CAPITOLO XLII

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«Shopping natalizio dell'ultimo momento?» Chiese Hoseok, indicando con un cenno le numerose buste che l'altro teneva tra le mani.

«Eh? Cosa?» Rispose Yoongi, evidentemente sovrappensiero, e, guardando verso il punto indicato dal ragazzo, si vergognò per la stupidità  delle proprie parole.

«Ah, sì, certo, le borse. Sì, oggi sono stato con Jungkook a fare gli ultimi regali.»

Hoseok lo osservava, stupito quanto incuriosito. Se non l'avesse conosciuto avrebbe detto che fosse agitato, preoccupato; chissà per quale motivo sembrava impacciato. Era incredibilmente strano vederlo in quel modo, lui, sempre tanto posato, tranquillo, quasi da sembrargli privo di ogni emozione pareva ora in seria difficoltà. Pensò che fosse perché lo aveva preso alla sprovvista: non poteva aver previsto di incontrarlo e lo aveva colto di soppiatto; magari non appena abbassava la guardia diventava un tipo normale, forse addirittura timido. O magari  stava ancora pensando alla storia del taccuino.

Yoongi non gli era mai stato particolarmente simpatico, ma non per questo vederlo in difficoltà lo faceva sentire bene. 

«Allora c'è ancora qualcuno che legge classici.» Fece notare in tono scherzoso, sorridendo accondiscendente e immaginando che parlare di libri, forse, lo avrebbe aiutato a sentirsi a proprio agio.

L'altro lo guardò un istante, rendendosi immediatamente conto di quel gentile tentativo; era straordinaria la capacità che quel ragazzo aveva di far sentire bene chiunque con cui parlasse, addirittura lui.

I due rimasero per un attimo in silenzio; Hoseok aveva esaurito momentaneamente le idee per proseguire la conversazione e Yoongi ne era totalmente incapace, soprattutto tenendo conto della morsa che gli teneva stretto lo stomaco. La paura di dire qualcosa di stupido era ancora troppa per permettergli di lasciarsi andare.

«Posso chiederti una cosa?» Domandò il ragazzo dai capelli arancio, con la solita semplice naturalezza che rendeva i suoi gesti privi di ogni artificio.

Yoongi non rispose se non con un leggero cenno del capo. Hoseok sorrise appena; due dolci fossette si vennero a formare ai lati della bocca.

«Come puoi immaginare non sono qua per me - chiarì, alzando le due mani in aria in un gesto sconsolato - in italiano posso solo leggere libri per bambini, forse.»

«Non sminuirti così - lo interruppe, quasi fosse offeso- è eccezionale già solo il fatto che tu riesca a parlarlo senza averlo studiato per anni.»

«Um, va beh, insomma, non lo parlo bene, me la cavo e basta! Quel che serve per sopravvivere... coerente con il mio stile di vita. Ma comunque, non è questo il punto: vorrei che mi togliessi un dubbio. Ho sentito Namjoon parlare una volta di un certo libro... "Uno, nessuno, centomila",  se non sbaglio... dici che gli farebbe piacere se glielo regalassi?»

Yoongi rimase colpito nel sentire quelle parole. Quello era il libro preferito di Namjoon e lui era riuscito a intuirlo da poche parole?

«È il suo libro preferito.» Ammise, stupefatto.

«Lo sapevo! - disse, entusiasta nel tono e nei gesti - si capiva dal modo in cui ne parlava. Ora devo solo trovare l'edizione più bella che ci sia e sarò sicuro di avergli fatto un buon regalo.»

«Lo adorerà - disse l'altro, ancora pensieroso - non potresti fargli un regalo migliore, davvero.»

«E tu? - chiese Hoseok, rivolgendogli uno sguardo allo stesso tempo gentile e curioso - per chi sei qui?»

Yoongi sorrise con un leggero sbuffo.

«Per Nam - confessò, alzando gli occhi sorridenti in quelli del ragazzo - se ora arriva anche Jin dovremo dirgli che gli conviene regalargli una libreria.»

Hoseok ridacchiò divertito; a quanto pare anche Yoongi sapeva essere simpatico quando si metteva di impegno.

«Leggete tutti così tanto voi studenti di lettere? Vedo sempre te e Nam impegnati in un libro quando siete al bar.»

«Namjoon legge molto più di me, a dire il vero. Per questo sto trovando difficile trovare un libro che non abbia letto almeno due volte. Ma in linea generale sì, quando ho del tempo mi viene quasi spontaneo leggere o... scrivere.»

Hoseok ignorò la piccola pausa imbarazzata e, facendo finta di non aver colto nulla, continuò.

«Piacerebbe anche a me leggere di più, una volta lo facevo, ma ora tra il lavoro e l'Accademia trovo a malapena il tempo per dormire. In più leggere in italiano mi spaventa, non so se ne avrei la forza.»

Yoongi lo scrutò, interessato, e, dopo aver leggermente inclinato la testa come se stesse pensando, si allontanò, senza dare spiegazioni. 

Ecco che tornava a fare lo schizzato.

«Ma gli sembra normale?! - si chiese Hoseok tra sé e sé - lui prende e se ne va, così. Dirò a Jimin di regalargli un libro di buone maniere, Cristo.»

Mentre ancora si guardava intorno non capendo cosa stesse succedendo, lo vide ritornare con qualcosa in mano.

«Prova con questo - gli disse porgendogli un libro sottile - è per ragazzi, è vero, ma non per questo non è un buon libro. È stato il primo che ho letto quando ho iniziato a studiare italiano.»

Hoseok lo prese, incredulo; Yoongi era davvero una persona particolare, su questo non c'erano dubbi. Lo ringraziò, sinceramente grato per quel consiglio e insieme si diressero verso la cassa. 

Senza neanche rendersene conto Yoongi si ritrovò ad aspettarlo e quando, insieme, uscirono, si rese conto che una fitta pioggia stava bagnandogli il viso.

Hoseok frugò nella borsa che portava a tracolla e, senza dire una sola parola, aprì l'ombrello  esortandolo a raggiungerlo sotto quella protezione.

«Devi andare al Bar da Jungkook, no? Io vado anche da quella parte. Vieni qua sotto o ci arriverai fradicio.»

E, mentre lo invitava, si voltò a guardare preoccupato il cielo che, inscurito dalle nuvole, prometteva solo una pioggia sempre più fitta.

Yoongi rimase incantato a guardarlo; i suoi occhi non avevano visto mai nulla di più bello. La labbra, leggermente inclinate all'ingiù a dargli un'espressione preoccupata, il naso perfetto rivolto verso l'alto, l'occhio stanco dopo un'intera giornata passata a lavorare, ma non per questo privo di luminosità, i capelli arancioni scompigliati a scoprire a malapena la fronte. 

Sentì una fitta all'altezza dello stomaco; uno strano calore addensarsi nel petto, un bruciore formarsi pungente dritto in gola.

«Um, allora? Che aspetti?» Chiese Hoseok, che era tornato a fissarlo.

«Scusa - si affrettò a dire, abbassando d'istinto lo sguardo da quel volto perfetto - io vado dall'altra parte, ciao.»

E, detto ciò, alzò il colletto del cappotto nel tentativo di proteggersi un minimo dall'acqua. 

Hoseok lo osservò allontanarsi.

«Certo che è davvero un tipo particolare - pensò - ma non sembra cattivo... Bah, l'importante è che piaccia a Jimin!»     










Speriamo che la storia vi stia piacendo! 😊Lasciate tanti commenti che siamo curiose di sapere che ne pensate e se vi va votate mettendo una stellina⭐️! 😚💕  

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