Capitolo 39

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❤️❤️❤️Buon giorno ❤️❤️❤️

Angela

<<Tutto bene Angela?>>.

Sorrido a Tresy.

<<Si tutto apposto, solo il maniaco del controllo in crisi>>.

Ridono tutte.
Quando ho detto a Demir che avevamo parlato di ragazzi, intendevo che avevamo parlato di lui.
Mi sono confronta con le ragazze, parlando un po' di tutto quello che è successo in questi due mesi con lui.

<<Non gli avevi detto dove eri?>>.

<<Non credevo volesse saperlo. Comunque tutto nella norma, ha gridato un po', ma poi si è calmato. Domani mattina viene a prendermi lui>>.

<<Ottimo, così vedremo se è veramente figo come dite tu e Tresy>>.

Vorrei risponderle che non vedranno un bel niente perché caverò gli occhi ad ognuno di loro, ma sorrido ed annuisco.

Sto diventando più violenta di Demir.

Riprendiamo la nostra serata, continuando a guardare film e mangiando schifezze.

La sveglia mi strappa dai miei sogni.
Sono le sei del mattino.
Mi sollevo dal pavimento.
Sono piena di dolori in tutto il corpo.
Alla fine ci siamo addormentate nel soggiorno.
Ognuna in una posizione diversa, non so chi sia messa peggio.
Scavalco le ragazze sdraiate sul pavimento e vado in bagno.

Controllo il cellulare, non c'è nessun messaggio
di Demir.
Non so se stia già venendo.
Mi preparo in fretta.
Avviso solo Tresy che sto andando via.
Prendo le mie cose ed esco fuori.

Vado sulla strada principale, mi seggo su un muretto.
Sa che devo essere a lavoro per le sei e mezza, quindi deduco stia arrivando.

Inizio a preoccuparmi quando dopo un quarto d'ora non lo vedo arrivare.

Gli scrivo un messaggio, ma non lo legge.

Decido allora di chiamarlo.
Risponde quasi all'ultimo squillo.

<<Pronto>>.

Ha la voce impastata, sembra ubriaco.

<<Demir dove sei?>>.
Mi trema la voce.

<<Cazzo Angela! Che ore sono?>>.

<<Le sei e un quarto>>.

Una lacrima bagna il mio viso.
Si è dimenticato di me.

<<Cazzo, cazzo! Sto arrivando! Aspettami lì>>.

<<Non fa niente, prendo l'autobus>>.

<<No vengo io>>.

<<No Demir>>.

Chiudo la chiamata.
Asciugo le lacrime dal mio viso e vado verso la fermata.
Il mio cellulare squilla, ma lo ignoro.
Inserisco la modalità silenziosa e lo getto dentro la borsa.

L'autobus arriva cinque minuti dopo.
Per fortuna che adesso so parlare un po' il turco.

Chiedo come fare per arrivare all'hotel.
Mi spiega che devo scendere dopo quattro fermate e prendere un altro autobus.

Lo ringrazio e mi seggo in uno dei posti liberi.

Sono delusa.
Arrabbiata.
Mi ero illusa che mantenesse davvero la sua parola.
Invece molto probabilmente ieri sera si sarà divertito con qualche donna.
Avrà bevuto e scopato.

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