Capitolo 25

3.8K 265 41
                                    

❤️❤️❤️Buongiorno ❤️❤️❤️

Angela

Non c'è stato neanche bisogno di dargli il beneficio del dubbio.
Una pistola puntata addosso è bastata.

<<Che cazzo ci fai a quest'ora qua?>>.

Lui è arrabbiato.
Io non provo nulla.

<<Volevo capire>>.

<< e avevi bisogno di un proiettile in corpo per farlo?>>.

<<Avresti sparato?>>.

<<Se era uno che era qui per farmi del male, si, avrei sparato>>.

Giusto, non fa una piega.

<<Eri nel tuo club?>>.

<<No. Ero a discutere di affari>>.

<<Come funziona? La notte quelli illegali ed il giorno quelli legali?>>.

<<Si più o meno è così>>.

<<Sono stata una stupida>>.

<<Angela io non so che idea ti eri fatta, ma te l'ho detto che non ero una brava persona>>.

Guardo di nuovo fuori dalla terrazza.

<<Il fatto è che io non riesco a vederti come un criminale. Tutti mi dicono di starti lontano. Che sei pericoloso. Questa sera ho scoperto che gestisci un club dove le donne si prostituiscono e si vende droga. Hai una zona della città sotto il tuo controllo, se tutto va bene avrai anche ucciso delle persone. Ed io continuo a credere che tu non sia questo. O forse non sei solo questo. Io non ci sto capendo più niente>>.

<<Io sono tutto quello che hai appena detto e non me ne vergogno. Ho due vite parallele. Gestisco un Hotel di lusso che permette a tantissime persone di lavorare! Ed un club dove offro divertimento e perversione e ti stupirà sapere che anche quello permette a tantissima gente di poter mangiare! Non sono un buon samaritano. Semplicemente faccio soldi e permetto ad altri di averne! Sono un cazzo di criminale? Si! Ma non obbligo nessuno a prostituirsi o a drogarsi! Le ragazze che lavorano la lo fanno per scelta loro! Io non tocco neanche un euro dei soldi che si guadagnano! A me interessa solo l'iscrizione dei soci. Ti stupiresti di scoprire quante donne lo fanno per piacere o per avere soldi facili. Non sarò di certo io quello che gli farà cambiare idea! Ti dico di più Angela, dato che ci stiamo parlando a carte scoperte. Io non cambierò mai, non rinuncerò mai a quello che sono.
Se la tua idea è quella di salvarmi, conosci la porta. Vai via, stai il più lontano possibile da me perché rischieresti solo di bruciarti.
Ti sei già fatta un'idea di me.
Ora devi decidere se accettarla oppure no>>.

Le lacrime bagnano il mio viso.

<<Sono venuta ad Instabul per scappare dalla violenza.
La mia vita è stata costellata solo da quella.
Sono nata per sbaglio. Mia madre neanche voleva una figlia e me l'ha fatto pesare ogni singolo giorno.
Era una ragazza giovane aveva solo 16 anni.
A causa mia si è rovinata.
Ha iniziato a bere, a drogarsi e credo a prostituirsi per pagare gli spacciatori.
Io ero una bambina e nessuno si preoccupava di me.
Devo ringraziare il cielo se mia madre ha conosciuto Paola. Nonostante fosse una ragazza anche lei, si è presa cura di me.
Mi portava via da quella casa, mi faceva giocare si preoccupava di nutrimi.
Sono cresciuta purtroppo.
Paola doveva lavorare ed io rimanevo a casa.
Prova solo ad immaginare cosa può succedere ad una bambina in una casa frequentata da tossici.
Prova solo ad immaginare cosa mi abbia potuto fare il fantomatico fidanzato di mia madre.
Prova ad immaginarlo e sarai sempre troppo lontano dalla realtà.
Questo è lo schifo dove ho vissuto>>.

Prendo fiato è dura parlarne, non l'ho mai fatto in tutta la mia vita.

<<Speravo di poter  ricominciare a vivere lontano dalla violenza.
Pensavo di essere al sicuro con te.
Mi sentivo protetta.
Invece scopro quello che sei, che fai.
Io non so se posso accettarlo>>.

Mi fissa in silenzio.
Non si avvicina.
Non asciuga le mie lacrime.

Forse è meglio così.

Sappiamo entrambi come finirà questa conversazione.

Demir

Non voglio illuderla.
Non voglio farle credere che sarò qualcuno di diverso.

Vorrei stringerla, ma non lo faccio.
Voglio renderle facile la scelta.

So che andrà via.
Che si allontanerà da me.

È giusto.
È l'unica cosa che deve fare.

Deve salvarsi. Con me vicino non  è al sicuro, ma lontano da me posso proteggerla.

Ha sofferto troppo è stata già distrutta da chi doveva amarla io potrei solo peggiorare la situazione.

<<Angela vattene>>.

Mi fissa senza far nulla.

<<Ti ho detto di andare via>>.
Le urlo addosso.

Non ha paura di me, non l'ha mai avuta.
Si avvicina.
Poggia le mani sul mio volto.
Si solleva sulle punte dei piedi per arrivare alla mia altezza.

Poggia le labbra sulle mie.

Le sue sono salate a causa delle sue lacrime.
La sua lingua si fa spazio nella mia bocca.

Mi bacia con calma, con dolcezza.
In quel modo che solo lei conosce e che mi fotte la testa.

Ricambio il bacio anche se non dovrei.
La stringo a me.
Sollevandola fra le mie braccia.

Non voglio perderla.
Non voglio lasciarla andare.

Si stacca dalle mie labbra.
La lascio libera dal mio corpo.

Mi guarda negli occhi.

Sembra così piccola.
Così indifesa.

Non dice nulla, si allontano semplicemente da me.

Va via piangendo, lasciandomi solo.

Non mi volto.
Non la seguo.

Aspetto solo di sentire  la porta chiudersi prima di dare sfogo alla mia rabbia.

Urlo e distruggo tutto quello che è presente su questa terrazza.

Sono incazzato nero.

Perché le cose potevano essere diverse.
Se avessi potuto parlarle io.
Dirle io la verità magari sarebbe andata in un altro modo.

Invece qualcuno le ha dipinto un quadro di me.

Mi sdraio per terra, fisso il cielo.

Immagino che mia sorella mi stia fissando.
So già cosa direbbe.
Mi rimprovererebbe per la mia testardaggine.
Mi accuserebbe di essere un orgoglioso del cazzo.

<<Non puoi chiudere il mondo fuori. Devi imparare ad amare ed a lasciarti amare da qualcun altro oltre me. Hai tanto da dare Demir. Sei una persona diversa da quello che mostri. Promettimi che lascerai che qualcuno si prenda cura di te>>.

Questo ripeteva sempre.
Come se già sapesse che lei non ci sarebbe stata.
Solo che non poteva immaginare chi sarei diventato io senza di lei.

Close your eyes and liveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora