Serie Tv-Russian Doll

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1.Se avete presente il film Ricomincio da capo allora vi sarà più semplice capire il meccanismo narrativo di Russian Doll: come nella pellicola Bill Murray riviveva ogni giorno lo stesso giorno, qui la protagonista Nadia Vulvokov è intrappolata in una festa di compleanno organizzata in suo onore. Intrappolata nel senso che la donna cerca di andarsene ripetutamente ma le capita continuamente di morire in circostanze sempre diverse: ogni morte però la fa ritornare al punto di partenza, ovvero mentre si trova nel bagno della casa in cui si sta svolgendo la festa.
Pian piano Nadia, una programmatrice di videogiochi indipendente e all'apparenza determinata e solitaria, comincia a prendere coscienza dell'incubo ciclico in cui è invischiata e dunque cercherà di venire a capo delle circostanze particolari che l'hanno condotta in quella situazione, mentre al tempo stesso deve fare i conti con la propria sanità mentale e con le varie relazioni disfunzionali che la circondano. La svolta arriverà proprio quando si accorgerà di non essere la sola a rivivere la propria vita.
2.L'adattamento originale di un'idea cinematografica già vista più volte funziona anche per il team che sta dietro a questa serie. Un team tutto al femminile che vede al suo centro la stessa Natasha Lyonne, l'interprete di Nadia: conosciuta per il ruolo di Nicky Nichols nelle prime stagioni di Orange Is The New Black (ma anche come Jessica di American Pie), Lyonne qui non è solo attrice principale (e gli episodi si reggono praticamente quasi tutti sulle sue spalle), ma anche sceneggiatrice e regista. Ha condiviso l'impegno con l'incredibile Amy Poehler, già ideatrice di Parks and Recreation, e con Leslye Headland, autrice di film indipendenti e irriverenti.
"Per noi era molto importante esplorare una protagonista femminile che si pone domande esistenziali e spirituali", ha dichiarato Headland, "piuttosto che una donna che trova l'amore o l'equilibrio fra carriera e sentimenti. Abbiamo semplicemente pensato: che cosa non è stato ancora fatto?". Tutto nella serie è pensato per sfidare i cliché femminili, grazie al coinvolgimento di altre attrici Greta Lee (Maxine, l'amica di Nadia che le organizza il party) o Elizabeth Ashley (la terapista della madre) ma anche di guest star come Chloë Sevigny e Dascha Polanco.
3.Nadia è appunto una protagonista dalla scorza dura ma dall'anima fragile: la condanna alla ripetizione la costringe ad affrontare un percorso soprattutto all'interno di se stessa, accettando fragilità e problematicità del suo carattere. In particolare rivivere giorno dopo giorno le stesse esperienze la pone di fronte a quesiti che aveva sempre cercato di evitare, come il rapporto con i problemi mentali della madre oppure le sue difficoltà di instaurare relazioni positive e salutari. Non che l'intento di Russian Doll sia quello di proporre una specie di percorso di guarigione, anzi l'evoluzione della protagonista passa proprio per l'accettazione della propria disfunzionalità.
Il cammino di Nadia è costellato di assurdità spirituali e incredibili dubbi metafisici: le ipotesi che si affastellano nella sua mente, dalle conseguenze dell'abuso di sostanza fino all'immaginare che la casa in cui si trova (una vecchia scuola ebraica) sia infestata dagli spiriti. Fra rabbini, senzatetto, spacciatori e incontri fugaci, si crea un universo di casualità che forse si riveleranno più pregnanti di quanto non possano apparire.
4.Il meccanismo narrativo degli episodi di Russian Doll prevede che gli attori, soprattutto quelli secondari, siano costretti a ripetere le stesse battute o gli stessi movimenti per più volte di seguito. Le scene infatti sono state girate non in ordine cronologico, ma tutte quelle simili sono state realizzate una dietro l'altra, per poi rimontare tutto a riprese concluse. Ciò significa che i personaggi principali, invece, dovevano girare le stesse scene sempre di seguito però di volta in volta modificando la loro consapevolezza che aumentava man mano che ripetevano la stessa esperienza (un po' come è successo in Black Mirror: Bandersnatch).
È interessante che il lavoro di Nadia riguardi proprio l'ingegneria dei videogiochi: come se si fosse in un livello di un videogame in cui, una volta morti, si deve ripetere tutto da capo conoscendo però già cosa accadrà, la protagonista acquisisce sempre più dimestichezza di ciò che le può capitare, tentando dunque di dominare al meglio il proprio destino. E lo stesso fa lo spettatore: di fronte a scene apparentemente identiche, è bene aguzzare la vista per notare le piccole, significative modifiche, come un pesce che scompare, un cappotto che diventa un trench oppure dei fiori che appassiscono.
5. Un altro aspetto fondamentale di una serie come Russian Doll è la sua musica. Un brano in particolare, Gotta Get Up di Harry Nilsson, cantante americano degli anni Sessanta e Settanta, punteggia tutti gli episodi e anzi è il segnale della ciclicità della storia: ogni volta che Nadia ritorna in vita parte quel brano. "Tutte le scelte musicali sono state davvero importanti per me, un aspetto su cui ho speso molto tempo in modo da renderla un'esperienza piacevole per le persone", ha dichiarato Lyonne. "Quella canzone in particolare è la miccia che fa partire tutto quanto".
In effetti il brano è ipnotico e rimane nella testa dello spettatore anche dopo la visione. Ma tutta la colonna sonora è pensata per sottolineare i momenti più o meno bui della serie: si va da pezzi di artisti indipendenti che hanno però un chiaro riferimento semantico a ciò che sta succedendo in scena (come per esempio Morning After di Ariel Pink o Don't Put Off Until Tomorrow di Pony Sherell) a un totale cambio di atmosfera col Concerto per piano n.4 di Beethoven, a sottolineare l'introduzione di un personaggio completamente diverso da quello di Nadia.

𝒞𝓊𝓇𝒾𝑜𝓈𝒾𝓉𝒶' 𝓈𝓊 𝐹𝒾𝓁𝓂 𝑒 𝒮𝑒𝓇𝒾𝑒 𝒯𝓋 (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora