Capitolo 20

4K 285 35
                                    

❤️❤️❤️Buon giorno❤️❤️❤️

Angela

Chissà se Demir ha visto i vestiti sul suo letto.

Mi sono un po' pentita di averglielo lasciati in camera.
Ho pura della sua reazione.

L'idea iniziale era quella di portaglieli in ufficio durante la pausa pranzo.

Non volevo fare la vigliacca.

Solo che dopo averlo incontrato avevo capito due cose:

Una non sarei riuscita ad affrontarlo;
Due dopo quello che era successo qualcosa era cambiato;

Quindi avevo approfittato del fatto che lui non fosse in Hotel durante la mia pausa.
Ero sgattaiolata fuori dalla porta antipanico, ed avevo usato le scale antincendio per raggiungere il suo piano.

La porta che dava in piscina per mia fortuna era aperta, quindi mi ero addentrata nel piano riservato a lui.

Sembrava quasi una casa.
Solo che era sfoglia.
Come se non ci abitasse nessuno.

Nessuna foto.
Nessun oggetto personale.
I mobili sembravano nuovi.

Solo la sua camera da letto sembrava abitata, ma solo perché nell'aria alleggiava il suo profumo.

Ho lasciato i vestiti sul letto ed ho ispezionato un po'.

Non potevo farmi scappare questa occasione.
Solo che a parte i vestiti non c'era niente di niente.

Stavo per andare via quando qualcuno,come al solito, comparve dal nulla.

<<Angela che cavolo fai qua>>.

<<Mara pensava di aver dimenticato qui uno spolverino ed ha mandato me a cercarlo>>.

<<Si certo ed io sono babbo natale! Non dovevo portarti qui sopra. Vieni subito con me>>.

Neanche fossi andata nella casa di un boss.

Lo seguo dentro l'ascensore.

<<Se lo sa Demir uccide entrambi>>.

<<Ne sarebbe capace?>>.

<<Si>>.

<<Alfred, io non ricordo molto dell'altra sera. Non ricordo cosa ho detto o cosa ho fatto. Però ricordo te che indichi a Tresy di mandarmi via. E tu che mi dici che rischio di aver Demir sulla coscienza se non ti seguo. Perché? Cosa è successo in quel locale?>>.

<<Angela non sta a me darti risposte>>.

Aveva terminato così la conversazione.

Adesso qualcuno sta bussava insistentemente alla porta.
Non voglio andare ad aprire perché credo di sapere chi sia.

<<Angela apri o la butto giù>>

Dalla voce non sembra molto calmo.
Mi decido ad andare ad aprire.

Faccio scattate la sicura e lui spalanca del tutto la porta.

<<Stavo per buttarla giù>>.
<<Ho notato>>.

Come ho notato quanto è bello.
Indossa un pantalone verde militare, sopra una maglia bianca ed un giubbotto a jeans.

Non aspetta che lo inviti ad entrare, fa tutto da se. Il solito educato.

Richiudo la porta e lo raggiungo nel mio soggiorno.

<<Perché cazzo sei entrata nella mia
camera?>>.

<<Lo so che non avrei dovuto, ma non volevo incontrati>>.

<<Allora potevi benissimo bruciarli quei vestiti. Ne ho a bizzeffe>>.

<<Non sono abituata a buttare via le cose quando ancora sono buone. Quindi no non potevo bruciarli. Potevo lasciarli alla reception, ma volevo>>.

<<Volevi farmi incazzare e ci sei riuscita!>>.

<<Io avrei voluto parlarti, ma poi questa mattina neanche mi hai salutata e quindi ho reagito di istinto>>.

<<Hai reagito a cazzo!>>.

Si massa le mani fra i capelli.

<<Angela tu non capisci! Io non sono un uomo come gli altri! Io non posso farti sorrisi quando siamo in pubblico! Io non posso starti vicino! Rischio di farti più male di quanto immagini!>>.

<<Ed allora perché sei qui? Perché mi hai fatto portare via da quel locale? Perché mi hai portata in quel posto e poi mi hai lasciata a casa senza farti più sentire! Cavolo Demir, hai capito che sono stata abusata e non hai detto una parola. Questo posso anche accettarlo, ma non accetto che continui a comportarti come il fottuto re di questo mondo! Io non so ne la principessa da salvare, ne una tua suddita! Io non faccio e non farò mai quello che vuoi! Quindi se non puoi starmi vicino, se non puoi fare sorrisi esci da questa cazzo di casa! Vai via!
Mi sono rotta i coglioni!>>.

Non avevo mai detto così tante parolacce.
Anche lui sembra stupito quanto me.

<<Perché non ci riesco! Sei una fottuta calamita per me. Se ti vedo non riesco a pensare lucidamente ed io cazzo non posso permettermi di abbassare la guardia!>>.

Mi urla addosso.

<<Chi sei realmente Demir! Chi cavolo sei!>>.

<<Sono uno con troppi nemici>>.

Siamo sempre al punto di partenza.
Lui non parla, non da spiegazione, ordina e pretende.

Restiamo entrambi in silenzio.
Ho paura che non troveremo mai una soluzione.

<<Vuoi qualcosa da bere o da mangiare?>>.

Mi guarda sorpreso.

<<Demir non troveremo una soluzione. Non riusciremo a farlo questa sera. Tu hai i tuoi problemi ed io i miei. Non siamo pronti a condividerli, non vogliamo parlare. Forse perché ci legherebbe troppo farlo e non siamo pronti, non lo so non ci capisco un cazzo di relazioni! Ti ho detto di andartene e non l'hai fatto per ora a me basta questo.
Quindi dato che sei a casa mia ad urlare ed è ora di cena, vuoi mangiare con me?>>.

Annuisce.
In questo momento sembra diverso.
Come se fosse spaesato.
Non è abituato a non avere il controllo e questo lo fa uscire fuori di testa.

Tirò fuori dal frigo gli ingredienti per cucinare.
Iniziò a scaldare la padella sul fuoco.
Guardo lui.
Resta in piedi tutto il tempo.
Lo sguardo fuori dalla finestra.

<<Somigli ad una persona del mio passato>>.

Spero che non sia una sua ex, perché non sarebbe il massimo essere paragonata a lei.

Non gli rispondo, non voglio interromperlo.

<<Faceva sempre di testa sua. Non ascoltava mai quello che le dicevo. Era l'unica che riusciva a sopraffarmi. Io facevo di tutto per imporle la mia volontà, ma lei era cocciuta cazzo se lo era. Io non volevo controllarla, lo facevo solo per proteggerla>>.

Non dice altro, ma queste parole sono bastate a farmi capire.

Ha perso una persona che ha amato tanto.
Ed in un certo qual modo sta cercando di proteggere me.
Ma proteggermi da cosa?

Sono così soprappensiero che non mi sono neanche resa conto che si è spostato al mio fianco.

Afferra le mie braccia e mi stringe a lui.

Poggio la testa sul suo petto e mi sento di nuovo in pace con il mondo..

Close your eyes and liveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora