Il ragazzo che mi parlò era poco più alto di Niall e la massa di ricci era tirata indietro dal suo volto da una bandana scura e sono sicura anche sporca.
I calzoni stretti neri erano strappati in alcuni punti e la sua camicia a quadri rossa era davvero oscena.
Le sue mani enormi tenevano una bottiglietta d'acqua e dei ray ban neri che sembravano vecchi, le braccia erano ricoperte di tatuaggi e dalla scollatura della camicia se ne intravedevano anche alcuni sul petto.
"Harry!" riprese avvicinandosi a me.
Indossava degli orribili stivaletti di un colore indescrivibile e quasi a vederli gli scoppiai a ridere in faccia.
Non risposi, alzai gli occhi al cielo e mi girai per ritornare in camera mia dato che mi ero dimenticata che stavo indossando solo una maglia enorme.
"Che simpatica" riprese l'altro sarcastico.
Lui era più basso del primo tipo, aveva tantissimi capelli neri che però erano disordinati e solo il ciuffo sembrava ordinato nelle sue onde verso destra, aveva dei jeans che arrivavano appena sopra al ginocchio e una semplice maglia nera con qualche scritta.
Inevitabile dire che anche lui era pieno di tatuaggi, alcuni di cui mi era davvero difficile trovarne un senso come quello che rappresentava una sottospecie di cervo che teneva fra le corna un cuore..patetico.
L'unica cosa che mi attirò è che almeno lui non seguiva la moda orribile degli stivaletti del suo amico riccio ma aveva delle bellissime vans nere.
Ripresi la mia camminata verso la stanza mentre sentivo che loro continuavano a parlare.
"Lei è la tipa?" chiese Hartie, credo si chiamasse cosi.
"Non dirmi che quella è il livello tre?" saltò su quasi urlando l'altro.
Volevo tornare indietro e urlargli addosso che li sentivo e che io non ero un "livello tre" qualsiasi cosa quell'espressione volesse dire.
Chiusi la porta alle mie spalle prima che il mio istinto mi portasse a correre verso la cucina per uccidere Niall per aver fatto entrare in casa nostra quei tipi.
Li sentì continuare a parlare e cosi per ignorarli decisi di uscire di casa, almeno avrei fatto una salutare camminata. Dove? Questo era forse l'unico punto non chiaro nella mia mente.
Presi dei calzoncini bianchi e la canottiera nera con la scritta "Jack Daniels", tirai i capelli lunghi neri in una coda alta e presi le vans nere dall'armadio.
Era ovvio che la mia stanza non fosse lo scempio dell'ordine, anzi era l'esatto opposto, i vestiti erano sparpagliati un po' ovunque l'armadio era riempito di vans e scarpe da ginnastiche varie ma davvero fin troppe per una persona normale, ma io non ero normale.
Finì di mettermi l'eyeliner e presi il telefono dal comodino per dirigermi all'ingresso con ancora le cuffiette nelle orecchie e la musica che entrava in me.
"Esco!" urlai aprendo la porta e sbattendomela dietro di me.
Sentì il tipo dalle vans dire qualcosa sul fatto che si chiamasse Luke o Louis o qualcosa di simile.
In strada non c'era molto freddo come mi aspettavo, era ottobre e spesso in quel periodo si iniziava già a sentire il terribile autunno.
Entrai al coffee shop sotto cosa nostra e rimasi seduta la tavolino con i Blink 182 nelle orecchie mentre ordinavo qualcosa da bere.
Una mano mi scrollò dalla spalla facendomi ritornare alla normalità e alzando gli occhi notai che era il cameriere di prima.
"Ehi scusami ma stiamo per chiudere" iniziò balbettando.
Osservai l'orologio dietro di lui e senza accorgermene erano già le cinque, l'ora di chiusura di questo maledetto buco.
Gli rivolsi un sorriso frettoloso e dopo aver pagato alla cassa mi diressi al parco dietro l'isolato, non era enorme ma di sicuro più grande di quelli intorno.
Non sapevo bene che fare, non avevo molti amici e i pochi che mi erano rimasti da qualche mese non mi parlavano più, il motivo non lo so, so solo che di punto in bianco hanno smesso di chiamarmi o cercarmi.
Ovviamente non perdo nulla, ma mi da fastidio pensare che se ne siano andati senza una motivazione.
Dopo vari giri del parco, che ad essere sincera furono davvero rilassanti, tornai indietro sperando vivamente che gli amici dell'idiota se ne fossero andati.
E avevo ragione, quando aprì la porta di casa il salotto era completamente in silenzio e nessuna orribile camicia o capellone si intravedeva dalla cucina.
Un rumore dalla stanza accanto alla mia però attrasse la mia attenzione, mi avvicinai di più silenziosamente per non farmi beccare ad origliare.
Niall stava canticchiando "Let her go" dei Passenger, mi sorprese davvero scoprire che aveva una voce....come si può dire....bella?
Riusciva a restare intonato anche sulle note più alte e si capiva che doveva aver preso delle lezioni di canto, che gli erano servite molto a sentire come sapeva interpretare bene quella canzone.
Nel camminare verso quel suono però andai ad inciampare contro il puff posto vicino alla parete atterrando in pieno sul tappeto.
"Sai camminare?" mi prese in giro Niall appena aprì al porta e mi vide in terra.
STAI LEGGENDO
Fallen.
RandomSkyla ha 19 anni ed un passato burrascoso alle spalle che l'ha portata a non fidarsi più di niente e di nessuno se non del suo unico ed inseparabile amico Chris. I due vivono insieme all'amico Brian in un piccolo appartamento le cui mura imprigionan...