CAPITOLO LVII

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Jimin diede un'occhiata distratta al cellulare ma, voltandosi verso i due ragazzi che erano lì con lui, lo ripose veloce in tasca.

«Al diavolo!» Pensò tra sé e sé.

«Allora, state qua stasera? Posso unirmi?» Chiese, sfoderando quel suo solito, dolce sorriso.

Hoseok e Taehyung lo guardarono, forse leggermente sorpresi.

«Certo, Jimin, fai pure come fossi a casa tua - rispose Hoseok ridacchiando mentre gli dava un leggero buffetto sulla guancia - ma come ti viene in mente di chiedere?»

«Boh... non so, magari era una serata intima tra amici...»

«E quindi è il posto perfetto per te, no?»

A quelle parole Jimin rinunciò a controbattere e, felice, si rannicchiò a terra, sul morbido tappeto di fronte al divano dove stava seduto Taehyung; incuriosito, spostò lo sguardo sul ragazzo: evidentemente non era nella sua forma migliore, ma, pur non avendo idea di cosa fosse capitato in quei giorni, il pensiero di provare a rallegrarlo insieme a Hoseok lo faceva stare meglio. Si passò una mano tra i capelli già leggermente scombinati e, notando il suo momentaneo imbarazzo, decise di iniziare a parlare.

«Umm, che buon odorino! Che stai preparando Hobi??»

Quello si voltò per guardarlo, sorridendogli gentile.

«Cioccolata calda.» Rispose, alzando entrambe le sopracciglia in una smorfia scherzosamente allusiva.

Jimin si passò goloso la lingua fra le labbra per poi rivolgersi a Taehyung, che sembrava più silenzioso del solito.

«È sempre bello farsi coccolare, non è vero? Anche se Hobi non mi vizia più come un tempo, ormai ha troppi impegni... quindi vedi di venire più spesso qua con noi, almeno si dà un po' da fare, non voglio che prenda queste cattive abitudini.»

Taehyung osservò divertito la scena che gli si parò davanti agli occhi: Jimin, che nel frattempo si era girato verso Hoseok, tirò fuori la lingua in un gesto dispettoso; mentre Hoseok, dal canto suo, aveva iniziato a fissarlo mortalmente offeso, girandogli di colpo le spalle in un gesto di disappunto. Dopo un attimo di silenzio, tutti e tre scoppiarono a ridere. Quel semplice quadretto di quotidiana amicizia era bastato per alleggerirgli l'animo; aveva fatto proprio bene a dare ascolto a Hoseok.

Passato qualche istante, il maggiore gli si avvicinò, porgendogli le due grosse tazze bollenti; silenzioso, si andò a sedere vicino a Taehyung, che già sorseggiava la sua cioccolata.

Il tempo passò veloce, spontaneamente, tra una chiacchiera e l'altra: sebbene avessero trascorso relativamente poco tempo tutti insieme, si era fin da subito venuta a creare una naturale armonia tra loro; i discorsi passarono da un argomento all'altro senza sforzi o difficoltà, mentre le risate si diffondevano libere in sottofondo e i finti battibecchi tra i coinquilini intrattenevano gli occhi curiosi di Taehyung.

Improvvisamente, però, sul volto di Hoseok si dipinse un'espressione d' allarme tanto evidente che fu impossibile per gli altri due non notarla all'istante. Posò il cellulare che aveva appena preso in mano sul divano, fingendo indifferenza con un sorriso malamente costruito.

«Che succede?» Domandò Jimin con un sopracciglio alzato; Tae si voltò a guardare l'amico come a fargli la stessa domanda servendosi solo dell'espressione degli occhi.

«Um? Nulla, che deve succedere?»

«Ci prendi per rincoglioniti? È inutile che fai il finto tonto, con quella faccia che ti ritrovi si vede lontano tre metri che è successo qualcosa, parla.»

Hoseok fece scorrere lo sguardo da destra a sinistra, come per prendere tempo; un non so che nei modi suggeriva un'idea di irritazione.

«Ma niente di cui tu debba preoccuparti, davvero! - rispose con un tono di voce leggermente più acuto del solito - casini con i turni di lavoro, mi sbatto sempre per far coincidere tutto e poi la gente dà buca all'ultimo.»

Collision || BTS #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora