Hoseok versò l'acqua bollente con cautela, stando attento a non bruciarsi; un velo di vapore andò a posarsi sulle fredde lenti degli occhiali, rendendolo per un istante incapace di vedere. Sorrise, divertito dalla circostanza comica e, con calma, scelse l'infuso da immergere nell'ampia tazza.
Era solo a casa quella sera e, non essendo per lui abituale riuscire a concedersi attimi di totale intimità, aveva deciso di coccolarsi preparandosi del tè ai frutti di bosco, quello che preferiva. Afferrò la tazza, cercando di scaldarsi le mani attraverso il contatto con la ceramica bollente e, accoccolandosi sul letto, si ritrovò a pensare a Jimin: gli era dispiaciuto lasciarlo andare da solo. Anche se sapeva che si sarebbe trovato bene con i ragazzi, separarsi rimaneva sempre un dispiacere.
Quello che era sicuro era che lui non avrebbe potuto presentarsi a una serata tra amici organizzata proprio per salutare Yoongi, né aveva mai pensato di farlo dopo ciò che era successo. Le vacanze e la conseguente sospensione delle lezioni gli avevano permesso di evitarlo nel corso di quella settimana e mezzo e senza dubbio non era nei suoi piani andare in cerca di un primo, imbarazzatissimo, incontro. Anzi, doveva ammettere che la notizia della partenza, per quanto lo facesse sentire in una certa misura responsabile, lo aveva egoisticamente sollevato: avere la certezza di non vederlo per un po' lo tranquillizzava; da giorni viveva nel timore di incrociarlo mentre tornava a casa, nelle piccole vie che dal bar conducevano alla metro. Sapeva che non si sarebbe mai presentato al Bar, questo era poco ma sicuro, ma in fondo l'appartamento che condivideva con Jungkook non distava molto dal locale e il rischio di incrociarsi non era così remoto. Questo allontanamento momentaneo sarebbe stato vantaggioso per tutti e due: non vedersi avrebbe evitato a entrambi un motivo di fastidioso disagio.
Sorseggiò lentamente la bevanda calda, sentendo il calore spandersi dritto nel centro del petto; sfinito, si infilò sotto la pesante coperta e chiuse gli occhi, assaporando con pienezza la melodia che attraverso gli auricolari gli teneva compagnia; chissà quando avrebbe potuto di nuovo godere di un attimo di riposo. Ritornando alla realtà, fece illuminare lo schermo del telefono; Taehyung non si era ancora fatto sentire. Non dava segni di vita da Capodanno e lui iniziava davvero a preoccuparsi; se avesse continuato così, si sarebbe presentato a casa sua l'indomani. Per fortuna il venerdì staccava poco prima di cena.
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Erano ormai quasi le otto di sera quando bussò un po' titubante alla porta di Taehyung. Aspettò qualche istante e, non ricevendo risposta, tentò un'altra volta ancora, imperterrito. Finalmente, dopo qualche secondo, vide la figura dell'amico comparirgli di fronte. Era decisamente molto diverso dall'ultima volta che lo aveva visto: tutt'altro che elegante, indossava una sorta di salopette che doveva esser stata color ocra, prima di venir ricoperta da tutte quelle macchie di pittura; i capelli, arruffati e scompigliati, gli ricadevano in modo disordinato sul viso che portava evidenti segni di stanchezza e trascuratezza; una rada peluria gli ricopriva il viso.
Hoseok cercò di calibrare le proprie parole in modo che non dessero a vedere la sua sorpresa, che risultò in ogni caso evidente dall'espressione che gli si stampò in viso.
«Tae! - lo salutò fingendo naturalezza - Come va? Passavo da queste parti e...»
Che idiota, era ovvio che non fosse lì per caso: perché non preparava mai in anticipo cosa dire? Perché si ritrovava sempre in disappunto sulle frasi che gli uscivano spontaneamente dalla bocca?
Taehyung fece finta di non notare l'evidente menzogna; chiaramente Hoseok non si era trovato per caso a passeggiare lì, a più di un'ora di treno da Roma. Capì all'istante che si era presentato a casa sua perché preoccupato; in effetti non aveva più dato segni di vita da quella serata. Si sentì invadere da un profondo senso di dispiacere: Hoseok non ne poteva nulla; non aveva meritato di essere ignorato in quel modo. Il fatto era che quei giorni, non sapeva esattamente quanti, erano passati più che altro nel tentativo di canalizzare il proprio dolore nella pittura. Il tempo era trascorso in un lampo e lui non si era reso conto che il mondo intorno stava continuando, indifferente ai trambusti del suo animo. Si sentì in dovere di dargli delle spiegazioni.
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Collision || BTS #Wattys2019
Fanfiction[Yoonminseok ◦ Taekook] "La vita è ironica, crudele, a volte, perché ti prende e ti capovolge ed è tanto più spietata perché lo fa servendosi di sentimenti irrazionali, inaspettati, incontrollati, che arrivano senza essere richiesti e riescono a far...