11 capitolo

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Cercai di non pensare troppo a quella assurda conversazione sentita dalle donne e mi decisi di non preoccuparmene per il resto della giornata.
"Ti va di mangiare con me?" mi chiese la ragazza di prima, che a pensarci non so nemmeno il nome.
"No grazie, per la pausa pranzo andrò al take away qui vicino" le risposi senza guardarla.
"E' esattamente dove io ed il mio ragazzo andiamo!" squittì eccitata.
Non sopportavo la sua vocina ed il suo modo allegro di essere ma mangiare da sola non mi esaltava poi più di tanto cosi decisi di seguirla.
"Ciao amore!" ci riprese una voce dietro di lei.
Un ragazzo biondo si avvicinò a noi avvolgendo un braccio intorno al fianco di lei, aveva una maglia a righe grigia e dei pantaloni stretti strappati, il percing nero al labbro luccicava sotto il lampadario ed aveva davvero un bel sorriso.
"Ciao! Lei è...Aspetta come ti chiami?" iniziò subito la ragazza con la voce più alta del normale.
"Sky" le risposi senza distogliere gli occhi da quelli del ragazzo.
"Piacere sono Luke!" mi sorrise porgendomi una mano che afferrai immediatamente.
I suoi occhi erano ipnotici e la sua stretta era soffice, per tutto il tragitto si rivelò un ragazzo davvero simpatico, anche se rispondevo alla sua ragazza in modo sfrontato lui riusciva sempre a dire qualcosa per farla sorridere. Pranzammo velocemente dato il fatto che la nostra pausa pranzo durava si e no tre quarti d'ora. Luke era davvero dolcissimo, divise il pasto con lei ripetendole sempre che era magnifica e lei era completamente persa in lui.
Odiavo le smancerie ma ad essere sincera non avevo mai visto due persone amarsi cosi tanto se non in un libro o in uno stupido film. Il pomeriggio passò in fretta tra ordinazioni e persone, non era affollatissimo ma c'era comunque da lavorare.
"Sono le cinque e mezza. Puoi andare e se non è un problema per te io ti assumerei, ho visto che hai lavorato bene ed hai trattato i clienti nel migliore dei modi. Complimenti" mi sorrise Sam alla fine del turno.
Ero felicissima finalmente di avere un lavoro, ora potevo restituire a Chris tutti i soldi che mi aveva prestato per pagare l'affitto. Il telefono nella mia tasca vibrò facendomi riprendere dai miei sogni di cosa avrei comprato con il primo stipendio, *Stasera ti va se ti porto fuori a mangiare?*.
Il messaggio era di Liam e sinceramente non me lo aspettavo proprio, risposi con un semplice *Si* e corsi letteralmente a casa per farmi una doccia.
"Ti racconto tutto stasera!" sorrisi a Chris prima di uscire dalla porta, mentre Liam mi aspettava di sotto.
Appena aprì il portone d'ingresso lo vidi, era appoggiato ad una mini nera con le gambe incrociate, aveva una camicia bianca racchiusa in una felpa rossa ed in un giubbotto di pelle nero,  i jeans erano stretti portati però a vita bassa e le vans bianche che chiudevano quel magnifico look.
Appena i suoi occhi presero i miei si avvicinò alzandosi di scatto e avvolse un braccio intorno alla mia vita stringendomi più forte al suo petto. I suoi gesti erano più sicuri rispetto al pomeriggio prima e questo non mi dispiaceva, il suo bacio era più ardente mentre le sue mani quasi dolcemente mi accarezzavano i fianchi.
"Aspettavo questo momento da ieri pomeriggio" disse riprendendo fiato e aprendomi la portiera dell'auto.
"Anch'io. Ti prego non fare il gentiluomo, odio le smancerie e tutte quelle cose da libri" gli risposi sedendomi sul morbido sedile.
"Perfetto, perché ti porto in un posto speciale" rispose con un sorrisetto ambiguo.
Il tragitto lo passammo a parlare...beh più che altro fu lui a parlare della sua vita, ma a me è sempre piaciuto ascoltare gli altri quindi non mi feci dei problemi. Per tutto il viaggio tenne una mano salda alla mia coscia, non che lo odiassi, ma troppo contatto fisico mi irritava quindi quando potevo gli prendevo la mano stringendola e allontanandola dalla mia gamba.
"Ci siamo quasi" mi sussurrò quando si rese conto che ero terrorizzata dal notare che eravamo nel nulla più assoluto mentre il sole stava lentamente per calare.
La macchina si fermò in un enorme parcheggio, davanti a noi vi era un piccolo locale che emanava una luce fortissima di diversi colori e della musica ad alto volume proveniva da dentro.
Oh ma che magnifica idea una discoteca! Forse uno dei luoghi che odio di più a questo mondo!
Appena entrammo nel locale i timpani mi si chiusero all'istante, il rumore era esageratamente troppo alto. Liam mi avvolse un braccio intorno alla vita per guidarmi in mezzo a tutta quella gente, erano più che altro molti ragazzi ubriachi che ballavano o si strusciavano contro qualcosa, che questa fosse animata o no.
Dopo qualche minuto riuscimmo ad attraversare tutto l'intero locale ed entrammo da un a porta sul retro.

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