🔞 CAPITOLO XIX 🔞

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Mi ritrovai davanti alla porta dell'appartamento, mentre tentavo maldestramente di infilare la chiave nella serratura, anche se, a rendermi le cose più difficili, c'era Jimin che, impaziente, si avventava smanioso sul mio collo, da dietro, lasciando umidi baci che, a contatto con l'aria fredda di Novembre, mi provocarono brividi ancora più intensi. Sentii una delicata pressione sul cavallo dei pantaloni ormai troppo stretto: era la sua mano esperta che, con lentezza quasi esasperante, si posava sullamia erezione.

Aperta finalmente quella dannata porta, lo afferrai per le spalle e lo costrinsi violentemente contro il muro, gettandomi su quelle morbide e invitanti labbra che tanto avevo desiderato. Senza neanche il bisogno di istigarlo, la sua lingua cominciò a muoversi frenetica a ritmo con la mia. Gli tolsi impaziente il cappotto e lo lasciai cadere sul pavimento. Le sue mani si incastrarono tra i miei capelli tirandoli quanto bastava per farmi uscire un ansimo roco dalle labbra, mentre le mie si posarono sfrontate sulle sue natiche sode; le strinsi e i nostri bacini  si scontrarono, eccitati al limite. A quel contatto tanto bramato Jimin emise un gemito strozzato; il suo respiro caldo sfiorava delicatamente il mio collo e le mani si chiusero ancora di più tra i miei capelli. Riuscivo a sentire quanto era duro, quanto lo eravamo entrambi.

"E pensare che mi sembravi un tipo tranquillo..." 

Il modo in cui disse quelle parole riuscì a farmi perdere il controllo; lo feci girare bruscamente bloccandolo contro la parete, mentre costringevo i sui polsi stretti dietro la schiena.

"Vuoi che ti scopi su questo muro, Jimin?" Gli sussurrai in un orecchio;  quello, di risposta, iniziò a strusciare lentamente il suo sedere sul mio rigonfiamento, piagnucolando, anche se potevo chiaramente vedere un sorrisetto beffardo formarsi sul suo volto. Avrebbe riso ancora per poco. Lo spinsi ancora più forte, tenendolo per la nuca. L'altra mano si insinuò sotto la sua maglia; ansimò al contatto delle mie mani fredde sulla sua pelle ardente. Iniziai a stuzzicargli i capezzoli, e, con lentezza disarmante, scesi a percorrere gli addominali per poi posarmi deciso sul suo cavallo; inarcò di scatto la schiena facendo ancora più pressione sulla mia erezione. Imprecai esasperato sul suo collo, affondando i denti sulla pelle candida. Stavo impazzendo. Cominciai deciso a massaggiargli il membro, ancora a contatto con i suoi pantaloni. Lo sentivo boccheggiare a quei tocchi: il viso compresso tra il muro e la mia mano, gli occhi chiusi e la lingua impaziente che si divincolava tra le sue labbra socchiuse.

Con smania gli sbottonai i pantaloni e glieli calai con un gesto improvviso. Riuscivo a percepire sotto le dita la stoffa umida dei suoi boxer, ci infilai brusco una mano e iniziai a frizionare lentamente ma con decisione. Forti gemiti lamentosi, a ritmo con le pressioni, iniziarono ad uscire esasperati dalla sua sconcia bocca. Le sue mani, ancora dietro la schiena, reclamavano vogliose il mio membro iniziando fameliche a strofinarsi su di esso. Strozzai un ansimo. Si liberò dalla la presa e si voltò di scatto, mi lanciò svelto uno sguardo voglioso iniziando a lasciare avidi baci e morsi a partire dalla mia mascella fino alle clavicole sporgenti; mi sbottonò impaziente la camicia mostrando la pelle lattea e, senza esitazione, slacciò la cintura. Si chinò, abbassandomi con brama i pantaloni. 

La mia erezioneguizzò fuori, davanti al suo viso sorpreso e appagato  che non perse tempo nel prenderlo in mano. Iniziò a massaggiare con lentezza, mentre i suoi occhi fermi si incastrarono nei miei; un sorrisetto soddisfatto gli si formò in volto, vedendo gli spasmi che il suo tocco riusciva a provocarmi. 

