CAPITOLO LXVIII

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«Che dite? - esordì Jimin indicando l'insegna luminosa solo per metà di quello che immaginava essere un pub - è un posto abbastanza squallido in cui passare l'ennesimo San Valentino da single?»

Namjoon si guardò un attimo intorno, come a studiare l'ambiente circostante, e, rendendosi conto dell'esiguo numero di persone all'interno del locale, si decise a rispondere.

«Mmm, sì, direi che è perfetto.»

Taehyung si limitò a un cenno del capo. Fu in quel modo che i tre ragazzi, uno dopo l'altro, si decisero a entrare. Attraversarono senza difficoltà la stanza buia e si accomodarono su uno dei massicci tavoli di legno scuro ai lati dell'ampia sala pressoché vuota.

«Sembra che siamo finiti in un Pub in stile Irlandese, davvero carino.» Notò Taehyung, guardandosi intorno incuriosito.

"Bene - esordì Jimin, poggiando il cappotto su una delle panche lì a fianco e rivolgendosi al cameriere alla sua destra - quindi direi che siamo tutti d'accordo di dimenticare il fatto di esserci ritrovati tutti qua, single, la sera di San Valentino attraverso litri di alchol. Portaci qualcosa di forte per dimenticare.»

Il cameriere sorrise divertito e, dopo aver fatto un segno d'assenso, si diresse al bancone. Gli altri due squadrarono Jimin non troppo convinti.

«Bah, non guardatemi così: scommetto che, quando comincerò a straparlare della mia vita sentimentale sventurata, verrà voglia di bere anche a voi.»

«Beh - intervenne Namjoon con un mezzo sorriso amareggiato - se siamo qua la sera del quattordici febbraio direi che di storie sentimentali sventurate ne abbiamo in abbondanza.»

«Non è assurdo che sappiamo così poco uno dell'altro: tutti e tre conosciamo bene Hobi, ma nessuno dei tre conosce davvero bene gli altri." Notò Taehyung, come divertito da quella particolare circostanza.

«Beh - rispose Namjoon - forse questa serata è capitata apposta per questo, no?»

«Bando alle ciance, voi due! È ora di confessarci i segretucci: su dai, smollatemi il dramma sentimentale, vivo per questa roba. Non so davvero nulla di voi, insomma, per esempio, Nam: non so neanche se sei etero o no, ho bisogno di certezze. Se me le dai potrò farti da spalla, sono piuttosto bravo in certe cose, modestamente.»

E, mentre ancora parlava, arrivò al tavolo una bottiglia di liquore. Fu Namjoon, questa volta, ad approfittare dell'occasione e a iniziare a riempire i bicchierini lasciati dal cameriere.

«In effetti un po' di questo non guasta affatto.» Disse trangugiando in un solo sorso il contenuto del bicchiere.

ϟ

Scese le scale veloce, sopraffatto da un eccesso di agitazione. Non appena mise piede fuori dall'edificio, il freddo sferzante dell'inverno lo colpì in pieno petto; nella fretta di dileguarsi non si era neanche chiuso il cappotto. Si guardò un attimo intorno, esitante; non sapeva con esattezza dove si trovasse, né dove andare. Quasi d'istinto iniziò a camminare in direzione opposta a quella da cui erano arrivati, aveva bisogno di muoversi, stare fermo non faceva che mettergli addosso un'inquietudine anche maggiore. Proseguì per qualche secondo senza pensare assolutamente a nulla; la mente persa in un vuoto rimbombo assordante; solo l'eco di quella frase si ripeteva senza sosta, più o meno in sottofondo nelle trame della propria mente.

«Sei sempre il solito ragazzino...»

Quando queste parole riuscirono a concretizzarsi definitivamente di fronte agli occhi, la sensazione di inadeguatezza e fastidio che lo avevano pervaso, si trasformarono in concreto senso di sudicio disagio. Un brivido gli percorse interamente la lunghezza della spina dorsale, costringendolo a muoversi impercettibilmente nel tentativo di scrollarsi di dosso quelle spiacevoli emozioni.

Collision || BTS #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora