla ricerca della ragazza. Louis entrò in una stanza e quando fu in mezzo si fermò di scatto, osservai una smorfia di dolore percorrergli il volto e il petto tremare leggermente. Mi accorsi immediatamente a lui tenendolo per un braccio.

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