capitolo 1

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Il sole che sorge illumina attraverso i vetri la saletta dell'aeroporto.
Sono più o meno cinque ore che aspetto qui dentro.
Cinque ore che attendo che il buio scompaia.

In realtà vorrei che scomparisse dalla mia vita.
Vorrei che non esistesse più, vorrei non dover aver più paura.

Anche se in fondo devo ringraziare proprio lei, la paura, se oggi sono qui.

Si dice che nella vita sia una delle consigliere, una delle motivazioni che ti spinge a prendere delle decisioni.

Certo sarebbe stato bello se fossi stata spinta dalla felicità, ma per quella non c'è ancora stato spazio nella mia vita o meglio in quella parte che ho vissuto fino ad oggi.

A soli 19 anni ho già sulle spalle un bel bagaglio.

Non c'è stato spazio per me, sono sempre stata un peso, una nullità per chi avrebbe dovuto amarmi, insegnarmi a vivere.

Ho imparato da me
Fin da bambina ho avuto già chiaro in mente chi non volevo diventare.

Non è stato facile, soprattutto in un paese come l'Italia.

Durante la mia infanzia la maggior parte dei bambini mi evitava come la peste, poi crescendo i ragazzi iniziarono a vedermi come una "sfigata".

Solo perché non vestivo bene e non frequentavo i locali più esclusivi di Milano.

Non mi sono mai vergognata di quello che ero e di quello che avevo, sarò sempre grata a Paola per essersi presa cura di me.

Era lei che mi comprava i vestiti, che si assicurava che mangiassi e che avessi i libri per la scuola.
E grazie a lei, se ho preso il diploma ed è sempre grazie a lei se oggi sono qui, se sto per partire per Istanbul .

Finalmente la potrò raggiungere.

Si è trasferita due anni addietro, non voleva lasciarmi, ma era giusto che lo facesse.

Era il momento che pensasse un po' anche a lei, erano anni che lavorava in un albergo,  sfruttata è sotto pagata e tutto questo per aiutare la bambina di quella che una volta era una sua amica.

Un uomo aveva visto in lei del potenziale, così mi aveva detto. Le aveva proposto di lavorare per lui nel suo Hotel ad Instanbul, la paga era da sogno ed avrebbe avuto finalmente un ruolo importante.
Si sarebbe occupata della gestione del personale, che poi in realtà era quello che faceva anche qui, solo che lì le sarebbe stato riconosciuto il suo ruolo.

Ero riuscita a convincerla a partire solo promettendole che dopo il diploma l'avrei raggiunta, come se quella non fosse stata la mia unica salvezza.
Spero che almeno il mio diploma il lingue mi possa essere d'aiuto.

<<Signorina stiamo per chiudere l'imbarco>>.

Sposto lo sguardo sulla donna che ha parlato, ero così immersa nei miei pensieri che non mi sono neanche accorta di essere rimasta l'unica seduta.
Con un sorriso di scuse porgo i miei documenti alla Hostess, e letteralmente corro per raggiungere gli altri passeggeri.

Sei solo una lurida troia!
Con quanti uomini sei stata oggi?
Ti sei inginocchiata da brava cagna che sei!
Rumore di piatti che cadono per terra risuonano nella stanza, insieme alle urla.
Le botte fanno da pausa alle parolacce che urla.
È un mostro, un uomo senza palle.
Come altro si può definire uno che si comporta così.
Le urla di dolore mi perforano le orecchie, non le sopporto più, piango, lacrime amare bagnano il mio volto.
Va via, torna di là mi urla addosso.

Un forte tonfo mi riporta al presente, l'aereo è appena atterrato ed io non avevo neanche capito che fossimo arrivati.

Ho dormito per tutto il volo, troppo stanca per resistere.

La sera prima ero andata via di casa, racimolando le mie poche cose, non avevo nessuno da salutare, nessuno che avrebbe pianto per la mia assenza.

La voglia di andar via aveva vinto sul tempo, per questo ero arrivata in aeroporto molte ore prima del mio volo.

Un sorriso spontaneo nasce sul mio volto, la mia vita ha finalmente un nuovo inizio.

L'Angela del passato l'ho rinchiusa nel mio cuore, sarò una persona diversa, voglio godermi finalmente la mia età, voglio assaporare tutto quello che mi sono persa fino ad adesso.

Dopo varie peripezie, insulti interni per la lentezza della gente che mi circonda, riesco a mettere piede fuori dall'aereo.

Il sole bacia la mia pelle troppo candida per essere già a Luglio.

Assaporo il momento fino a quando non vengo spinta da un gruppo di ragazzi arrivati in Turchia per godersi le ferie.
Li guardo, ma non riesco ad arrabbiarmi, chissà cosa si prova a viaggiare con i propri amici,chissà come è stare tutti insieme a far baldoria.

No,non devo farmi prendere dalla tristezza!
Positività! Questa deve essere la mia nuova parola!

Uno, due e tre, mi faccio coraggio, stringo il manico del mio trolley e mi incammino verso l'uscita.

Le porte scorrevoli si aprano davanti a me, li fuori trovo ad attendermi come sempre lei.

Non appena mi vede il suo sguardo si illumina, alza il suo braccio nella mia direzione, con un sorriso a 32 denti.

Le corro incontro e la stringo.
Cavolo ti accorgi di quanto realmente una persona ti sia mancata solo quando l'hai di nuovo vicino.

Il suo profumo, sa di rose, sa di amore.

I suoi capelli biondi, gli occhi azzurri come il mare, la mamma che non ho avuto.

Che poi mi somiglia più di quanto lo faccia la donna che mi ha messo al mondo.

<<Meraviglia sei cresciuta tantissimo! Le videochiamate non ti rendono giustizia, sei ancora più bella>>.

Mi allontano dalle sue braccia.

<<Ma cosa dici? Sono una cicciona!>>.

<<Smettila! Sei stupenda! E soprattutto mi sei mancata da morire>>.

Accarezza il mio volto con amore.

Paola è una donna bellissima sia dentro che fuori, ha solo trentacinque anni, ma la vita è stata già tosta anche con lei.

Stringe la mia mano con la sua.

<<Sei pronta ad andare a casa?>>.

Le sorrido.

<<Si lo sono>>.

Ci incamminiamo insieme verso l'uscita, per la prima volta nella vita sento di essere nel posto giusto.

Close your eyes and liveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora