"Ora basta!" urlò un ragazzo ponendosi davanti al tipo che mi pare si chiamasse Tom.
"Max...andiamo!" sorrise questo richiamando un suo amico dal salotto e allontanandosi continuando a fissarmi.
"Non allontanarti da me" mi sussurrò Chris quasi in modo autoritario.
Gli restai accanto per diversi minuti mentre lui salutava i suoi amici e ricordava i vecchi tempi, mi sentivo tremendamente a disagio e fuori luogo, anche se Chris provava miseramente a farmi entrare nelle conversazioni.
"Io andrei a casa" esordì qualche secondo dopo che ebbi finito il mio drink tirando la camicia del mio amico per attirare la sua attenzione.
"Dai, la festa è appena iniziata!" sorrise lui alzando il bicchiere, gli occhi erano lucidi sfumati di un rosso chiaro.1
"Beh io vado a casa allora" continuai voltandomi per raggiungere l'ingresso.
"NO!" urlò fermandomi "Vai in macchina. Non andare a piedi e stai attenta"
Chris mi passò le chiavi della sua macchina rassicurandomi ancora di non percorrere nessun tragitto a piedi e di portare la macchina in garage da dove poi potevo entrare direttamente in casa. Lo salutai un ultima volta e mi diressi all'uscita.
L'aria gelida di quell'autunno mi invase completamente e rabbrividì quando un soffio d'aria si intromise sotto la mia pelle. Indossavo ancora la felpa di Niall presa di corsa poco prima di uscire e mi odiavo per questo, ma per quanto grande potesse essere non riusciva a proteggermi dai brividi che percorrevano la mia schiena. Raggiunsi la macchina e mi guardai un attimo intorno, la strada era deserta e le luci che la illuminavano ne davano un immagine magnifica. Osservai gli alberi che seguivano i marciapiedi ondulare sotto il vento di quella notte e mi decisi che camminare sarebbe stato molto meglio che andare in macchina.
Lasciai le chiavi nel parasole e scrissi un messaggio a Chris spiegandogli la situazione, probabilmente però avrebbe fatto come tutte le sere a cui andavamo ad una festa insieme, avrebbe scelto la ragazza più innocente e casta che non beve e l'avrebbe costretta con i suoi modi dolci a riportarlo a casa dato che lui era ubriaco, non approvavo questo suo "metodo" ma non so come era sempre funzionato.
Tirai il cappuccio della felpa per proteggermi e abbassando le maniche le innoltrai nella tasca enorme posta in mezzo alla pancia e mi incamminai sul marciapiede. Tutto intorno a me era uno spettacolo, la calma che si sentiva, il silenzio che si udiva, tutto surreale ma fantastico, le foglie cadute coprivano in parte il marciapiede dandogli un aria più "vintage" e osservandole iniziavo a liberare i miei pensieri.
Per quanto potessi camminare e distrarmi peró solo una cosa mi invadeva la mente in quel momento, Niall. Non tornerà più o almeno penso. Non mi ha salutato quindi deve per forza tornare, no?. Alla fine non era nessuno, quindi non dovrebbe cambiarmi la vita più di tanto che lui ci sia o no. Continuerò a sopravvivere esattamente come facevo prima che lui entrasse di prepotenza nella mia casa. Era stata una settimana troppo strana.
Iniziai a percorrere il marciapiede in compagnia di un sassolino che calciavo e raggiungevo dopo pochi passi, e mentre rotolava i miei pensieri si distoglievano, come una nebbia che si dirada. Calciai il sasso leggermente più forte ma d'un tratto non sentì più il suo rumore ed osservando meglio qualcuno lo teneva fermo con un piede.
"Non è normale che una bella ragazza come te giri tutta sola" cominciò il tipo che poco prima avevo visto alla festa.
Lo ignorai e gli passai accanto riprendendo la strada per casa, ma lui si mosse veloce posizionandosi dietro me e seguendo i miei stessi passi.
"Vedo che sei una difficile" sorrise beffardo "Comuqnue piacere Tom"
Continuai ignorandolo, in questi casi il consiglio della mamma 'Non dare confidenza agli sconosciuti' era più ottimo che mai.
"Quindi sei di poche parole?" domandò accellerando il movimento e ponendosi al mio fianco.
Dovevo solo aumentare la volecità e in pochi metri sarei arrivata a casa, forse. Non ricordavo affatto le villette che osservavo, ora intorno a me c'era una strada nuova che non conoscevo assolutamente. Dove diamine ero finita?
"Facciamo cosi...se mi dici il tuo nome ti porto a casa di Chris, qui siamo sul lato opposto" sorrise quasi avesse letto i miei pensieri.
"Skyla" sussurrai fermandomi e osservando meglio la strada in cui ero finita.
"Skyla?" domandò più forte come se non avesse sentito.
"Si, Skyla! Ora dimmi dov'è casa di Chris!" sbuffai stringendomi nella felpa per proteggermi ancora di più dal freddo.
"Beh è davvero un bel nome!" contestò "Comunque seguimi".
Non sembrava cosi stronzo come lo era stato alla festa da Chris anzi sembrava quasi un altra persona, forse un gemello con lo stesso nome?
Voltò le spalle ritornando per il marciapiede e io gli stetti dietro seguendo le sue All stars che passavano tra il rossore delle foglie mentre lui, osservando le stelle, continuava a camminare.
"Tu credi nel paranormale?" mi chiese poco dopo per rompere il silenzio.
Non volevo dialogare con questo tipo, mi serviva solo un navigatore per tornare a casa nulla di più, quindi perchè conversare?
"Si sai intendo tipo i fantasmi, la vita dopo la morte, gli angeli, gli spiriti?" riprese osservando che io non rispondevo.
"Credo di si" risposi sapendo che se no avrebbe continuato a porre domande ininterrottamente.
"Cioè?"
"Cioè che credo che ci sia qualcosa dopo la morte ma non sono certa dei fantasmi, cioè o sei morto o sei vivo non ci può essere una via di mezzo. E gli angeli o i demoni sono solo stupide creature inventate dalla mitologia greca" approfondì la risposta cosi almeno dopo non avrei dovuto parlare.
"Davvero?" scoppiò a ridermi in faccia, innervosendomi di più.
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Fallen.
RandomSkyla ha 19 anni ed un passato burrascoso alle spalle che l'ha portata a non fidarsi più di niente e di nessuno se non del suo unico ed inseparabile amico Chris. I due vivono insieme all'amico Brian in un piccolo appartamento le cui mura imprigionan...