CAPITOLO XLIII

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Taehyung era catturato dall'imprimersi delle proprie orme sulla neve fresca. Amava l'atmosfera natalizia, sentire le persone farsi gli auguri per strada, sorridersi, scambiarsi regali lo faceva sentire bene, a posto con il mondo.

Solo qualche ora prima stava comodamente seduto sul proprio divano, al caldo, ma aveva sentito l'irrefrenabile desiderio di uscire e di andare ad augurare buon Natale a Hobi.

Era sempre stato un ragazzo indipendente, non aveva mai temuto la solitudine, neanche quella del ventiquattro Dicembre in grado di intristire l'animo più duro, eppure si era ritrovato quasi senza accorgersene a dirigersi verso l'indirizzo che gli aveva lasciato il secondo giorno in cui si erano visti. Non aveva bisogno di nessuno per sentirsi felice, non aveva bisogno di amici né di Hoseok nella sua vita; il punto era che però voleva che ne facesse parte. Era stato colpito dalla sua spontaneità, dalla sua solarità, dal suo essere buffo e, più di tutto, dalla sua bontà d'animo: non c'era nulla che gli piacesse di più in una persona di un cuore tenero. E così si era ritrovato, il giorno della Vigilia di Natale, verso l'ora di pranzo, a suonare al campanello di casa sua.

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Al suono del campanello i due ragazzi si guardarono sorpresi.

«Aspetti qualcuno?» Chiese Hoseok, mentre, steso sul divano, sgranocchiava pigramente dei pop corn.

«Non che io sappia... Va beh, vado ad aprire.»

L'altro chiuse gli occhi stanchi e sorrise, ringraziandolo senza parlare; si concentrò poi di nuovo sul film che stavano guardando, cercando di sistemarsi il più comodamente possibile sotto la coperta calda.

Chissà chi aveva suonato, la Vigilia di Natale, al campanello di due ragazzi coreani appena trasferiti in città. Probabilmente avevano sbagliato.

Quando Jimin fu di ritorno, però, notò fin da subito sul suo volto un'espressione furba, che lo fece preoccupare: conosceva bene l'amico, se lo guardava in quel modo non prometteva nulla di buono.

«Faresti bene a darti una sistemata... è per te»

«Per me? - chiese quello, arricciando le labbra in una smorfia sorpresa - E chi è?»

«Indovina...» Rispose, guardandolo con un sopracciglio alzato .

«Che palle che sei! - protestò Hoseok, mentre si toglieva di fretta la fascia che ancora teneva tra i capelli, che cercò di sistemare alla veloce - parla chiaro!»

«È un certo Taehyung, mi ha chiesto se in casa c'è un certo Hobi ... se non sbaglio è così che si chiama quel ragazzo con cui sei uscito senza nessun interesse sentimentale, ovviamente.»

Hoseok sbuffò, girando gli occhi al cielo. Tutto sto casino per Taehyung? Jimin lo aveva fatto preoccupare per nulla, come al solito. Si era immaginato qualcuno dell'Accademia che lo convocava, il titolare del bar che lo licenziava all'improvviso e chissà cos'altro. Forse i film drammatici non facevano bene alla sua già di per sé fervida immaginazione.

«O Dio mio, Jimin - disse, sospirando sfinito - tutto sto dramma per Tae? Sarà venuto a farmi gli auguri, dai, almeno te lo presento: sono sicuro vi starete simpatici.»

«Uh, non ne ho dubbi.» Dichiarò quello, sorridendo carezzevole.

E, mentre ancora parlavano, sentirono un leggero bussare; Taehyung fece capolino dalla porta. Hoseok lo accolse con il più grande sorriso ce riuscì a sfoderare, Jimin rimase incantato a fissarlo: Hoseok aveva fatto un gran colpo questa volta; Taehyung era senza dubbio uno dei ragazzi più belli che avesse mai visto. Alto il giusto, dalla corporatura massiccia, indossava un lungo e ampio cappotto marrone scuro, abbinato al basco di lana che gli copriva il capo. Due grandi occhiali da vista incorniciavano il suo viso, uno dei più affascinanti che Jimin avesse mai visto: aveva tratti definiti, forti, ma non per questo privi di dolcezza; sembrava essere stato scolpito da una mano sapiente, non un solo difetto corrompeva quella composizione.  A rendere ancora più particolare e unico il volto di Taehyung però era il sorriso, particolarissimo: dalla forma quadrata, ampio, donava un tocco infantile a quelle fattezze tanto virili.

