Capitolo 52

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❤️❤️❤️ buongiorno ❤️❤️❤️

Angela

Ho aspettato per tutta la notte un messaggio che non è arrivato.
Non sono preoccupata perché penso che sia stato con qualcuna, ho paura che gli sia successo qualcosa.

Sono stata tentata di correre in Hotel, ma ho voluto rispettate quello che mi aveva detto.
Non volevo creargli ancora più problemi.

Non sono riuscita a dormire anche per un altro motivo.
Ho pensato a mia madre.
So che non dovrei, ma non so che fine abbia fatto.
Non so se sia ancora viva.

Non è mai stata una madre, ma è la donna che mi ha messo al mondo e purtroppo per i figli la mamma sarà sempre la mamma.
Non so cosa si provi ad avere una figura che ti ama, ma a mio modo ho sempre amato io lei.

Ero solo una bambina che voleva bene ad una donna che la trattava come un peso ed adesso sono una ragazza che si preoccupa per la donna che l'ha messa al mondo.

Forse sono solo stupida, non lo so.

Vorrei chiamarla solo per sapere se è ancora viva.
Per essere sicura che la droga non l'abbia uccisa.
Chissà se lei ha pensato a me.
Se si sia chiesta che fine abbia fatto.

Con questo stato d'animo salgo sull'autobus per andare a lavoro.

Non so neanche che scusa abbia inventato Paola per i miei giorni di assenza.

Non mi importa ad essere sincera, sono abituata alla gente che pensa male di me.

Il bus si ferma davanti la mia fermata, mi alzo per scendere.
Non sono pronta a quello che vedo.

Sono immobile davanti le bussole, fisso l'uomo seduto sul marciapiede.

L'autista tossisce invitandomi a scendere.

Scendo i tre gradini fino a trovarmi davanti a lui.

Ha la testa poggiata sulle ginocchia, le braccia gli coprono il volto.

Non è andato a correre, indossa quelli che presumo siano i vestiti di ieri sera.

Gli accarezzo la testa.
Volta il viso, incatenandomi con i suoi occhi.

<<Buon giorno>>.

Sussurro piano.

Non mi risponde continua a guardarmi.
Mi chino su di lui, in questa posizione riesco ad abbracciarlo, come se potessi proteggerlo.
Gli bacio la metà di volto che riesco a vedere.

Lo stringo e lo bacio.
Il cuore adesso è più leggero, come se si fosse riunito con la sua parte mancante.

Mi lascia fare.
Si lascia coccolare come se era questo quello di cui aveva bisogno.

Non mi importa se gli altri dipendenti ci vedranno .

In questo momento Demir ha bisogno di questo ed io sono qui per daglielo .

<<Hai già fatto colazione?>>.

Mi domanda allontanandosi quel tanto che gli serve per parlare.

<<No non avevo fame>>.

Annuisce.

<<Anche io sono digiuno dall'altra sera. Andiamo ti porto in un posto>>.

Si solleva dal marciapiede.

<<Demir devo lavorare>>.

<<No non devi>>.

Close your eyes and liveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora