67 capitolo

174 9 0
                                    

Ci avviciniamo lentamente alla porta quasi distrutta e ingrigita e Niall fa un passo indietro per farmi segno di andare avanti. Lo sorpasso ma in un gesto quasi incosciente allungo una mano afferrando la sua, lui non si allontana e anzi mi stringe in una stretta ancora più ferrea. Alzo gli occhi per ringraziarlo e dopo un lungo sospiro e un ultimo bacio a fior di labbra mi decido a scavalcare la finestra rotta ed a entrare nel palazzo. Salito qualche piano mi ritrovo al portone della casa.
"Respira e immaginati di essere un fantasma, come nei film quando sorpassano muri. Immagina di poterlo fare, immaginalo intensamente" sussurra cauto il ragazzo alle mie spalle.
Faccio come mi dice, chiudo gli occhi e provo a immaginarmi tutte le scene dei film visti e punto la mia mente sulla mia immagine che trapassa un muro; non sento altro che una lieve spinta, inaspettata, sulle spalle da parte di Niall e quando riapro gli occhi sconcertata mi ritrovo in quel passato, in quella casa distrutta, in quell'ambiente doloroso. Niall compare dopo poco attraverso la porta e mi sorride rassicurante riprendendo la mia mano. Inizio a camminare per la casa osservando i vecchi mobili e il pavimento sudicio, sembra essere vuoto poiché nessun rumore viene a me. Ricordo quando d'adolescente vivevo qui, i momenti peggiori passati.
"Dormivo su quel divano" punto l'orribile arredamento sporco e strappato in un angolo.
Non so cosa mi porti a parlare ma blatero a vanvera verso Niall, quasi impaurita a vedere i suoi occhi.
"La notte non potevo alzarmi, se lui mi vedeva fuori dal divano partiva una cinghia sulla mia schiena" continuo camminando e trascinandomi dietro il biondo.
"La stanza di mia mamma è ques..." mi blocco senza fiato nei miei passi mentre Niall colpisce la mia schiena sorpreso.
Lei è li. È ferma immobile seduta sul letto. Non si muove e guarda un punto fisso di fronte a lei. I suoi occhi non più un colore tanto bello. Vuoti. Tristi. Senza vita.

Mia madre è immobile e mi ritrovo a chiedermi se è una statua, troppo ferma, troppo rigida...troppo vuota. Un battito di ciglia è quello che mi conferma che è lei e che è viva, i suoi occhi vuoti puntati verso una vecchia cornice rovinata, una nostra foto di tanto tempo fa.

"Mamma?" una voce sopraggiunge dal salotto, è lieve e tenue come se fosse un sospiro in mezzo alla tempesta.

Ma io quel sospiro lo conosco e non ne sentivo più il tocco leggero da troppo tempo, mi sembra quasi di confonderlo, di essere nel torto..non può essere lui.

"Su ti ho portato il pranzo" sorride trapassando il corpo di Niall e avvicinandosi alla mamma che pur con il rumore dei passi o il tocco della sua mano non si muove.

Cerca di prenderla per mano e gli serve abbastanza forza per alzarla e portarla finalmente in salotto dove sento il dolce profumo di pasta calda.

Mi ritrovo a bisbigliare il suo nome sotto voce incredula che sia davvero lui..Julio. Lui. Quel ragazzo che è sempre stata la mia sola unica ancora, quel ragazzo che è stato essenziale per me, il mio fratellone.
"Oggi sono andato a trovarla, le ho portato i fiori e le ho raccontato un po' di noi e del nostro viaggio, che dici domani vieni anche tu?" il ragazzo parla ininterrottamente con un sorriso falso stampato in volto alla ricerca di una risposta da quella donna muta.

La mamma annuisce cosi lentamente e cosi impercettibilmente che quasi mi chiedo se è lei ho solo il vento che le smuove i capelli, il volto di mio fratello si illumina un po' di più e prende a mangiare mentre anche la donna lo segue con movimenti decisamente più lenti e pesanti.
"Parla di te.." bisbiglia alle mie spalle Niall appoggiato allo stipite della porta "Ti viene a trovare ogni giorno, beh viene a trovare la tua tomba. Ti racconta tutto quello che gli passa per la testa e a volte resta ore a blaterare, certi giorni l'ho visto piangere fino a star male e altri ridere ricordando quando c'eri. Per lui è stata dolorosa la tua morte, è ritornato dal college senza completarlo ed ha assistito tua madre. Da quando la notizia che non avrebbe più avuto una figlia le è giunta si è semplicemente paralizzata, da quel giorno non parla e non si muove, è come una robot senza più emozioni. Tuo fratello la viene a trovare ogni giorno per aiutarla ma dopo i primi giorni decise di trasferirsi in un piccolo appartamento non lontano da qui. Vincent appena ha capito di non poter continuare una relazione con tua madre se ne è andato lasciandola cosi".

Mi sembrano cosi inverosimili le sue parole, non possono essere vere, non può essere andata cosi; mia mamma mi odiava e mio fratello mi aveva abbandonata, non possono ora stare cosi male.

"No" la mia voce attinge solo a quella sillaba.

"Guarda i loro occhi" mi invita Niall.

E cosi faccio, cosi li guardo anzi meglio li osservo soffermandomi prima su quelli di mio fratello, ho sempre amato quel verde nocciola che irradiavano e adesso entrando in quegli occhi non vedo altro se non del rosso, del gonfio, del stanco, della tristezza. Sento il vuoto che lentamente si propaga nelle mie vene vuote di sangue.

Non sono gli occhi che conoscevo, non sono quelli sorridenti che erano, non è più lui.



Fallen.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora