52 capitolo

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BUONA FESTA DELLA DONNAA

[Sky'sPOV]

Non avevo delle farfalle nello stomaco. Avevo un fottuto stormo con uragani che devastavano qualsiasi cosa si trovava sulla loro strada. Ogni cosa era semplicemente più...leggera.
I giorni passati che restano passati e dimenticati con Niall che mi stringe ancora a lui. Il dolore di una vita che si alleggerisce lasciandomi respirare dopo tempo. Tutto si dissolveva al semplice tocco di quel ragazzo che emanava un aria tanto familiare quanto rassicurante. Dio non so cosa fosse ma so che non volevo più lasciarlo andare. Trattenerlo egoisticamente e nasconderlo dal mondo per giovarne solo io. Qualsiasi cosa sarebbe successa promisi a me stessa di non coinvolgermi troppo per non cadere come l'ultima volta, ma da una parte sapevo che una fetta di me era ben consapevole che mai e poi mai lo avrei lasciato andare con facilità. Qualcosa di nuovo era quello che stavo provando, ma la paura era offuscata dal sollievo. Ci spostammo in camera mia dove il letto mi fu subito di conforto.
"Sei stanca...vado un attimo a vedere a che punto é Chris" sorrise Niall lasciandomi un bacio sulla fronte.
Un gesto tanto dolce poteva scaturire cosi tanti brividi?
"Mmh" mugolai sotto il piumone pesante che stava lentamente riscaldandomi.
Non so dire bene quando ma attimi dopo mi ero già persa nel mondo del sonno.
-- "SKY" la voce di Chris mi spaventò ancora una volta.
Ero lí, la mia stanza come in ogni incubo, il computer ai miei piedi, la maglia bianca macchiata, il disordine disperso. Questa volta le forze le avevo, le avevo tutte ma avevo paura, non volevo più abbassare lo sguardo sapendo cosa avrei ritrovato. La voce del mio migliore amico risuonava alta ma lontana, e non ero in grado di rispondergli. Mi alzai in piedi anche se dolorante e stanca riuscivo a reggermi abbastanza bene. La stanza girava intorno a me ed ogni cosa sembrava...diversa. Intorno a me tutto si sfuocó a tal punto che gli occhi iniziarono a bruciare e li chiusi sfregandoli per alleviare il dolore ma quando li riaprí le mura della mia stanza non vi erano più. Ero in un bosco, le piante si alzavano imponenti su di me, circondavano tutto quanto. Voltandomi di scatto la riconobbi. La quercia rovinata. Oggetto di ogni mio errore, oggetto della mia vita orribile, oggetto dei miei ricordi più spaventosi. Una figura si avvicinó nel buio lontano e notai di star rivivendo quel momento che tanto volevo dimenticare.
Iniziai ad urlare a pieni polmoni, sapevo chi era e sapevo cosa voleva e volevo scappare. Il mio corpo tremava non muovendosi.
"Vi prego! Vi prego aiuto" urlavo ignara che nessuno mi ascoltava.
Stavo piangendo a dirotto e la gola bruciava. --
Quando la mano di Niall mi afferró la spalla svegliandomi non mi resi conto di stare ancora urlando. Il percorso delle lacrime era secco sul mio volto, segno che avevo pianto nel sonno. I miei occhi forse selvaggi vagavano per la stanza notando che nulla era cambiato. Niall era vicino a me, i suoi occhi puntati nei miei alla ricerca di una risposta che non riuscivo a dargli, la presa sulla mia spalla allentò poiché le sue mani iniziarono a tremare. In quell'istante tutto di quel ragazzo mi sembró familiare e rassicurante, gli occhi azzurri spalancati in attesa, i capelli arruffati dal sonno, il corpo smosso da tremiti e la paura chiara in lui..tutto quanto fu come rivivere un deja vú, una situazione che da piccola avevo affrontato. Ma no, lui non era quel bambino.
"Tutto bene?" chiese la sua voce tremante.
Afferrai la sua maglia stropicciata in un pugno e lo trassi a me con fervore.
"Stringimi" sussurrai mentre mi facevo piccola accanto a lui.
Niall seguì il mio ordine che suonò più come una supplica e mosse le sue braccia intorno alla mia vita facendole congiungere e stringendomi ancora di più contro di lui. Il mio respiro tornò regolare dopo poco ma il mio corpo tremava ancora contro il suo.
La mattina dopo mi svegliai con la luce del sole proveniente dalla finestra, il corpo di Niall era per metà su di me, il suo braccio circondava il mio bacino, il suo volto era poggiato sulla mia spalla mentre lui stava a pancia in giù sul materasso. Durante la notte si era tolto la maglia forse per il troppo caldo ed ora la sua pelle punzecchiava la mia fredda, era una sensazione unica averlo cosi vicino. Feci scorrere le mie dita tra i suoi capelli attenta a non svegliarlo, erano più morbidi di quanto ricordarsi e più bagnati del solito, ma era confortante quel gesto, quelle carezze. Il suo volto si contorse in una piccola smorfia prima di aprire gli occhi e sbatterli esattamente di fronte ai miei rischiando di farmi venire un infarto in quell'esatto momento.
"Buongiorno" bisbigliò con le labbra increspate da un lieve sorriso.
"Giorno" sorrisi di rimando abbassandomi a lui e finendo per far scontrare le nostre labbra.
Le sue labbra si aprirono ancora di più sotto le mie e la sua risata risuonò lieta in me. Cinse le mani alla mia vita invertendo le posizioni e spingendomi contro il materasso facendo si che il suo corpo mi bloccasse.
"Non mi stancheró mai di questo" sussurrò contro le mie labbra mordendosi il labbro.
"Non devi" gli sorrisi di rimando restando incantata da quel semplice gesto.
Le nostre labbra ripresero a giocare tra di loro mentre il mio cervello si teneva saldo su due piedi provando a non andare in tilt a quella magnifica sensazione a cui purtroppo il cuore era già caduto da tempo.

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