CAPITOLO LXIV

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«Quindi, tutto qua?»

Jimin guardò Hoseok con espressione stranita, forse leggermente delusa.

«Sì, Jimin, ed è inutile che fai quella faccia; non è che se mi guardi storto improvvisamente l'universo sceglierà di cambiare le cose.»

«Ma dai! Che palle! - sbuffò, facendo sbattere i libri sul ripiano della cucina - io non vi capisco, davvero!»

Hoseok tirò su le spalle in un gesto di rassegnazione.

«Se ti consola non ci sto capendo niente neppure io... boh, è davvero strano. È la terza volta che ci vediamo e ancora non ha fatto nulla. Non dico che non vada bene, ma certo mi fa strano: il Daniel che ho conosciuto anni fa non avrebbe resistito probabilmente neanche un'ora senza provarci.»

«No, ma il fatto è che ci prova, Hobi, ci prova eccome con quelle sue battutine piazzate qua e là. Solo che, per qualche oscuro motivo, non si decide a metterti la fottuta lingua in bocca.»

Hoseok alzò un poco le sopracciglia; l'amico era quasi più impaziente di lui.

«Senti, Hobi, non puoi fare tu il primo passo? Se fossi io alla prossima uscita, alla prima battutina a sfondo sessuale, lo sbatterei al muro.»

«Non ci penso proprio! - rispose quello, afferrando al volo la sciarpa che aveva lasciato distrattamente sulla sedia - non l'ho mai fatto e non lo farò di certo ora, soprattutto con lui: deve ringraziare solo per il fatto che abbia accettato di uscirci; piuttosto di provarci io faccio voto di castità, te lo giuro.»

Un'ammirata quanto ironica espressione di sorpresa si fece spazio sul volto del minore.

«Wow, non ti facevo tanto orgoglioso; nascondi un bel caratterino dietro quella faccia d'angelo.»

«Da che pulpito, Signor "ti confondo con guanciotte e sorrisoni per poi sbatterti a tradimento contro il muro alla prima battuta"»

Jimin scoppiò a ridere; non avrebbe mai capito come riuscisse a uscirsene con certe frasi in tutta naturalezza, rimanendo quasi serio. Fu proprio mentre lo fissava divertito che si vide rivolgere uno sguardo maliziosamente interessato.

«Mmm, ma proposito di voti di castità: non mi hai più raccontato nulla... devo davvero iniziare a prendere in considerazione l'idea che tu abbia fatto voto alla Madonna o...?»

«No - rispose l'altro. facendogli la linguaccia - nessun voto, se non a me stesso. Mi sono rotto di fare del pessimo sesso qua e là, basta: d'ora in poi, se non posso essere amato, almeno voglio dei buoni amanti, gente fidata disposta a darsi da fare.»

Hoseok sorrise guardandolo dolce; la bocca gli si inclinò impercettibilmente a donargli una lieve espressione di tristezza. Avendo finito di abbottonare l'ampio cappotto, gli si avvicinò per lasciargli una tenera carezza.

«Bah, non devi dirlo neanche per scherzo. Non esiste che non ci sia qualcuno là fuori in grado di apprezzarti e, nel caso in cui fosse così, ricorda che ci sarò sempre io qua, perennemente single, ad aspettarti.»

Jimin gli sorrise spiritoso, cercando protezione contro il suo busto.

«Stiamo per fare uno di quei patti in cui ci giuriamo che se per i quaranta siamo ancora liberi ci sposiamo tra di noi?»

«Madonna, come corri! Una carezza e già pensi al matrimonio. Va beh, facciamo così: se entro i quarant'anni mi dimostri di aver imparato a non lasciare i tuoi luridi calzini a terra, ma a raccoglierli e poi a fare anche la lavatrice, allora ti concederò la mia mano.»

E, così dicendo, gli lasciò scherzoso un leggero bacio sulla fronte, fissando i due furbi occhietti neri nei suoi.

«Ci vediamo stasera. E raccogli davvero quei calzini!»

  ϟ  

Jungkook richiuse il pc e, rimanendo seduto per aspettare che la massa di studenti si dileguasse oltre la porta, guardò fisso di fronte a sé; solo il nulla riempiva in quel momento i suoi pensieri. Resosi conto di essere l'unico ancora seduto, si alzò, afferrò lo zaino e si diresse verso l'uscita; Yugyeom doveva essere già lì ad aspettarlo.

Nonostante si frequentassero ormai da più di un mese, non era ancora riuscito a liberarsi da una sorta di strambo senso di inquietudine che sempre lo pungeva prima di vederlo. Aveva imparato ad accettare, con il tempo, quel lato forse troppo timido del suo carattere; eppure detestava il fatto di non riuscire ancora a infrangere l'ultima barriera della confidenza, a non riuscire a compiere il passo definitivo per lasciarsi andare. A volte si ripeteva che, in fondo, forse era normale: probabilmente tutti, nel primo periodo di una relazione, non riescono a mostrarsi nella loro interezza temendo che, nel lasciarsi andare, correrebbero il rischio di manifestare i propri difetti e imperfezioni. Tuttavia lui doveva sempre pensarci e ripensarci su, doveva torturarsi con quelle continue domande.

Ripensò alle parole di Yoongi e per l'ennesima volta gli diede ragione: non aveva senso continuare a porsi quesiti cui sapeva già di non avere una risposta, possibile che non riuscisse semplicemente a godere della compagnia di Yugyeom? Possibile che non riuscisse, come ogni altro ragazzo della sua età, a vivere il presente senza troppi se e troppi ma?

Continuando a camminare perso in quei pensieri, rischiò per un attimo di non accorgersi del ragazzo che, con le spalle appoggiate alla parete, lo guardava con aria soddisfatta.

«Kookie, pensi che prima o poi mi dirai a cosa pensi tutto il tempo? - disse Yugyeom, avvicinandosi per incastrare le dita nelle sue - a volte ho paura che cominci a uscirti il fumo dalle orecchie da tanto rimugini su chissà cosa!»

«Yugy... scusa, a momenti neanche ti vedevo... le lezioni al pomeriggio non mi fanno bene, questo è certo... Tutte 'ste ore al computer non fanno che peggiorare il mio stato di naturale rincoglionimento.»

«Non ti preoccupare - rispose avvolgendolo in un caldo abbraccio - l'importante è che ti abbia visto io, no?»

Jungkook sorrise facendo un cenno positivo con il capo.

«Che ne dici se andiamo da qualche parte per una bella cioccolata calda? C'è un bar qua vicino che ne fa di spettacolari... Uh! Quasi dimenticavo: ho una proposta da farti.»

L'espressione di Jungkook dovette risultare fin troppo sorpresa, tanto che Yugyeom sentì la necessità di chiarirsi.

«Non ti preoccupare; non è nulla di che - spiegò ridacchiando - solo che mi sono accorto che manca davvero poco a San Valentino e... beh, pensavo che sarebbe carino fare qualcosa insieme, niente di troppo impegnativo: potrei cucinare qualcosina a casa mia, se ti piace l'idea... Spero tu non abbia già preso impegni.»

«Impegni?! Scherzi? Neanche mi ero accorto che fosse già San Valentino...»











Speriamo che la storia vi stia piacendo! 😊Lasciate tanti commenti che siamo curiose di sapere che ne pensate e se vi va votate mettendo una stellina⭐️! 😚💕  

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