Capitolo 9

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Non riesco a credere a quello che è appena successo.
Sfioro il mio labbro leggermente gonfio.
Mi ha morso.
Per poi leccarmi via il dolore.

Sono infuriata.
Arrabbiata con me stessa.
Perché mi è piaciuto.
Perché avrei voluto che continuasse.

Io non tollero gli uomini così.
Io odio chi non ha rispetto delle donne.

Il fatto che sia estremamente sexy non è una giustificazione.

Non dovevo per permettergli di avvicinarsi, ma cazzo mi è difficile respirare vicino a lui figuriamoci pensare.

Oggi sono rimasta di sasso, quando l'ho visto vicino a Paola.
Era così bello.
Non indossava un abito.
Aveva addosso dei Pantaloni blu e una camicia bianca.
Anche sta volta i capelli erano legati, in modo quasi ordinato direi.
E gli occhi, cavolo quegli occhi potrebbero ucciderti.

Ero rimasta incantata.
Per non parlare di quando mi aveva sfiorato la mano.
Mille brividi mi avevano invaso il corpo, ma poi aveva parlato.

Come era successo la prima volta che l'avevo visto.

Era riuscito a rompere ogni incantesimo.

Voleva comandare su di me?
Povero illuso.

Se pensa che solo perché è ricco, io faccia tutto quello che dice è pazzo.

Per colpa sua non so neanche dove sono finita!
Mi guardo intorno.
Ho camminato spedita per più di un'ora ed adesso potrei essere in un'altra città senza neanche saperlo.

Non c'è neanche una fermata dell'autobus qui intorno.

Mi tocca tornare a piedi!
Io lo uccido.
Se lo vedo di nuovo lo uccido!

Per fortuna nel 2019 siamo dotati della tecnologia.
Grazie a Google Maps, posso tornare a casa.

Comunque sto seriamente pensando di iscrivermi ad una maratona, fra Mara ed il coglione avrò fatto cento chilometri oggi.

Torno a casa che è già buio.

Paola sta sera non c'è ed io ne posso approfittare per andare direttamente a letto.

Non ho per niente fame, sono troppo confusa.

Forse sto dando troppo peso a quello che è successo.

La mia parte logica non fa altro che suggerirmi di licenziarmi.
Lui è il mio datore di lavoro e si è preso con forza qualcosa.

Se io davvero non avessi voluto, l'avrebbe fatto lo stesso?

E questo tipo d'uomo?
Quello che si prende con la forza tutto quello che vuole?

Io neanche voglio scoprirlo.

È una vita che sfuggo agli abusi.

Mi addormento immersa nei miei pensieri.

Sono tornata bambina.
Guardò fuori dalla finestra sta diventando buio.
E questo vuol dire solo una cosa.
Devo nascondermi.
Chiudermi in soffitta.
Lui potrebbe arrivare da un momento all'altro e mamma non è ancora rientrata.
Una macchina si ferma nel vialetto.
È la sua.
La riconosco dal colore.
Rosso.
Come il colore del sangue.
Corro più veloce che posso, ma sono piccola.
Non sono veloce.
Quando apre le porta sono ancora sulle scale.
Mi fissa.
Ed io tremo.
<<Che bel vestitino che hai oggi>>.
Io non volevo metterlo, ma Paola ha insistito.
C'era la festa di primavera, voleva che fossi bella. Mi piaceva prima, adesso lo odio.
<<Io devo andare in camera>>.
Tento di salire, ma lui è veloce.
Troppo veloce.

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