CAPITOLO XXV

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«Pronto?» disse una voce titubante al di là dell'apparecchio.

«Ciao, sono Taehyung, ti ricordi?»

«Taehyung! Certo che mi ricordo. Finalmente hai chiamato, ormai stavo perdendo le speranze!»

Hoseok udì il sobbalzante suono di una leggera risata.

«Scusa, sono stato impegnato. Va bene se oggi ti porto i vestiti?»

«Certo! A che ora pensavi e dove? Perché attacco alle quattro.»

«In realtà sono ora all'indirizzo che mi hai lasciato, quello del posto in cui lavori.»

«Sei già là? Oddio, potevi dirmelo. Aspetta lì, sto uscendo ora, faccio più in fretta che posso.»

E, chiudendo la chiamata, abbandonò in un attimo tutto ciò che stava facendo, si infilò veloce le scarpe, afferrò in fretta e furia la giacca, salutò Jimin e si avviò.

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Taehyung se ne stava tranquillamente seduto sulla bianca panchina di fronte al Bar. Nell'attesa, guardandosi intorno, notò che era una via piuttosto tranquilla per essere in centro a Roma; certo, probabilmente la pioggia fine che iniziava a cadere in quel momento e l'orario spiegavano quell'insolita calma.

Mentre le gocce iniziavano a bagnare il suo liscio viso, gli balenò un'idea: era forse possibile che Hoseok conoscesse il ragazzo che stava cercando? In fondo i coreani a Roma non dovevano essere molti e, per quanto riguardava l'età, era probabile che si conoscessero. Si chiese se fosse il caso di mostrargli la foto che aveva scattato, ma subito gli si mostrarono le difficoltà che quel gesto avrebbe comportato: non poteva certo presentare la foto di un ragazzo sconosciuto cui si era interessato senza un apparente motivo a Hoseok, con cui aveva a malapena parlato. Magari, in futuro, avrebbe potuto pensarci, ma al momento si decise a tenere lo scatto per sé. Se era destino, lo avrebbe incontrato comunque.

Voltò il capo e vide la slanciata figura di Hoseok correre in sua direzione.

«Taehyung! Che ci fai seduto là, alla pioggia? Sei completamente fradicio.»

Il ragazzo si guardò, come a confermare quell'osservazione; sorrise divertito.

«Non ci avevo pensato, ma mi piace la pioggia.»

L'altro lo guardò, stupito.

«Te lo ha mai detto nessuno che sei buffo?» Domandò Taehyung, ridacchiando.

«Buffo? Io? - Rispose confuso, mentre con l'ombrello cercava di ripararlo - Fino a prova contraria quello che non si è accorto della pioggia qua sei tu.»

Taehyung iniziò a ridere: lo divertiva enormemente il modo di fare di Hoseok; decise in quel momento che sarebbero di sicuro diventati amici.

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Hoseok si sentiva frastornato, confuso; non riusciva a capire cosa passasse per la testa di quel tipo, ma, non dimenticando ciò che aveva fatto per lui, si ricordò della promessa fattagli qualche settimana prima.

«Senti, qua alla pioggia non ci possiamo stare... Ti va di mangiare qualcosa insieme? Ci sono un sacco di locali deliziosi qua vicino.»

Taehyung non rispose, se non con un ampio sorriso, che Hoseok fu costretto a farsi bastare. Optò dunque per una trattoria nelle vicinanze, cui giunsero senza scambiare neanche una parola. Hoseok trovava piuttosto imbarazzante il silenzio, soprattutto se era costretto a condividerlo con estranei, quindi, quando finalmente riuscirono a sedersi, decise di tentare per lo meno un inizio di conversazione.

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