CAPITOLO III

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Jungkook stava dormicchiando cullato dal monotono ondeggiare del bus, quando aprì gli occhi e il suo sguardo ancora intontito si imbatté in un blu intenso, che risvegliò del tutto i propri sensi. Alla sola vista di quel panorama, sentì diffondersi nel petto un piacevole senso di confortante calore: adorava il mare e poter passare del tempo sulla spiaggia, per lui, era come tornare per un attimo a casa.

Dato che amava concedersi dei momenti dedicati interamente a se stesso, quella mattina si era alzato all'alba e aveva preso il pullman verso Nettuno, per poter godere della vista del mare in solitudine. Nessuna distrazione, nessun rumore se non quello delle onde che si infrangono sugli scogli: questo era ciò di cui aveva bisogno per staccare, di tanto in tanto, dal caotico mondo della Città.

Sperava che Yoongi ricordasse che lo aveva avvertito la sera prima, anche se, a dire il vero, ne dubitava; aveva cercato di parlargli mentre era impegnato a leggere e Yoongi non ascoltava mai nessuno quando tutto concentrato nelle pagine di uno dei suoi libri. Avvolto nei propri pensieri, alzò il capo e, guardandosi intorno, si rese conto di essere arrivato; preso l'ampio zaino e messoselo in spalla, si alzò e, solo dopo essersi sgranchito le ossa, si avvicinò all'uscita.

Non appena le porte del bus si aprirono, fu colpito dall'inconfondibile odore di salsedine che tanto gli riportava alla mente immagini della sua infanzia. Ne aspirò il sapore a pieni polmoni, come per portarne un po' con sé e, senza fretta, si avviò sicuro verso il punto della spiaggia che ormai considerava il proprio angolo di tranquillità. Percorse il marciapiede del lungomare guardando il cielo del primo mattino; le mani in tasca e il naso rivolto verso l'alto a donargli un infantile aria di spensieratezza. Camminava lentamente, godendosi il tiepido calore del sole sulla pelle e, dopo qualche minuto, arrivò alla spiaggia; si tolse le scarpe, abbandonandole in un punto imprecisato del manto sabbioso, e ne percepì i granelli ancora freddi insinuarsi tra le dita dei piedi, trasmettendogli un senso di stuzzicante fastidio. Avanzato di qualche passo, aprì il grande zaino dalla fantasia militare che portava sempre con sé e ne estrasse un piccolo telo rosso, che poggiò a terra; vi ci si rannicchiò sopra, portando le ginocchia al petto, in una posa un po' innocente, forse leggermente indifesa.

Una lieve  brezza carica d'umidità gli sfiorò il viso, scompigliandogli appena i capelli castani; chiuse gli occhi e si concentrò sul rumore regolare delle onde. Si sentì così libero, che iniziò a cantare.

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Profondamente immerso nel disegno, la sua attenzione venne catturata da un canto delicato. Si voltò in direzione di quel suono, tanto piacevole da diventare un richiamo: non aveva mai sentito una voce tanto pura, tanto pulita e controllata. Lasciandosi ispirare dalla melodia, si ritrovò improvvisamente concentrato nel delineare la sagoma del ragazzo cui quella voce apparteneva, quasi come se, con quel disegno, volesse ringraziarlo per la dolce compagnia che gli stava offrendo.

 Lasciandosi ispirare dalla melodia, si ritrovò improvvisamente concentrato nel delineare la sagoma del ragazzo cui quella voce apparteneva, quasi come se, con quel disegno, volesse ringraziarlo per la dolce compagnia che gli stava offrendo

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Nonostante non lo avesse mai visto, disegnandolo, percepì un inaspettato senso di familiarità nei confronti di quel volto dai tratti delicatamente marcati.

Collision || BTS #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora