Era tutto surreale e allo stesso tempo spaventoso, le sue parole ancora mi giravano vorticosamente nei pensieri.
Sono una angelo. Ci sono le Anime Libere. La famiglia Payne è una delle più famose. Sono morto il 14 Aprile di otto anni fa.
Non poteva essere vero, chi crederebbe mai agli Angeli? Stava scherzando, era tutto parte di un gioco, non poteva essere vero.
I suoi occhi puntavano verso di me e li sentivo bruciare sulla mia pelle, quasi mi chiedevano una supplica. La mano era tesa in attesa che accettasi quel suo gesto...ma avevo paura, troppa paura.
"Ti prego"mi riprese ancora quella voce cosi calma.
Allungai piano la mia mano ed afferrai la sua, in un gesto veloce mi strattonò protandomi a lui e mi prese in braccio, come fanno gli sposi quando devono raggiungere la nuova casa.
"So stare sui miei piedi" protestai muovendo le mani contro il suo petto.
Lui non allentò la presa come mi ero aspettata, anzi strette di più portandomi al suo petto e si mosse di qualche passo ignorando la mia opposizione.
"Ti prego, Niall" la mia voce uscì più supplichevole di quanto volessi.
"Fidati di me" sussurrò un ultima volta chiudendo alle sue spalle la porta sul retro.
No, non mi fidavo affatto di lui, mi dava sui nervi il suo atteggiamento da "andrà tutto bene, sono solo uno sconosciuto che ti sta praticamente rapendo!" ma i suoi occhi che mi erano mancati cosi tanto addolcivano il tutto.
Si fermò in una piccola via dietro al negozio e dopo aver lasciato un ultimo sguardo ai miei occhi alzò la testa in direzione del sole che stava tramontando schizzando il cielo di rosso e arancione.
Fu un attimo, un gesto quasi impercettibile ed i miei occhi vennero attratti da...come posso chiamarle...ALI?
Feci un balzo mentre queste ombre nere si ingrandirono dalle fragili spalle di Niall strappandogli violentemente la maglia sottile che indossava. Rimasi allibita, iniziai ad avere seriamente paura, sbattei gli occhi più volte sperando di risvegliarmi, sperando che quello sia solo uno dei tanti incubi..ma non successe nulla, non mi svegliai.
Le ali si districano enormi imponendosi sulla figura gracile di Niall, sono piume nere e folte come la notte e arrivano poco prima del pavimento senza però toccarlo, tremano appena mentre si allargano in quel tardo pomeriggio troppo strano per me.
Non sono in grado di parlare e ho quasi paura a farlo.
Niall si alza leggermente sulle punte e fa un balzo senza dire una parola, senza incrociare il suo sguardo con il mio terrorizzato e pieno di domande. Mi ci vuole poco per rendermi conto che i suoi piedi non "riacquistano" il pavimento sotto di noi. Stringo di pù la presa sulla sua maglia e noto che le ombre nere si stanno muovendo lentamente, quasi dolcemente dietro di noi. Il loro movimento è impercettibile e quasi assente.
Niall non abbassa lo sguardo su di me, come se non esistessi ed io sto letteralmente tremando dalla paura, appena posso mi aggrappo sempre di più a lui, cerco di mettere insieme i pezzi, ma il terrore mi innonda ovunque. Cerco di non guardare in basso per non avere un attacco di panico.
Tutto questo non è vero, non sta accadendo nel mondo reale, potevo capire che le sue frasi fossero frutto di un delirio o di uno scherzo ma questo era fin troppo per i miei pensieri. Cercai a fondo una risposta logica da darmi, chiedendomi se non fosse un incubo, o se non fossero ali ma jet a propulsori o....qualsiasi cosa purchè mi dia una spiegazione razionale a questa situazione irreazionale. Capisco che non sogno e mi rendo conto di esssere troppo distante dalla terra ferma.
"Portami giù, portami giù ti prego" sbatto i pugni contro il petto di Niall e sento qualche lacrima rigarmi il volto.
Niall mi fissa quasi come se si fosse appena accorto che io fossi li e rimane sbalordito dalle mie parole. Mi fa un cenno con la testa mostrandomi un sorriso consolatorio ed inizia la discesa, verso un palazzo a me familiare, il mio.
Lancio un ultimo sguardo alla città che si estende ai nostri piedi, le luci che cominciano a comparire, il traffico bloccatto mentre le macchine emettone rumori di stanchezza, i parchi colmi ancora di persone gremite sui prati. Vedo le persone in modo indecifrato perchè essendo piccole assomigliano tutte a laboriose formiche, c'è qualcuno felice che sorride camminando veloce per il marciapiede e qualcun'altro ubriaco che invece torna a casa barcollando...è tutto surreale e non riesco a coglierne la realisticità, la città da questa visuale toglie il fiato e fa riflettere su tante cose.
La finstra si apre facilmente al tocco di Niall ed appena posa i piedi nella mia stanza e mi fa scendere dalla sua presa faccio l'unica cosa che avrei voluto fare fino a quel momento, scappare da lui.
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Fallen.
CasualeSkyla ha 19 anni ed un passato burrascoso alle spalle che l'ha portata a non fidarsi più di niente e di nessuno se non del suo unico ed inseparabile amico Chris. I due vivono insieme all'amico Brian in un piccolo appartamento le cui mura imprigionan...