CAPITOLO XXVIII

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Tutti erano pronti per la festa di compleanno di Seokjin, o almeno così credevano.

Quando Hoseok e Jimin arrivarono, in perfetto orario, trovarono già di fronte al portone Yoongi e Jungkook, in attesa che qualcuno gli aprisse. I ragazzi si salutarono e, sentendo in quel momento lo scatto della serratura che si apriva, entrarono uno dopo l'altro. Già lungo le scale furono colpiti dal rumore, misto di chiacchiere e musica, che proveniva dall'appartamento degli amici. 

Il primo a parlare fu Jungkook.

«A giudicare dal casino non sembra una festa per pochi intimi... Io pensavo fossimo solo noi... È la volta buona che Nam uccide Jin.»

Gli altri non trovarono neanche il tempo di rispondere, perché, entrando, furono letteralmente travolti da ciò che vedevano: la sala stracolma era densa di una confusione resa ancora maggiore dal vociare informe e indistinguibile che sovrastava quasi il rumore della musica. In realtà non c'erano più di trenta persone, ma il fatto che fossero tutte costrette in un unico salone contribuiva nel dare l'impressione di un ambiente estremamente affollato.
I ragazzi capirono dalla prima occhiata che dovevano essere con ogni probabilità tutti colleghi di Jin; difficile trovare altra spiegazione a un così alto tasso di bellezza ed eleganza.

Si guardarono intorno, in cerca di volti conosciuti e, finalmente, riuscirono a intravedere Namjoon che, evidentemente annoiato, parlava con una ragazza, mentre faceva pigramente dondolare un bicchiere quasi vuoto tra le mani.

Inaspettatamente, Yoongi si decise a parlare.

«Nam sta bevendo?»

E, dopo aver rivolto la domanda più a se stesso che agli altri, senza dare spiegazioni, si diresse con una certa fretta verso Namjoon, come per soccorrerlo.

Fu una presa di consapevolezza per tutti, perché gli altri tre si resero conto a loro volta che, se Yoongi andava di sua spontanea iniziativa a intromettersi in una conversazione già avviata con sconosciuti, evidentemente la situazione doveva essere davvero tragica.

Girarono confusi per quel salotto che erano stati abituati a vedere in altre circostanze e Hoseok, perdendo di vista Jimin e Jungkook, si ritrovò da solo in mezzo a tanti eleganti sconosciuti.

«Possibile che riesca a perdermi anche nel salotto di Nam? - pensò irritato - e 'sta volta sono anche sobrio.»

L'unico modo per sopravvivere a una serata simile, però, sembrava essere proprio l'alcool; decise quindi di afferrare una birra dall'ampio tavolo in fondo alla sala, quasi sicuro del fatto che almeno quella l'avrebbe potuta reggere.

La confusione, la musica alta, tutte quelle persone che gli parlavano senza neanche conoscerlo lo fecero sentire terribilmente annoiato, isolato, come immerso in un'assurda atmosfera surreale. Frastornato, decise di andar fuori per prendere aria e, sperando di riuscire a trovare un attimo di pace, si avviò verso il terrazzo dove trovò Yoongi che, ovviamente, fumava.

Non avrebbe mai immaginato di potersi dire felice di vederlo, ma la desolazione provata poco prima lo faceva sentire grato anche solo per il fatto di trovarsi in compagnia di un viso noto. Senza aver intenzione di iniziare una conversazione, ma con il semplice proposito di stare tranquillo, si sedette su una delle panche.

«Vuoi una sigaretta?»

Hoseok fu tanto sconcertato da quella proposta addirittura cortese da parte di Yoongi che si trovò quasi sul punto di accettare, ma, per sua fortuna, si ricordò subito di detestare il fumo.

«No, grazie... non fumo.» Rispose titubante.

«Ah, già, mi ricordo.» Notò l'altri, accennando un sorriso.

Un sorriso? Hoseok cercò di scovare una qualche traccia di sarcasmo in quel gesto, ma nulla: sembrava proprio un sorriso sincero. In ogni caso, i continui sbalzi umorali di Yoongi iniziavano a spaventarlo.

«Ti ricordi?» Chiese, alzando involontariamente un sopracciglio.

«Sì, hai fatto intendere più volte che detesti il fumo.»

«Ah, wow, non pensavo tenessi conto di certe piccolezze.»

«Beh, non parliamo tanto, non ho molti dettagli da ricordare - e, dopo una breve pausa dovuta a un profondo tiro di sigaretta, aggiunse - forse pensi che sia un menefreghista, ma in realtà mi accorgo di tutto.»

Hoseok si sentiva profondamente a disagio a restare lì, seduto, a parlare in quel modo enigmatico e si rese conto del perché davvero non riusciva a sopportarlo: rendeva tutto così misterioso, così difficile, sembrava che ogni parola che uscisse dalla sua bocca dovesse essere obbligatoriamente circondata da un'aurea mistica, filosofica, ma a lui piaceva la semplicità, la spontaneità, non quell'ostentazione di complessità.

Come suo solito, non riuscì a trattenersi dal dire ciò che pensava.

«Non ho mai pensato molto sul tuo conto, Yoongi, ma devo dire che in effetti sì, mi sembri piuttosto menefreghista e il fatto che ti ricordi che non fumo non mi basta per cambiare idea.»

E, mentre gli sorrideva con quella calma soddisfatta di chi abbia appena detto ciò che aveva da dire, si avviò verso la porta, dato che il freddo si stava facendo più pungente. Quando si alzò davanti a sé ritrovò la massiccia figura di Seokjin, che guardò prima lui e poi Yoongi, con aria compiaciuta.

«Che ci fate voi due qua fuori, tutti soli? - e, dopo aver guardato maliziosamente Yoongi, continuò - la festa è dentro! Su, dai, non siamo rimasti in molti e sto per dare il via al più grande gioco di promiscuità mai visto!»

Yoongi non si scompose, Hoseok, invece, lo guardò con una smorfia che rendeva perfettamente idea della profonda confusione in cui si trovava.

«Tranquillo, Hope - chiarì Seokjin, lasciandogli una leggera carezza sulla guancia liscia - non hai di che temere: ho visto come ti muovevi quando siamo andati a ballare e ti assicuro che non potrei raggiungere un livello di immoralità simile neanche impegnandomi; sarà un semplice obbligo o verità.»

Hoseok, più che spaventato o imbarazzato da quelle parole, ne era davvero sorpreso: non aveva immaginato che il ballo suo e di Jimin fosse stato notato anche da Seokjin, lo ricordava come qualcosa di più... intimo.

«Oddio, quindi ci hai visto? Ricordo solo che volevo ballare e che...»

«Volevi molto farti il tuo amichetto.» Completò la frase Seokjin.

Hoseok lo guardò, senza negare apertamente.

«Ma tranquillo, qua non sei l'unico...»

E, mentre stava per continuare la frase rivolgendosi a Yoongi, questo intervenne a troncare quel discorso sul nascere.

«Dunque? Questo obbligo o verità? Andiamo, o Hoseok congelerà, trema da due ore.»










Speriamo che la storia vi stia piacendo! 😊Lasciate tanti commenti che siamo curiose di sapere che ne pensate e se vi va votate mettendo una stellina⭐️! 😚💕

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