Jimin dovette aspettare qualche secondo prima di riuscire a formulare pensieri di senso compiuto.

«Ciao Tae! - Lo accolse Hoseok, avvicinandoglisi contento - che ci fai qua? Non dirmi che ti sei preso tutto sto freddo solo per venire a farmi gli auguri, ci saremmo visti comunque a Capodanno!»

L'altro inclinò la testa, guardandolo smarrito.

«Mi mancavi, Hobi. Non mi importa del freddo, volevo proprio vederti. Tieni, questo è per te! - disse, porgendogli un pacchetto che teneva tra le mani - Non è nulla di speciale, ma l'ho fatto pensando a te.»

Mentre Hoseok, rimasto senza parole, apriva il regalo, Tae si voltò verso Jimin, guardandolo curioso.

«Ciao - gli disse, pacato - Io sono Taehyung, piacere... tu sei Jimin, giusto?»

«Sì... sono io.» Riuscì a malapena a rispondere, sconvolto tanto dalla presenza di quel ragazzo bellissimo quanto dalla scenetta romantica cui aveva appena assistito.

«Piacere! - aggiunse, cercando di riprendersi e di sembrare naturale - Ho sentito molto parlare di te, finalmente ci incontriamo.»

«Spero che Hobi abbia detto solo cose belle sul mio conto!» Scherzò, lanciando uno sguardo divertito al ragazzo, ora seduto, mentre rigirava tra le mani il proprio regalo.

«Grazie, Tae... non dovevi, davvero io, boh, sono senza parole, davvero.» E, mentre evidentemente scosso cercava di dimostrare con scarsi risultati la propria gratitudine, d'istinto lo abbracciò.

«È bellissimo, non ci credo che tu lo abbia fatto, sei fantastico!»

E, così dicendo, lo mostrò ancora esaltato a Jimin.

«È una cornice - tentò di spiegarsi - L'ha intagliata lui, ti avevo detto che è un artista, no? Ci metterò dentro il tuo disegno, quello che mi hai fatto l'altro giorno al bar!» Esclamò entusiasta, guardandolo con il sorriso stampato in volto.

Per qualche istante i tre rimasero in silenzio.

«Ma che fai ancora con il cappotto? Dammelo e siediti - lo invitò allegro Hoseok - non possiamo offrirti un pranzo della Vigilia in grande stile, ma se vuoi restare con noi ne sarei felice.»

Tae lo guardò, sorridendo con gli occhi luminosi e accettò senza bisogno di una sola parola.

Jimin rimase fortemente impressionato da quel ragazzo: sembrava così intelligente, così strano e così profondo. Il modo in cui si era comportato con Hobi era stato tanto dolce che solo per questo non riusciva a fare a meno di adorarlo; era felice che finalmente l'amico avesse trovato un ragazzo simile, qualcuno in grado di dargli le attenzioni che meritava.

Il tempo passò in un battito di ciglia; chiacchierano spensierati e come in un niente era già pomeriggio. Jimin, ricordandosi di dover andare a salutare Jungkook, decise di approfittare della scusa per lasciare soli i due ragazzi. Salutò Taehyung con il sorriso più amabile che riuscisse a fare, felice di poterlo rincontrare da lì a qualche giorno e congedò Hoseok con un cenno del capo, forse leggermente malizioso, e, senza aggiungere altro, si avviò per le scale.











Speriamo che la storia vi stia piacendo! 😊Lasciate tanti commenti che siamo curiose di sapere che ne pensate e se vi va votate mettendo una stellina⭐️! 😚💕  

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