42 capitolo

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Non lo dico mai ma...se potete leggete alla fine del capitolo :)

Erano passati tre giorni. Tre giorni in silenzio. Tre giorni tra il silenzio. Tom entrava soltanto una volta per lasciarmi un pezzo di pane e un bicchiere d'acqua, iniziando ad urlare partiva qualche pugno dalla rabbia e rideva pensando a Niall e al fatto che non sarebbe mai venuto a prendermi. I fianchi, il petto e le braccia erano chiazziati di lividi violastri che facevano male ma sopportavo il tutto troppo stanca anche per piangere. Avevo smesso di parlare trovando la cosa inutile dal momento che ogni mio rumore faceva scattare un senso di nervosismo nel ragazzo.  E aspettavo con terrore la visita di Tom ogni giorno, non sapevo quanto sarebbe durata quella situazione ma la sensazione del per sempre mi spaventava come non mai.

"Buongiorno principessa" sogghignó la sua voce entrando nella stanza.

Poggiò il solito bicchiere d'acqua e la piccola pagnotta sul comodino avvicinandosi a me con un sorriso malizioso più freddo del solito.

"Come va oggi?" riprese stringendo di più le corde ai miei polsi.

"Mi dai fastidio quando non parli!" sbraitó colpendomi come al solito in volto con uno schiaffo.

Voltai il viso dalla parte opposta e lo sentí grugnare ancora di più.

"Mi dai noia, cazzo!" urlò più forte.

Il dolore allo stomaco che seguí fu più forte del solito e volevo piegarmi dal male ma essendo legata non potevo, il viso mi si contorceva dal dolore mentre il ragazzo mi osservava soddisfatto di ció che aveva provocato in me e ridendo uscí di nuovo. Osservai i tre piccoli panini accanto al letto che per il dolore, la stanchezza o la rassegnazione non avevo toccato. Mi mancavano le energie ma anche se ce le avessi avute non sarebbero servite un granchè il che era una sensazione tremenda. Decisi di lasciarmi andare ormai non importava più a nessuno se io ero viva o morta.

[Niall'sPOV]

Tre giorni. Tre giorni tra le lacrime. Tre giorni divorato dalla paura. Tre giorni senza sentirla e senza sapere dove potesse essere. Tre giorni in cui mi sentivo uno schifo.
"Purtroppo Tom si è reso introvabile sulla mappadi segnalazione...ma non so come" queste le uniche parole che Sam era riuscito a dirmi.

Avevo girato tutte le persone che conoscevo per sapere se c'era qualche possibilità di rintracciare Tom, tutti i libri sui demoni e sul loro ritrovamento ma nulla riusciva. E più i secondi passavano più mi sentivo uno schifo.

"Sai...forse è meglio se vai a dormire" mi propose Chris per quella che mi sembrava la centesima volta.

"Non posso...lo sai che non posso!" risposi frettoloso risfogliando l'enorme manoscritto su cui speravo inutilmente di trovare informazioni per poterla salvare.

"Amico!" urló esasperato il ragazzo sbattendo una mano sulla scrivania davanti a me "Sono tre giorni che non dormi e per quanto gli angeli sono esseri perfetti e compiuti a cui non vi si addicono affatto i bisogni umani...tu non lo sei! Quindi  devi alzare il tuo culo e andare a dormire prima che ti venga una crisi di nervi!"

Perquanto sembrava odioso e lo volessi davvero uccidere mi trattenni osservando che realmente stavo da schifo e che avrei dormito si è no un ora ritornando poi a cercare indizi.

"Svegliami tra un'ora!" urlai entrando nella mia camera e lasciandomi andare sul letto.

Quel buio era diverso dal solito buio. Quello era più nero, più tetro, più spaventosamente agghiacciante. Non ero nel solito bar e non c'era nessuno di quelli che chiamavo amici.
Continuai a camminare fino a una porta in legno vecchia e rovinata con la vernice che si scrostava ormai da sola. Aprí leggermente e scorsi al suo interno una stanza disordinata con panni ovunque e un senso di vuoto che prendeva. Una figura era legata al letto con corde dalle mani e dalle gambe e si divincolava facendo cigolare quelle vecchie molle in tutta la stanza.
Mi avvicinai frettoloso per aiutarla ma solo quando fui a pochi passi dal letto la riconobbi.
Era lei, o meglio non era lei...non poteva essere la mia Skyla!
La pelle era diventata bianca, il volto stanco segnato dal dolore, gli occhi gonfi da chissà quante lacrime, le ossa iniziavano a sporgere dal suo lieve corpo coperto solo da una felpa troppo grande per lei e i jeans azzurri sporchi e macchiati.
I capelli erano legati  disordinatamente lasciando diverse ciocche riversarsi sul suo sottile volto.
La gola emetteva tremiti di dolore soffocati mentre il rossore lasciato dalle corde sul suo corpo si espandeva sotto ad esse.
Aveva smesso di divincolarsi e si era fermata arresa dalla situazione lasciando un nuovo singhiozzo nell'aria tetra della stanza.
"Sky!" urló la mia bocca.
Il mio corpo fu più veloce del pensiero protendendosi immediatamente verso di lei, le mani tremanti cercavano di disfare i nodi mentre provavo a non guardare quella ragazza distrutta nel letto per non sentirmi peggio di quanto stessi.

Ma le mie mani tremavano a tal punto da non riuscire a slegare quelle maledette corde.

Ehi ragazze!
Mi dispiace per il tremendo ritardo vi prometto che d'ora in poi tenteró di aggiornare il prima possibile! :)

Peró mi serve una cortesia da voi...se avete voglia potete commentare dicendomi cosa ne pensate della storia se è noiosa o stupida...non so...ditemi voi!
Thanks xx

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