Film-Il Silenzio degli Innocenti

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1.Anthony Hopkins compare sullo schermo per 24 minuti e 52 secondi. Si tratta di una delle più corte apparizioni in un film ad essere state premiata con l'Oscar per il miglior attore protagonista (il record assoluto è detenuto da Patricia Neal in Hud del 1963, con 21 minuti e 51 secondi). E, ripensando al carisma dell'attore britannico, gli aggettivi più appropriati per la sua performance sono solo due: breve ma intensa.
2.Come in tutte le trasposizioni cinematografiche di romanzi, anche quella operata da Jonatham Demme, pur estremamente pregevole e raffinata, omette dei dettagli che in questo caso nel libro regalano maggiore spessore ai personaggi secondari. Ad esempio la pellicola non fa nessun riferimento a Bella, la moglie gravemente ammalata di Jack Crawford, il capo di Clarice all'FBI.  Nel libro questa vicenda parallela serve a umanizzare il burbero calcolatore Crawford, che nel privato si prende cura della consorte, mitigando così la sua apparente impassibilità mostrata sul lavoro.  Allo stesso modo nel film viene omesso il racconto dell'infanzia di Jame Gumb, il cattivo Buffalo Bill, che nel romanzo spiega perfettamente come sia diventato lo spietato, folle e brutale assassino della vicenda narrata. Ma i film devono fare economia sui tempi del racconto, e l'ammirevole interpretazione di Ted Levine, in particolar modo nella celebre scena della danza, è stata in grado di caratterizzare il personaggio con poche, indovinate mosse.
3. Il teschio al centro della bestiola appoggiata sulle labbra di una ragazza (il serial killer Buffalo Bill inserisce un esemplare di acherontia atropos, un tipo di lepidottero, nella cavità orale delle sue vittime) è in realtà un'illusione ottica derivata da un'immagine di sette donne nude disposte ad arte proprio per generare la macabra rappresentazione. Gli autori della foto originale? Il fotografo Philippe Halsman e l'artista Salvador Dalì in persona. L'opera si chiama In voluptas mors. Un nome azzeccato anche per Il silenzio degli innocenti e la sua locandina.
4.     "E ancora adesso a volte si sveglia, non è vero?
        Si sveglia nel buio e gli agnelli gridano?»
       «Qualche volta».
      «Crede che se prendesse Buffalo Bill e se salvasse Catherine, potrebbe fare in modo
        che gli agnelli smettessero di gridare? Crede che si salverebbero anche loro e non
        si sveglierebbe più di notte sentendo le loro grida? Clarice?».
       «Sì. Non lo so. Forse.»
Il titolo del romanzo e del film deriva da questo dialogo tra Hannibal e Clarice,
che rivela il suo trauma d'infanzia, quando scoprì che gli agnellini di un allevamento venivano macellati. Ma in Italia l'originale "The Silence of The Lambs", letteralmente "Il silenzio degli agnelli", venne prudentemente tradotto "Il silenzio degli innocenti": pare che non si volesse offendere una certa famiglia piuttosto potente nell'industria automobilistica nazionale...
5. "Uno che faceva un censimento una volta tentò di interrogarmi: mi mangiai il suo fegato con un bel piatto di fave e un buon Chianti"
Si tratta di una delle frasi più famose della storia del cinema e della letteratura. L'AFI, l'American Film Institute, la ha inserita al ventunesimo posto nella classifica delle migliori citazioni cinematografiche di tutti i tempi (c'è da dire che l'AFI è molto affezionata al film, avendo decretato l'Hannibal Lecter di Anthony Hopkins il miglior cattivo di sempre, mentre Clarice è al sesto posto nella lista dei migliori eroi,
la prima delle donne). L'originale letterario "una bottiglia di Amarone" è stato trasposto in "un "bicchiere di Chianti". C'è da dire che entrambi, l'Amarone e il Chianti,
sono ottimi vini rossi, consigliati per accompagnare nei pasti... la cacciagione.
6.Una teoria dei fan piuttosto accreditata, riportata da The Independent e da The Huffington Post, rileva che la stessa frase sul fegato, le fave e il Chianti, avrebbe un doppio significato. La classe di antidepressivi I-MAO, la più usata negli istituti psichiatrici, avrebbe degli effetti devastanti sull'organismo se associata a tre tipi di alimento: fegato, fave e vino. Tutti e tre contengono infatti la tiramina, una sostanza altamente tossica se associata a quegli antidepressivi. In quel momento, dunque, Hannibal sta dicendo a Clarice che non sta assumendo psicofarmaci e dunque è lucido, e le sue informazioni sono fondamentali per poter catturare Buffalo Bill.
7.Il regista horror George A. Romero, il "papà" degli zombi con il suo celeberrimo La notte dei morti viventi (1968), fa un cameo nel film nei panni di un poliziotto nella scena in cui Hannibal lancia a Clarice dalla cella il questionario sul caso di Buffalo Bill.
8.I riferimenti alla storia e alla filosofia
«Prima regola, Clarice: semplicità. Leggi Marco Aurelio, di ogni singola cosa chiedi che cos'è in sé, qual è la sua natura. Che cosa fa quest'uomo che cerchi?»
Negli anni sono stati spesi fiumi di inchiostro per cercare di sviscerare i significati più reconditi e profondi de Il silenzio degli innocenti. Lo studioso conservatore brasiliano Olavo de Carvalho, nel suo saggio "Simboli e miti nel film Il Silenzio degli Innocenti",  se la prende con tutta la critica cinematografica del suo paese, che sosteneva come in realtà il sottotesto narrativo della vicenda fosse quello di un amore proibito tra la bella Clarice e la bestia Hannibal. Con l'ausilio della filosofia stoica e un pizzico di teologia cristiana, analizzando il pensiero di Marco Aurelio (autore citato da Hannibal stesso) e una mole di altre fonti non indifferente, Carvalho, sostanzialmente, vede nell'opera "un apologo sul conflitto tra l'intelligenza umana e l'astuzia diabolica". Uno scontro tra le virtù dell'uomo, incarnate in Clarice, e le tentazioni del diavolo, Hannibal, che con la sua sagacia tenta di corrompere, in realtà sempre invano,  la giovane. La forza di Clarice, per lo studioso, emerge da subito per un piccolo, fondamentale dettaglio, proprio quando l'inesperienza dell'agente appare schiacciata sotto il carisma di Hannibal. Nel loro dialogo iniziale, infatti, il primo ad abbassare  lo sguardo è proprio lo psichiatra.
Al di là di ogni filosofia, Il silenzio degli innocenti affascina ancora oggi per la potenza narrativa dei suoi protagonisti e, come ogni buon romanzo e film che si rispetti,
per la sua bellissima storia.
Michelangelo Iuliano è nato a Roma 19 giorni prima che cadesse il muro di Berlino. I suoi genitori vengono da Salerno e ha due bellissime sorelle più piccole di lui, Agnese e Raffaela.
Nutre una grande passione per il cinema e vorrebbe continuare a vivere nei sogni per sempre. Forse con il liceo classico, una laurea in Scienze Politiche, il Cammino di Santiago e dopo essere diventato giornalista professionista ci riuscirà. Forse.

𝒞𝓊𝓇𝒾𝑜𝓈𝒾𝓉𝒶' 𝓈𝓊 𝐹𝒾𝓁𝓂 𝑒 𝒮𝑒𝓇𝒾𝑒 𝒯𝓋 (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora