CAPITOLO LXXX

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Detestava essere in ritardo o, meglio, detestava non avere il tempo necessario per prepararsi con calma. Era stato il suono della sveglia di Jimin a buttarlo giù dal letto, letteralmente: si era staccato dal dolce profumo delle lenzuola non appena aveva intuito di non aver sentito il proprio allarme; chissà perché la sera prima non l'aveva impostato. 

Tirò su con uno strattone l'ampia borsa a tracolla verde che portava sempre con sé e, scivolando agilmente tra la folla, riuscì a infilarsi nel bus giusto poco prima che le porte si richiudessero. Non aveva ancora capito esattamente come fosse possibile che, ogni mattina, tante persone riuscissero a entrare tutte in un solo, piccolo, autobus, ma questa volta era l'unica possibilità che aveva per arrivare in orario al lavoro. Nel misero tentativo di non toccare in modo poco consono le persone appiccicate a sé, cercò d'estrarre il telefonino dalla tasca della borsa e, tra una scusa sussurrata e un sorriso, riuscì finalmente nel proprio intento.

Una dolce e perplessa espressione di sorpresa venne a formarsi sul suo volto non appena lesse il nome a capo della notifica: "Min Yoongi"

Quindi alla fine aveva risposto? Era sicuro di aver controllato il cellulare prima di mettersi a letto, la sera prima, ma di non averci trovato nessun messaggio.

Cazzo, ecco perché non aveva messo la sveglia. Che idiota.

«Che ci faceva ancora sveglio alle tre di notte?»

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«Che ci faceva ancora sveglio alle tre di notte?»

Sgranò involontariamente gli occhi, tentando di decifrare il tono di quella laconica risposta. Non riusciva a capire se fosse offeso, infastidito o semplicemente Yoongi. Non volendo tornare su errori già commessi, si accontentò della terza opzione e, ridacchiando divertito per quel suo inspiegabile modo di fare, rimise il cellulare al proprio posto. Era proprio una risposta da vecchietto. 

«Mi fa piacere ti piaccia» Si ripeté nella mente, imitando una buffa voce pomposa. 

Sorrise di sbieco, per poi sbuffare un po' sconsolato: solo due fermate e sarebbe dovuto scendere; lo aspettava una giornata fin troppo impegnativa.

ϟ  

Sapeva già che fosse tardi non appena aprì gli occhi; un diffuso sentore di mal di testa aleggiava lì, tra le tempie, ad appesantirgli i pensieri. Doveva alzarsi, ma il letto non gli era mai sembrato tanto comodo.

«Oh cazzo» Imprecò in un sussurro appena percettibile, ricordandosi improvvisamente del perché fosse tanto tardi: era andato a dormire a un'ora indecente, la notte prima, e, quel che è peggio, aveva pensato bene di rispondere al messaggio di Hoseok, probabile e sospettabilissimo motivo per cui non era riuscito a prender sonno, proprio prima di mettersi a dormire. 

Ridicolo. Sempre più ridicolo.

"Mi fa piacere ti piaccia"

Che razza di risposta è?? Manco un cinquantenne alle prime prese con i social. E quel che più gli dava su i nervi era il fatto che si fosse preso pure delle ore per rispondere: non appena era arrivato il messaggio, infatti, aveva avuto bisogno di qualche tempo per accettare il fatto che, forse, non era ancora del tutto indifferente a Hoseok come voleva convincersi di essere. Ammesse le proprie debolezze, poi, aveva iniziato a pensare e ripensare a cosa fosse o non fosse il caso rispondergli.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 07, 2019 ⏰

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