Capitolo 10

4K 257 52
                                    

Dopo aver bevuto un'intera bottiglia di rum, ho capito di aver fatto una cazzata oggi.

Avvicinarmi a quella ragazzetta è stato un errore.

Uno perché ho rischiato una bella denuncia;
Due perché probabilmente prenderò una bella denuncia.

Perché adesso è diventata una sfida.
La mia sfida.

Devo sottometterla a me.

Voglio farle urlare il mio nome, mentre gode.

Cazzo e se fosse vergine?

Non posso essere io lo stronzo che si prende la sua virtù.

Ho bisogno di bere ancora.
Scavalco il bancone del club, prendo un'altra bottiglia da portare via.

<<Demir vuoi che venga con te?>>.

Guardò l'ennesima puttana che si offre a me.

<<No>>.

Ecco perché non ho più voluto donne al mio fianco. Cercano solo soldi e cazzo. Ed io che li ho entrambi sono una calamita troppo forte.

Vado via dal club, per questa sera non voglio rotto i coglioni.

Salgo fino al dodicesimo piano.
La mia bella terrazza mi accoglie.

Da qua su mi sento il fottuto re di questa città.

Non sono più il ragazzo dei bassi fondi.

Adesso tutti mi rispettano e mi temono.

<<Sono il fottutissimo Demir>>.

Urlo al mondo.

Bevo direttamente dal collo della bottiglia, scolandone più della metà.
La gola brucia ed è un sollievo.

Cerco a tentoni il pacchetto delle sigarette.

Dopo vari tentativi ne riesco a tira fuori una dal pacco ed ad accenderla.

Alcol e fumo.

Quale rimedio migliore al dolore?

L'unica cosa che oggi mi ha evitato di pensare al dolore è stata lei.

Ma appena è uscita dall'ufficio tutto è tornato come prima.

Come dieci anni fa.

Con oggi sono dieci fottutissimi anni che ho perso tutto.

Dieci anni dalla nascita del grande Demir.

Scoppio a ridere.

Non lo facevo da secoli.

La vita è beffarda.
Il prezzo del potere equivale al prezzo di quello che perdi.

Ed io ho perso.

Apro gli occhi, il sole mi ha trovato nudo sul mio terrazzo.

Ho un cazzo di cerchio intorno alla testa.
Ho bevuto troppo.

Mi sollevo a fatica.
Non mi preoccupo neanche di cercare i vestiti.
Oggi il mio umore è peggio di quello di ieri.

Torno in camera o forse dovrei dire casa.
Dato che ho smesso di tornare nella mia.
Ormai vivo qui.

Che c'è di bello nel tornare in un'abitazione dove non c'è nessuno che ti aspetta.
Nessuno che si preoccupa se sei vivo.

Almeno qua tutti si preoccupano per me.
Gli servo per vivere.

Una doccia questo è quello che mi ci vuole.
Lavo via la sbornia.
Lo schifo che ho addosso, ma non posso togliere quello che ho dentro.
Quello schifo marcirà con me in eterno.

Close your eyes and liveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora