Capitolo 19

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❤️❤️❤️ Buongiorno ❤️❤️❤️

Demir

Non posso rimanere  concentrato sapendo che lei è qui.

L'ho vista subito.

Come se avessi un cazzo di radar , i miei occhi l'hanno individuata in mezzo a mille persone.

E quello che ho visto non mi è piaciuto per niente.

L'ho guardata bere e ballare.
Non è in se, è ubriaca ed arrabbiata, un mix letale ed io non posso intervenire.

Sono in casa del nemico.

Ho fatto in modo che lei non mi vedesse.
Chiedendo ad Alfred di farla allontanare da qui.

Ma cocciuta come è non ha ascoltato la sua amica e si è messa a ballare con un coglione.

Erano due le possibilità o Alfred la portava via di peso o io commettevo un omicidio.

Non mi interessa che Alfred abbia capito o pensato qualcosa.
In questo momento ho bisogno di essere lucido.

Soprattutto adesso che sono rimasto da solo.

Ieri sera dopo essere stato al cimitero, sono andato al club ho bevuto.
Ho scopato come un animale e questa mattina al mio risveglio ho distrutto di nuovo la camera.

Tutto questo per colpa di lei.

Angela sta risvegliando rancori che avevo seppellito.

Nella giornata di oggi ho dovuto ritrovare la mia calma, non posso ragionare nè con il cazzo nè a cazzo.

Alfred è riuscito a fare parlare quei due pezzi di merda, so chi è stato ad uccidere la prostituta.

Una mia vecchia conoscenza o meglio conoscevo il padre.
Gli ho tolto la vita con le mie stesse mani.
Come lui ha fatto con me.
Ed adesso il figlio vuole rivendicarlo?
Povero illuso.

Dieci anni fa ero un ragazzo, ero solo.
Adesso sono potente.
Adesso tutti pendono dalle mie cazzo di labbra.

Lui manda segnali io mi presento direttamente.

Ho deciso di venire qui nel suo locale da quattro soldi.
Deve capire che io non mi lascio intimidire se ha le palle che mi affronti.

Sto aspettando che faccia qualcosa, ma dopo più di un'ora non ha dato segni.

<<Il famoso Demir nel mio piccolo locale. Mi sento onorato di averti qui>>.

Eccolo qua il figlio di puttana.
Mi giro verso di lui.

È cresciuto.
Adesso è un coglione tutto palestrato che si sente chissà chi.

<<Non potevo non venire a vedere il tuo locale. Mi spiace solo non aver ricevuto l'invito quando l'hai inaugurato>>.

<<Ecco perché non c'eri. Si sarà perso per strada>>.

Respiro per non ucciderlo.
Ho un patto da rispettare con veri uomini, che non posso rompere.

<<Ormai è passato. Non mi offri da bere?>>.

Fa un cenno ad uno dei ragazzi dietro al bancone.

<<Allora ti piace il mio piccolo gioiello?>>.

Fa schifo come la tua faccia.

<<Niente male>>.
Una delle ragazze immagine porta una bottiglia di champagne.

Il coglione la stappa e riempie due calici.

<<Brindiamo alla tua visita>>.

<<Brindiamo agli affari e che ognuno di noi si ricordi i confini stabiliti>>.

Butto giù tutto d'un fiato il contenuto del mio bicchiere.

<<Mi stai minacciando?>>.

<<No. Ti sto solo ricordando che non mi devi rompere i coglioni>>.

Prendo la bottiglia dal cestello e la porto via con me.
Scolandomi il contenuto sulla strada verso l'uscita.

Non appena arrivo fuori la scagliò contro l'ingresso.

Coglione del cazzo.

Alfred arriva poco dopo con l'auto.

Salgo a bordo.

<<Come è andata?>>.

<<È un coglione. Non è come il padre. Qualcuno lo sta manovrando, non può avere fatto tutto da solo, non ne sarebbe capace>>.

<<Continuerò ad indagare>>.

<<Angela?>>.

<<È a casa>>.

Passo la mano sul viso.

Sono stanco.

<<Demir dovresti riposare>>.

<<Lo so. Lasciatemi in Hotel>>.

Quando arrivo nella mia camera è tutto in ordine.
Tutto nuovo.
Non c'è traccia della mia ira.
Come sempre.

Mi butto sul letto vestito.

Prendo il cellulare lo rigiro fra le dita.

Prima di gettarlo sul materasso.

Chiudo gli occhi.

<<Demir, la smetti di nasconderti!
Dai lo sai che ho paura del buio.>>
Inizia a piagnucolare seduta per terra.
Io rido nascosto dietro al grande pilastro.
<<Sei sola una femminuccia!>>.
Le vado vicino.
<<Ma io sono una bambina>>.
<<Io infatti volevo un fratello>>.
<<Mi dispiace per te, ma ti sono capitata io!>>.
Mi diverto a farla arrabbiare.
L'abbraccio.
<<Lo sai che ti voglio bene>>.
Fa il broncio, ma sotto sotto sorride.
<<Io pure ti voglio bene. E sono contenta che sei tu mio fratello. Mi prometti che non mi abbandonerai mai?>>.
<<Te lo giuro! Ti proteggerò per sempre! Io non sono come loro io non ti lascerò mai!>>.
<<Bambini cosa fate ancora nel corridoio!!>>.
La suora ci aveva trovato!
<<Corri Annie>>.

Quando apro gli occhi è giorno.
Ho dormito, dopo anni ci sono riuscito.
E lei era lì, nel mio sogno.
Come quando eravamo bambini.

Mi preparo per andare a correre.

Nella hall incontro Angela.

Restiamo entrambi immobili a fissarci, ma non posso dirle niente, non posso neanche salutarla.

Le passo vicino, sento il suo profumo, ma sono costretto a superarla.

Inizia a correre.
Corro veloce.

Sono arrabbiato con me stesso, ma non posso cambiare la situazione.

Se qualcuno capisse che sono interessato a lei, diventerebbe un bersaglio.

Tanto varrebbe metterle un cartello al collo con su scritto sparate qui.

Però devo parlare, devo spiegarle come stanno le cose.

Continuo il mio giro, fino a quando i muscoli cedono per lo sforzo.

La giornata passa lenta, anche troppo per i miei gusti.

Un cazzo di impegno di lavoro mi ha bloccato il pranzo.
Ho dovuto vedere dei manager.
I coglioni mi sono diventati grandi quanto una casa.

Ma devo fare pubblicità all'hotel e per queste cazzate ci voglio io.
Non posso pagare nessuno per farlo al mio posto.

Rientro in Hotel che è quasi ora di cena.
Mi è venuta in mente un'idea mal sana che so che non dovrei ascoltare.
Andare a prendere Angela e cenare con lei.

Vado di corsa nella mia camera, devo togliermi questo cazzo di abito che indosso.

Entro nella stanza e sul letto noto subito il mio giubbotto e la maglia nera che indossavo ieri.
Li avevo lasciati a lei.

Non so cosa mi faccia più incazzare,
se il fatto che è entrata nella mia stanza senza che io lo sapessi o il fatto che non mi abbia neanche cercato per ridarmeli indietro.

Ora mi sente la ragazzina..

Close your eyes and liveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora