DIECI

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«Insolito incremento delle temperature di almeno dieci gradi. Sono previste piogge torrenziali, con il conseguente scioglimento delle nevi in tutta la zona.» recita meccanicamente la presentatrice del meteo, infastidendomi con quel tono calante che usano tutti i giornalisti.

Perché diavolo devono parlare in quel modo?

Sono due giorni che non vado a scuola; due giorni che me ne sto rinchiusa nella mia camera con l'unica compagnia di Mr Dunky.

Mia madre è più volte venuta ad informarmi che Adham, "il mio amico arabo", mi aspetta alla porta. Come se avesse bisogno specificare l'etnia per farmi capire di chi stiamo parlando; non sia mai che lo confonda con le altre centinaia di amici che bussano alla mia porta.

Comunque sia, ogni volta mi sono tirata la coperta sulla testa rifiutandomi di riceverlo. Cosa mai avrei dovuto dirgli? L'ultima cosa che mi serve, è qualcun altro a cui dare spiegazioni.

Proprio come annunciato dalla televisione, la pioggia comincia a scendere scurendo il cielo pomeridiano di una tonalità purpurea. La neve, che ha iniziato a sciogliersi già da qualche ora, s'indurisce a contatto con le pesanti gocce piovane; bucherellandola, la trafiggono come migliaia di proiettili al suolo.

E l'unica cosa alla quale riesco a pensare sono le orme del lupo dagli occhi ambrati, identici a quelli della mia aquila, che scompaiono cancellate come fa il mare con le scritte sulla sabbia.

Toc toc toc

«Non ho fame.» dico, rinunciando di nuovo alla cena.

«Posso entrare?» domanda la voce di Adham.

Mi tiro su di scatto e tento di coprire il pigiama a fiori con la coperta. Ma cosa vuoi che gliele importi del mio pigiama a fiori?

«Mh... entra pure.» rispondo, non permettendomi di cacciarlo ma neanche di farlo sentire il benvenuto.

«Come ti senti? Aspetta aspetta, fammi indovinare: una merda.» dice, sedendosi sul letto «Ma sai che ti dico? Lasciali perdere tutti quanti. Che te ne frega dell'opinione di persone che ridono di una cosa del genere? Hanno davvero tutta questa importanza? Tutto questo potere?»

«Non è solo quello. È la persecuzione. Lo... lo hai visto, no? Come dovrei reagire?» chiedo, senza riuscire a versare più neanche una lacrima.

«No.» afferma con serietà «Non l'ho visto e non lo vedrò.»

Cosa?

«Perché?» chiedo incredula.

«Perché dovrei? Non meriti questo Dahlia, tu sei molto più di un video rubato in un contesto atroce. Anzi: tu non sei affatto quel video. La persona che voglio conoscere è la ragazza qui davanti a me con un orrendo pigiamino a fiori.»

Mi viene quasi da sorridere. Ma, stranamente, riprendo a piangere.

«Perché dici così?» domando, nel disperato bisogno di conforto.

«Perché tu non hai fatto nulla di male. E perché, non te la prendere, ma siamo entrambi emarginati sociali.» aggiunge con il desiderio di alleggerire l'atmosfera.

«Già, perché sei nero.» rispondo ridendo, intanto che con il dorso della mano mi asciugo le lacrime.

«No, amore mio. Perché sono nero, arabo e...»

«E?»

«Non mi piacciono i coming out, li trovo innaturali... non capisco perché ci sia bisogno di dichiarare una cosa del genere. Nessuno dice "mamma e papà: sono etero". Ma visto che ci siamo...»

«Hai ragione, non hai bisogno di farlo.» lo blocco, anche se non ha più senso dirlo.

Adham sorride e mi stringe in un abbraccio, il primo che non sia dei miei da quando mi sono trasferita. La sua pelle profuma di pioggia e di sapone.

«Però una cosa me la devi dire: come vuoi che ti chiami? Chi sei per me: Melanie o Dahlia?»

«Dahlia.» rispondo d'istinto.

Forse non è solo istinto, forse è anche il puro inconscio. Credo che Melanie non mi piaccia più. Melanie è l'adolescente messa in rete e con tendenze suicide.

Oggi sono Dahlia.

O forse no.

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