Capitolo 14

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       ❤️❤️❤️Buongiorno ❤️❤️❤️

Demir

<<Perché non l'accompagnavi dentro? Potevi accertarti che si mettesse a letto>>.

Prendo per il culo Alfred.
Perché non posso picchiarlo.

L'autista ride.

<<Sei tu quello che ha voluto portarla a casa. Io l'ho solo fatta scendere dall'auto>>.

<<Ti ho già detto che non voglio interferenze mentre sei a lavoro. La prossima volta che fai qualcosa senza che te l'abbia chiesto io, ti faccio fuori. Non sei pagato per prendere iniziativa. Devi fare solo quello che cazzo ti dico  io>>.

<<D'accordo>>.

Ecco bravo.

<<Ci sono novità su chi ha ucciso la puttana?>>.

<<Si abbiamo individuato chi sono quelli che l'hanno portata dentro. Gli stiamo addosso per capire chi c'è dietro>>.

<<Avete due giorni di tempo. Poi portatemi loro, li faccio parlare io>>.

<<Come dici tu Demir>>.

<<Adesso andiamo al night, devo farmi vedere li>>.

E magari scoparmi qualcuna.

La mattina inizia sempre con la solita routine.
Sul mio divano ci sono due che dormono.

La scorsa notte una non bastava per togliermi la voglia.

Le lascio lì, c'è chi ci penserà.

Indosso i pantaloncini e le scarpe da corsa.

È bello correre la mattina presto.

Avrò chiuso gli occhi alle quattro e già alle sette ero sveglio.

Tre cazzo di ore.

Ormai quello è il tempo che dormo.
Chi non ha la coscienza pulita non può riposare.

Alle volte mi chiedo come faccia a sopravvivere a questo regime di vita.

Qualche giorno mi troveranno morto nel mio ufficio.
E nessuno piangerà per questa dipartita.

Corro la mia solita oretta.

Quando torno in Hotel, sembra che sia già mezzo giorno.

Entro nella hall e resto sorpreso nel vedere Angela.

È dietro il bancone della reception.
Sta parlando con un turista.

Ha la faccia di chi non ha chiuso occhio.
Anche se ha cercato di camuffarlo con il trucco.
Oggi i capelli sono legati in una coda.
Sorride e risponde garbata.
Sta parlando in cinese e se la cava piuttosto bene, dato che il signore ride.

Mi piace vederla lì.

Alza gli occhi ed incrocia il mio sguardo.
Le guance le si colorano di rosso.

Le faccio un cenno di saluto e vado via.

Torno nella mia camera.
Mi preparo per affrontare la giornata.

È ora di pranzo quando mi alzo dalla scrivania.
Fra chiamate, email e resoconti ho perso il conto del tempo.

Controllo il desktop del pc.
La principessa come al solito è rimasta al piano, da sola.

Close your eyes and liveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora