Prima di tornare a casa, Yoongi aveva passeggiato a lungo, facendosi avvolgere dal gelido clima invernale e dall'indistinto rumore del traffico cittadino; tentava di svuotare la mente.
Si era innervosito senza capirne il perché e ora era solo felice di essersi tolto il problema del caricabatterie, evitando in quel modo un tête à tête con Hoseok.Chissà chi era il tizio cui teneva la mano, non lo aveva mai visto prima di allora. Sembrava piuttosto strambo, era vestito in modo discutibile e aveva un'espressione stralunata; che cosa ci trovasse Hoseok in lui era tutto da capire. Certo, non era detto che stessero insieme o robe simili, da quel che ricordava Hoseok non aveva mai parlato di un fidanzato, ma lo sguardo con cui lo guardava, il modo in cui gli parlava mentre gli stringeva la mano erano per Yoongi tutti segni chiari e indiscutibili. Mentre pensava e ripesava alla scena che gli si era parata di fronte, percepì un nodo formarsi all'altezza dello stomaco. Era nervoso, estremamente nervoso. Si versò un bicchiere di vino e cercò in borsa il suo taccuino nero; scrivere era l'unico modo che conosceva per far fluire liberamente le proprie emozioni.
Fu pervaso dal panico quando si accorse che nella borsa, del taccuino, non vi era traccia.
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Dopo aver salutato Tae e Nam, Hoseok si avviò verso casa. Nulla lo preoccupava in quell'istante; era incredibile come un semplice pomeriggio passato in compagnia di buoni amici potesse farlo sentire tanto leggero e spensierato.
Scese dalla metro, costretto a farsi spazio tra la folla disordinata e, poco dopo, riuscì a salire sul bus. A quanto pare quello doveva essere il suo giorno fortunato: trovò addirittura un posto a sedere, vicino al finestrino. Cercando un modo di impiegare piacevolmente il tempo del tragitto, frugò nell'ampia borsa in cerca del cellulare, quando si ritrovò inaspettatamente tra le mani un taccuino nero. Che ci faceva nella sua borsa? Non ricordava di averne mai avuto uno. Iniziò a sfogliarlo, distratto, e si ritrovò estremamente sorpreso di ritrovarlo quasi interamente scritto. Incuriosito, iniziò a leggerne il contenuto.
Colpito dalla semplice intensità di quelle parole, fu subitaneamente colpito dalla premente esigenza di scoprirne l'autore; andò alla prima pagina con l'intenzione di trovarci scritto un nome, ma purtroppo le sue speranze furono disattese: non c'era traccia né di un nome, né di un indirizzo, di un numero di telefono.
Decise quindi di continuare a leggere, in modo da poter magari intuire chi fosse il proprietario. Dopo qualche minuto di intensa lettura, trovò, alla fine di una poesia, una firma con la data.
Emozionato, cercò di decifrare la confusa calligrafia e, quando si convinse, dopo aver riletto un centinaio di volte quel nome, che c'era proprio scritto "Min Yoongi" richiuse di colpo il taccuino, riponendolo nella borsa.
Yoongi? Come era possibile che avesse scritto lui quelle parole? Yoongi innamorato? Dieci minuti prima il solo pensiero lo avrebbe divertito parecchio, ma dopo aver letto quelle righe, intromettendosi in qualcosa di tanto privato, riderne gli riusciva difficile. Si domandò ancora una volta come fosse possibile che quel taccuino nero appartenesse proprio al Yoongi che lui conosceva, ma, a rigor di logica, tutto sembrava poter aver un senso: lo vedeva sempre scrivere proprio su un libretto nero, quando stava seduto al tavolo del bar. Inoltre l'unica spiegazione plausibile che riusciva a darsi per spiegare il fatto che l'oggetto fosse finito nella sua borsa era che, probabilmente, quando Yoongi quella mattina era venuto a dargli il caricabatterie, glielo aveva lasciato con tanta fretta da non essersi accorto di aver dimenticato lì impigliato quel taccuino.
E ora? Cosa doveva fare? Ridarglielo, confessando così di averlo aperto e letto, oppure fare finta di niente, costringendolo a perdere per sempre ciò che aveva scritto? Non conosceva bene Yoongi, ma era sicuro che ora fosse alla disperata ricerca di quel libretto.
«No - pensò - ora che l'ho letto, non sarebbe corretto fare finta di nulla.»
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Jimin stava seduto sul divano e, nonostante il libro aperto che teneva sulle ginocchia, sembrava intento in tutt'altro piuttosto che studiare. Guardò distratto il cellulare, scorrendo velocemente il dito sullo schermo. Si bloccò quando nella home gli comparve una foto di Seokjin insieme a Yoongi; era una delle foto della festa di compleanno di Jin.
Era rimasto piuttosto deluso dall'andamento della serata, Yoongi non lo aveva degnato di uno sguardo, sembrava essersi dimenticato della sua esistenza di punto in bianco. Sapeva di non potersi aspettare grandi manifestazioni da parte sua, ma la totale indifferenza dopo ciò che era successo lo infastidiva parecchio. Forse Hoseok aveva ragione sul suo conto, eppure a volte non riusciva a non pensare che Yoongi nascondesse un lato dolce e altruista; in più era estremamente intelligente e interessante.
Si domandava se stesse sprecando l'occasione di conoscerlo: la loro era stata subito mera passione, ma forse, se si fossero conosciuti meglio, si sarebbero potuti piacere davvero. Né lui né Yoongi erano di certo i tipi più adatti per una relazione, ma in fondo aveva ormai ventitré anni e forse era il caso di smetterla di pensare solo a divertirsi e di cercare di impegnarsi un po' di più per costruire qualcosa; quanti Yoongi gli si sarebbero presentati nella vita?
Certo, la totale indifferenza dell'altro non lo incoraggiava ad agire, ma cosa aveva da perdere? Le domande si affollavano nella testa e, non sapendosi dare risposta, si sentiva sempre più confuso.
Senza quasi rendersi conto di quel che stava facendo, si ritrovò ad aprire la chat di Yoongi; dopotutto un messaggio non significava nulla. Lo inviò veloce, senza pensarci. In quel momento sentì la serratura della porta aprirsi e, prima che Hoseok entrasse, ripose il cellulare in tasca, quasi come a volerlo nascondere.
Speriamo che la storia vi stia piacendo! 😊Lasciate tanti commenti che siamo curiose di sapere che ne pensate e se vi va votate mettendo una stellina⭐️! 😚💕
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Collision || BTS #Wattys2019
Fanfic[Yoonminseok ◦ Taekook] "La vita è ironica, crudele, a volte, perché ti prende e ti capovolge ed è tanto più spietata perché lo fa servendosi di sentimenti irrazionali, inaspettati, incontrollati, che arrivano senza essere richiesti e riescono a far...