Schiuse le labbra bagnate e si avvicinò pericolosamente, trattenni inconsapevolmente il respiro quando la sua lingua calda percorse la mia base e, con un gesto esperto, lo fece entrare interamente nella sua bocca. Le sue labbra morbide circondavano ferme la mia asta mentre versi osceni e lunghi ansimi risuonavano nella stanza silenziosa. Misi una mano tra i suoi capelli biondi e, con un ghigno rabbioso, lo spinsi rudemente verso il mio bacino facendolo lacrimare appena. Si staccò sorridendo, servile. Lo afferrai saldo per la mandibola mentre se ne stava ancora in ginocchio davanti a me; con il pollice gli sfiorai le labbra gonfie, la sua lingua si mosse inconsapevolmente bisognosa. Inserii due dita nella sua bocca e iniziò a succhiarle voracemente, esattamente come poco prima con il mio pene. Lo tirai su dal collo e, dopo qualche passo, lo feci piegare svelto sul tavolo. Mi guardò quasi divertito e, leccandosi il labbro, iniziò a ondeggiare il sedere impaziente. 

Gli levai bruscamente i boxer e piazzai un potente schiaffo sulla sua natica destra, facendolo gemere per la sorpresa. Mi sporsi a lasciargli morsi e segni sulla liscia schiena mentre le due dita precedentemente inumidite da lui stesso sfioravano delicatamente la sua apertura. Lo sentivo fremere voglioso a quel tocco, infilai un dito: il respiro di Jimin si fermò un istante; infilai il secondo e un grido strozzato fece capolino alle mie orecchie, iniziai piano fino a muoverle sempre più velocemente. Jimin si lamentò insoddisfatto.

"Di più...!"  Lo sentii piagnucolare sotto di me. Sfilai le due dita e avvicinai il mio membro alla sua apertura, e, con spinta decisa gli concessi ciò per cui supplicava. 

Jimin lasciò cadere indietro la testa, mordendosi in un ringhio il labbro e abbandonandosi poi a un lungo e acuto gemito. Appoggiai le mani sul suo sedere tondo, iniziando con spinte lente e ritmate ma, poco dopo, lo percepii muoversi contro il mio bacino con più velocità, non avendone ancora abbastanza.

"Vuoi che ci vada pesante con te, eh?" Dissi severo, lasciandogli un altro segno sulla natica.

"S-si, Yoongi" Mi rispose supplicante; sorrisi compiaciuto. Feci scivolare la mano intorno al suo collo e lo tirai indietro verso di me, gli morsi un lobo e scesi lasciandogli segni umidi e violacei fino alle spalle contratte. Le spinte si fecero più veloci e vigorose, sentivo Jimin ansimare sempre più forte, le labbra schiuse e gli occhi stralunati rivolti al cielo: quel ragazzino mi faceva impazzire. Mi staccai per riprendere fiato un istante ma lui, senza perdere tempo, mi prese, facendomi sedere sul divano e posizionandosi sopra di me. Potevo ammirare interamente la sua figura minuta ma definita, la pelle lucida per la fatica e quell'espressione esperta. Iniziò a muoversi piano; il fiato irregolare che si mischiava col mio, le sue mani che si aggrapparono salde sulle mie spalle. Dopo qualche spinta iniziale riprese il ritmo deciso di prima. Lo reggevo fermamente dai glutei per facilitare il movimento, era estremamente eccitante vederlo ansimare mente si mordeva il labbro. 

Presi il suo membro bisognoso tra le mani e lo sentì scattare sorpreso a quel contatto, cominciai a fregare forte mentre i colpi si facevano sempre più rudi. Continuava a lamentarsi e il respiro corto faceva fatica a stabilizzarsi: era al limite. Continuai, energico, a stimolare la sua erezione; sentii le sue unghie affondarmi sulla pelle e, dopo aver gettato un forte acuto, lo percepii riversarsi sul mio petto. Era esausto, ma continuò comunque a muoversi su di me. Non resistevo più, sentivo l'orgasmo crescere in me, premere per essere rilasciato, ma Jimin decise inaspettatamente di alzarsi, per accovacciarsi tra le mie gambe. Con gesto impetuoso prese in bocca il membro e iniziò a succhiare con ingordigia.

"Vienimi in bocca" Sospirò flebile sul mio pene ormai al limite; i miei  occhi fissi nei suoi quasi ipnotizzati, e, alla vista di lui che si muoveva così compiaciuto, venni,  lasciando uscire un lungo e roco ansimo. Mi guardò con un sorriso soddisfatto.

"Vedo che ti è piaciuto... ne sono felice." Cinguettò, passandosi la lingua tra le labbra gonfie.

















Speriamo che la storia vi stia piacendo! 😊Lasciate tanti commenti che siamo curiose di sapere che ne pensate e se vi va votate mettendo una stellina⭐️! 😚💕  

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