Capitolo 31

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❤️❤️❤️Buongiorno ❤️❤️❤️

Demir

Vorrei tanto capire cosa le passa per la testa.

Non so se dopo quello che le ho detto scaperà il più lontano possibile da me.

Non avevo mai raccontato a nessuno la mia storia.
Non ne avevo mai parlato con anima viva.
Con lei è stato facile farlo.
Naturale.
Come se non aspettasi altro dalla vita.
Non avevo mai capito quanto sentissi la necessità di parlarne.

Sono passati diversi minuti e lei è ancora in silenzio.

Non lo posso sopportare.

Preferirei anche ricevere degli insulti.

Mi sollevo dalla sgabello, ma mi blocca.
Mi fa segno di risedermi.
Riprendo posto.

<<Non voglio che tu vada via>>.

<<Ok>>.

Rilascia il fiato.

<<Ti ricordi quando ti ho detto che non riuscivo a vederti come un criminale?>>.

Annuisco.

<<Il mio pensiero non è cambiato. Forse per il mondo lo sei e lo sarai per sempre, ma per no. Per me sei solo un grandissimo coglione che ha fatto le scelte sbagliate. Hai scelto di vendicare Igor, quando avresti potuto scegliere di continuare a fare quello che faceva lui ed onorare la sua memoria. Ma eri un ragazzino solo Demir. Io ho avuto Paola, tu non hai avuto nessuno. Se io non avessi avuto il suo amore, probabilmente avrei fatto anche io delle scelte sbagliate.
Sai quante volte ho pensato di uccidermi?
Sarebbe stato così facile farlo Demir.
Sarebbero bastati pochi minuti per mettere fine a tutte quelle atroci sofferenze.
A tutti quegli abusi che ho dovuto subire, quando volevo essere solo una bambina.
Non l'ho mai fatto per lei, per non farla soffrire>>.

Una lacrima sfugge dai suoi occhi l'asciugo con le mie dita.

<<Nessuno ti ha mai insegnato la differenza fra il bene ed il male. Chi ci avrebbe dovuto volere bene ci ha fatto solo del male. Quindi come avresti potuto distinguerli? Come avresti dovuto capire che non era facendo del male che avresti restituito ad Igor il bene che lui aveva fatto a te? Non ti condanno per questo.
Certo vorrei picchiarti per tutto il resto>>.

Sorrido e lo fa anche lei.

<<Io non so niente di relazioni e di certo non immaginavo che il primo uomo con cui avrei avuto a che fare fosse incasinato quanto me. Tu vuoi un accordo, ma io voglio delle garanzie>>.

<<Prendo carta e penna?>>

<<Li vado a prendere io>>.

La guardo correre al piano di sopra.

Sorrido.

È piccola, ma è molto più matura di tante donne che ho conosciuto.
Non avrei mai pensato che una ragazzina mi avrebbe fregato in questo modo.
Senza far poi nulla, perché se ci ragiono, non ha fatto niente.
Mi ha solo urlato in faccia quello che nessuno è mai riuscito a dirmi.
Mi ha tenuto testa e non si è lasciata abbindolare da me.

<<Eccomi>>.

È tornata.
Tra le mani ha una agenda ed una penna.

Si siede vicino a me, ma non mi sta bene.
La sollevo e la metto sulle mie gambe.
Non sopportavo più averla a distanza.

Da sopra la sua spalla guardo l'agenda che sta sfogliando.
Ci sono scritte varie parole in italiano che non comprendo.

<<Cosa c'è scritto?>>.

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